Benvenuti in questo tutorial interamente dedicato a come post produrre adeguatamente le foto di fulmini.

Come prima cosa vi suggerisco la lettura del tutorial che spiega come fotografare i fulmini.

Dando poi per scontato che abbiate già realizzato le vostre foto “elettriche”, passiamo alla parte più interessante e creativa: la post produzione.

Distinguiamo tra le due diverse situazioni in cui si è scattato: giorno e notte.

Post produrre foto dei fulmini di giorno

Su una foto del fulmine fatta di giorno la postproduzione è abbastanza facile, nel senso che si lavora l’immagine come una normale foto di paesaggio, cercando ovviamente di dare risalto e “correttezza luminosa” al fulmine stesso. Diciamo più o meno come nel caso di una foto di arcobaleno.

Se avete più immagini con diversi fulmini ma ovviamente con la stessa inquadratura (quindi scattate da treppiedi e senza cambiare mai impostazioni di scatto tra le varie foto) potete provare a sommare la luce dei vari fulmini, ma vi avverto che non si tratta di una operazione facile, ne sempre di buona riuscita.

Soprattutto perché le nuvole di giorno sono molto visibili e variano rapidamente durante il temporale. Dovete quindi fare grande attenzione nel comporre la foto finale per evitare evidenti e palesi segni rivelatori dell’avvenuta sovrapposizione. Su questo passaggio possono risultare utili le maschere di luminosità, che vedremo come usare tra poco trattando della PP dei fulmini nella notte.

Dedichiamo poco spazio alla postproduzione di foto dei fulmini di giorno sia perché è ben più difficile coglierli e quindi più raro avere tali immagini da lavorare, sia perché in definitiva sono le meno spettacolari e visivamente interessanti in questo settore della fotografia.

Post produrre foto dei fulmini di notte

Essendo una scarica elettrica che genera una luce estremamente intensa, è facile intuire che il fulmine trova il suo ambiente fotografico ideale nella notte, o al massimo nella semioscurità del crepuscolo.

Partiamo dal presupposto che abbiate fatto una serie di scatti (come dal tutorial dedicato alla fotografia dei fulmini), li abbiate già importati sul vostro computer e sviluppati adeguatamente.

Per adeguatamente intendo:

  • correzioni obiettivo
  • riduzione rumore
  • bilanciamento del bianco
  • chiarezza/contrasto/etc.

Per il bilanciamento del bianco, ricordate che qui “guida” il fulmine, che deve essere bianco, magari tendente all’azzurro/blu. Nuvole e altro escono del colore che consegue. In ogni caso partire impostando “luce solare” non guasta mai; poi, semmai, fate aggiustamenti visivi sulla regolazione di temperatura e tonalità.

Avete quindi una bella cartella di TIF pronti per essere lavorati.

In linea di massima, se avete fatto una bella serie lunga di scatti, dovreste avere immagini di tre tipologie:

  • foto con fulmine in cui si vede la scarica
  • foto con fulmine in cui non si vede la scarica ma solo la nube luminosa
  • foto senza fulmine

Cosa farne?

Non esiste una regola precisa. Io però vi suggerisco dei passaggi, che ovviamente dovete poi gestire secondo il vostro gusto e secondo la situazione specifica. Ricordate sempre che siete “fotografi”, ossia artigiani della luce, non esecutori di applicazioni e programmi :)

Vediamo quindi come usare le tre tipologie di foto di cui abbiamo detto poco sopra.

Foto senza fulmine

In teoria dovrebbero essere foto in cui si vede un paesaggio notturno, buio o delle con luci artificiali di paesi, e con delle nuvole illuminate dall’inquinamento luminoso. Vediamo un esempio nella foto che segue:

Le potete usare per creare una base fotografica. Per farlo dovete sceglierne un certo numero, diciamo tra 10 e 20, caricarle in livelli di PS, unirle in un oggetto avanzato e poi usare il metodo di fusione “media aritmetica” (si chiama procedimento stacking media). In questo modo otterrete una immagine che simula una esposizione in tempi lunghi delle nuvole, da usare come base suggestiva della vostra foto.

Foto con fulmine in cui non si vede la scarica ma solo la nube luminosa

Sono foto che hanno colto il momento della caduta di un fulmine, ma esso si trovava dietro la cortina di nuvole, oppure era un nuvola-nuvola interno alla massa temporalesca, per cui ha lasciato nel fotogramma solo una nuvola luminosa, ma non vediamo traccia della scarica. Un esempio ne è la foto che segue:

Anche queste immagini potete usarle, come quelle senza fulmine viste prima, per creare una base suggestiva sui cui montare – in alternativa alla precedente foto – i vostri fulmini.

In questo caso dovete essere molto attenti a scegliere le foto che volete fondere con il solito metodo dei livelli di PS. Vi serviranno infatti solo alcune delle tante immagini disponibili. Suggerisco di importarne parecchie e poi verificare visivamente il risultato. Come fare?

Caricate le foto scelte come livelli di PS, poi impostate per tutti i livelli il metodo di fusione “schiarisci”. Quindi disattivate tutti i livelli, tranne il base in basso. Ora iniziate ad attivare i livelli superiori, uno per volta. Verificate come si somma la luce con quella della base, poi disattivatelo. E passate ad attivare quello sopra. E così via.

Quando trovate un livello che vi sembra interessante, assegnategli un colore specifico, come rosso o giallo. Alla fine attivate tutti quelli interessanti e iniziate poi a verificare come agiscono singolarmente sulla foto finale, disattivandoli/riattivandoli uno per volta. Una volta trovata la giusta combinazione procedete a fondere i livelli.

In alternativa, potete unire tutte le foto con nuvola luminosa in un oggetto avanzato e poi fare lo stacking media, ma non è affatto certo che il risultato sia utile e interessante. Molto dipende dalle condizioni di ripresa e da cosa c’è nelle foto. Vale comunque la pena verificare.

Foto con fulmine in cui si vede la scarica

Siamo finalmente arrivati alle foto che davvero ci interessano, quelle per cui abbiamo passato ore sotto al temporale soffrendo pioggia e vento: le foto con la scarica del fulmine. Eccone un esempio.

Qui dovete essere molto tecnici e non farvi prendere dalla smania di inserire tutti i fulmini nella vostra foto finale. Esaminateli con cura uno per uno e valutateli.

Il modo migliore è sempre quello di importare tutte queste foto come livelli in PS e poi esaminarle una dopo l’altra attivando ciascun livello. Rapido e facile. Contrassegnate con un colore specifico i livelli che contengono immagini con fulmini interessanti.

Attivate poi tutti i livelli e impostate per tutti la regola di fusione su “schiarisci”, questo serve a capire in un attimo come interagiscono tra loro i vari fulmini. Iniziate quindi a disattivare/riattivare ciascuno livello, per vedere come ognuno di essi vada a influire sul risultato finale.

Questi passaggi vi permetteranno di selezionare i livelli che contengo una immagine il cui fulmine vada a concorrere vantaggiosamente alla formazione dell’immagine finale. Dall’altro lato non abbiate paura di escludere gli scatti che creano solo confusione o eccessiva sovrapposizione di scariche. Cercate di ottenere una immagine pulita, incisa, che colpisca e non confonda la vista.

L’affollamento di scariche non sempre genera meraviglia, anzi, spesso confonde l’osservatore, crea “muro” e non è un buon risultato finale per il vostro faticoso lavoro sotto al temporale. Selezionate, quindi, senza paura.

Come fondere i fulmini in PP

Siamo arrivati al passaggio più delicato: fondere le foto dei fulmini scelti in una sola immagine.

Potete procedere in due modi. Anzi, potrei dire tre, ma il terzo è molto “grezzo” e raramente va a buon fine. Se volete provatelo comunque. Vediamoli, partendo ovviamente dal più “grezzo”:

Fusione di livelli

In realtà l’avete già fatta, semplicemente scegliendo i livelli da usare e impostando su tutti la modalità fusione su “schiarisci”. La luce di ciascuna foto si somma a quella della foto sotto, e così via. Esaminate il risultato finale, ma è difficile che vi soddisfi.

Fusione di livelli sfumata

È una delle due possibili soluzioni. Si tratta in realtà di “migliorare” quanto detto sopra, affinando appunto la metodica “grezza”. Scegliete come livello base (quello che deve stare sotto a tutti) la foto con il fulmine più grande e più “bello”. Poi disattivate tutti i livelli tranne il primo sopra alla base e create una selezione con il lazo di PS per isolare il fulmine, sfumate la selezione e con essa create una maschera applicata al livello.

Qui dovete essere molto bravi a capire cosa state lasciando visibile e cosa nascondete. Importante anche la sfumatura data. Il concetto guida è che dovete fondere bene la scarica del fulmine e il relativo bagliore (ma non dimenticate l’eventuale riflesso sull’acqua, se presente), evitando però che il bagliore stesso – e la porzione di nuvola resa luminosa – vadano a nascondere gli altri fulmini o a creare effetti fantasma rispetto alle nuvole.

Ovviamente, una volta fatte tutte le selezioni (trasformate in maschere) su tutti i livelli (tranne il base), ciascuna maschera può essere modificata, osservando in tempo reale sull’immagine finale gli effetti delle modifiche, che possono essere sia una diversa sfumatura, sia ritocchi con il pennello bianco o nero a seconda che si voglia aprire o chiudere una zona.

Fusione di livelli con maschere di luminanza

La versione evoluta del percorso precedente. Solo che al posto di applicare una selezione lazo da mutare poi in maschera, ricorriamo alle maschere di luminanza. Personalmente uso la comoda e semplice TK base, quella gratuita; ma siete liberi di usare quello che preferite, come ad esempio l’ottimo TMpanel.

Procedete sempre livello per livello: tutti disattivati, attivate il primo sopra il base e procedete. Create la maschera luci adatta a vedere bene la scarica del fulmine con relativo bagliore (ed eventuale riflesso sull’acqua). La maschera appena creata vi appare come una immagine BN della foto.

Ora però dovete lavorare la maschera per rendere ben visibile solo quello che vi serve e nascondere altri eventuali elementi luminosi che non volete compaiano nella foto finale. Potete farlo con un pennello nero (coprente) e agendo sui livelli di luminosità (CRTL+L), due azioni dagli effetti distinti che possono essere anche associate, se necessario.

Una volta finita la mascheratura passate al livello superiore, e così via fino a quello in testa a tutti. Ovviamente, man mano che li lavorate lasciateli attivi, perché dovete poter vedere l’effetto finale delle azioni che eseguite sul livello in lavorazione.

Ulteriori evoluzioni della postproduzione di fulmini

Una volta ottenuta la vostra “sommatoria” di fulmini ci sono due ulteriori sviluppi della post produzione da valutare.

Uso della base fotografica

Il primo riguarda la “base” della foto, ossia l’immagine su cui vanno “depositati” i vostri fulmini. Mi spiego meglio. Con i due procedimenti appena visti (escludiamo per pietà il terzo, quello “grezzo”) non abbiamo fatto altro che isolare (seppure con metodi diversi) la scarica del fulmine e il relativo bagliore in ciascuno dei livelli, riversandoli poi in sommatoria di luce sul livello base. Ma non è detto che il paesaggio notturno del livello base sia bello, ci piaccia o ci gratifichi.

Ricorderete che all’inizio del tutorial avevamo visto come creare una immagine vuota del paesaggio notturno usando le foto senza fulmini e quelle con fulmini senza scarica. Ecco, questo è il momento di usarle.

Importate le due immagini di sfondo (solo paesaggio e paesaggio con nuvole luminose) nella vostra immagine a livelli con tutti i fulmini. Posizionatele alla base dei livelli, non importa in quale ordine tra loro, basta che siano sotto tutti i livelli dei fulmini.

Ora avete, dall’alto verso il basso:

  • tutti i livelli con fulmine + maschera
  • il livello base con fulmine che non è stato “mascherato”
  • due livelli base del paesaggi, uno con nuvole luminose e uno senza, appena aggiunti

Ora applicate il procedimento di mascheratura all’unico livello che ne era ancora sprovvisto.

Vi troverete d’incanto una immagine composta dal livello base visibile con tutti i fulmini perfettamente sommati sopra. Scegliete quindi se preferite avere come base la foto senza nuvole luminose o quella con.

Il lavoro è finito.

HDR a maschere di luminanza sul paesaggio

Il secondo intervento di post produzione aggiuntivo è possibile solo se nell’inquadratura sono presenti paesi, città o comunque strutture illuminate da luci artificiali molto evidenti. Per poterlo applicare, però, è necessario averlo previsto in fase di scatto. Come? Semplice. Facendo una serie di scatti con esposizione bracketing del paesaggio.

Vi rimando al tutorial specifico.