Intervista al fotografo di cerimonia Nicola Maiani

" Lo chiamano tutti “reportage”, io la chiamo semplicemente “storia”. Scatto in luce ambiente, senza ausilio dei flash per il 90% dei miei scatti, e questo perché ritengo che il ricordo che si imprime in mente è fatto della luce che quel giorno c’era. Poi, ovviamente, per qualche scatto in esterna più “coreografico” a volte mi avvalgo di flash e modificatori vari."

Intervista alla fotografa di cerimonia Erika Orlandi

"Fotografare mi rende felice. Quando guardo una scena, una persona, un paese, lo vedo come se fosse una fotografia. Non riesco a non fotografare. La fotografia di matrimonio mi appassiona perché mi piace raccontare il giorno speciale di una coppia e vedere la loro gioia quando guardano il reportage finito. Quelle fotografie rimarranno con loro per anni e anni, mi piace quest’idea."

Intervista al fotografo di cerimonia Max D’Alessandro

"Oggi mi è chiaro che i miei "scatti spontanei" (divenuto poi il nome del mio studio) - che cerco di effettuare in modo più discreto possibile - prendono vita quando anch'io mi emoziono, quando i soggetti mi coinvolgono, quando rivivo le meravigliose sensazioni dello sposarsi. E mi succede tutte le volte... E quando vengo anche invitato ad inserirmi nei brindisi augurali, significa probabilmente che il mio coinvolgimento è stato notato."

Intervista al fotografo di cerimonia Pietro Cardile

"Quando nasci e cresci in mezzo alle vasche di sviluppo, agli obiettivi e agli ingranditori non puoi parlare di approccio ma di normale vita quotidiana; parole come Ilford, Kodak, asa, hanno preso parte del mio vocabolario prima di molte altre. Adoravo stare in studio con mio padre fin da piccolo; mi faceva fare sempre un gioco: caricare la pellicola su un'Hasselblad nel più breve tempo possibile...in realtà “subdolamente” stava creando il suo nuovo assistente!!"