Benvenuti in questo tutorial tecnico dedicato a come scegliere il cavalletto fotografico.

Si, perchè se siete stati contagiati dal virus della fotografia, state certi che prima o poi anche voi acquisterete un “cavalletto”. Detto anche “treppiedi” perchè ha… tre piedi.

Il problema si porrà al momento di sceglierlo. Purtroppo, nella buona metà dei casi, chi è al suo primo cavalletto generalmente sbaglia acquisto, nel senso che prende un modello non adatto ai suoi bisogni di impiego.

Questo accade perchè gran parte delle discussioni, dei tutorial, dei consigli si concentra su corpi macchina e lenti… dimenticando appunto il cavalletto. Che invece è un elemento essenziale per molti generi di fotografia.

scegliere il cavalletto

Come scegliere il cavalletto fotografico perfetto

Partiamo, come nel caso del nostro tutorial sul corredo fotografico, da un punto fermo:

il cavalletto perfetto non esiste.

Esiste invece il cavalletto giusto per ciascun fotografo in quel determinato periodo.

Perchè parliamo di “determinato periodo”? Perchè nel percorso di crescita in ambito fotografico, ciascuno di noi ha una graduale evoluzione, sia come tecnica che come creatività, nel quale si cambiano anche diversi tipi di fotografia.

Può darsi che per qualche anno vi interessi il ritratto, ma poi verrete affascinati dal paesaggio; sapete bene che ciascuno di questi due generi ha esigenze diverse per quanto riguarda il cavalletto.

Ergo, il cavalletto giusto per voi nella fase “ritratto” potrebbe essere diverso da quello giusto nella successiva fase “paesaggio”.

Ma chi può dirvi quale sia il cavalletto giusto per voi in questo momento? Solamente voi stessi. Ascoltate certamente consigli e suggerimenti, amici e negozianti, ma poi decidete da soli. In questo tutorial trovate infatti tutti gli aspetti e gli elementi, con relativa analisi tecnica, che dovete valutare nel momento in cui scegliete un cavalletto, sia esso il primo o il nuovo.

Come è fatto un cavalletto fotografico

Il treppiedi o cavalletto è composto generalmente da 3 gambe uguali e da una piastra che le collega tra loro. Sulla piastra si trova un perno filettato che permette di avvitare la “testa”, altro componente fondamentale di un cavalletto (la cui scelta vedremo in apposito tutorial).

Le gambe del cavalletto fotografico

Le gambe possono essere:

  • fisse, ossia composte da un semplice tubo la cui lunghezza non può essere variata
  • telescopiche, formate quindi da 2 o più tubi coassiali (ciascuno di diametro minore dell’altro) che scorrono uno dentro l’altro

All’estremità di ciascun tubo si trova un morsetto che permette di serrare lo scorrimento del tubo interno e bloccarlo. Il tubo più piccolo invece non ha morsetto all’estremità ma un piedino di gomma e/o metallo per appoggiare a terra. Il tubo più grande, dalla parte opposta al morsetto di serraggio del tubo interno, si collega alla piastra, assieme alle altre due gambe.

NOTA – maggiore è il diametro dei tubi e maggiori saranno la robustezza del cavalletto e il peso che può reggere.

NOTA – maggiore è il numero di sezioni in cui è divisa la gamba e minori saranno le sue dimensioni una volta chiuso tutto. Ma sarà anche minore la sua stabilità complessiva quando è tutto aperto.

scegliere il cavalletto

Le gambe del cavalletto sono generalmente fatte di due materiali. Il più diffuso e storico è l’alluminio, lavorato ovviamente con procedimenti anticorrosione.

Carbonio

L’alternativa, resa possibile dallo sviluppo della tecnologia del materiali nei decenni recenti, è il “carbonio”. Il termine può ingannare perchè non si tratta ovviamente di carbonio puro, ma di resina plastica epossidica che ingloba fibre di carbonio.

L’alluminio ha il pregio di essere molto robusto ed economico, per contro è più pesante. Il “carbonio” è noto invece per la sua leggerezza, rilevante se messa a confronto con l’alluminio, e per la sua rigidità; ma è più costoso (parecchio) e soprattutto è molto più fragile.

Vediamo ora i diversi comportamenti dei due materiali.

Una gamba in alluminio:

  • tende a flettere (più è lungo e sottile il tubo, più flette), cosa che non accade col carbonio.
  • che riceve un colpo molto forte tende ad ammaccarsi; una in carbonio si sgretola come un cono gelato. Se l’ammaccatura sull’alluminio è leggera e non pregiudica lo scorrimento dei tubi, il cavalletto può essere usato ancora. Una frattura su una gamba di carbonio impone invece la sua sostituzione.
  • portata oltre il limite di flessione si piega in maniera definitiva; una in carbonio si spezza sfrangiandosi. In entrabi i casi va cambiata.

Inoltre:

  • L’alluminio resiste bene agli agenti atmosferici e all’acqua dolce, meno all’acqua salata. Il carbonio resiste a tutti.
  • Alluminio e carbonio sono entrambi conduttori elettrici, per cui in caso di fulmini il cavalletto rappresenta sempre un rischio elevatissimo.

La piastra del cavalletto fotografico

La piastra è un elemento meccanico che serve a raccordare le tre gambe e sostenere la testa. Può essere fatta in mille modi, ma sostanzialmente ha:

  • tre snodi per fissare le gambe permettendo loro però di muoversi per aprirsi e chiudersi
  • un perno filettato (passo standard, quindi uguale per tutti modelli/produttori) per avvitare la testa o altri accessori

Colonna

In alcuni modelli è presente la “colonna”. Si tratta di un tubo singolo che scorre dentro la piastra e permette di sollevare la testa di qualche decina di cm, aumentando quindi un pochino l’altezza massima del cavalletto.

Ovviamente la sua lunghezza non può essere maggiore della singola gamba retratta.

Quando viene usata non è il massimo della stabilità, soprattutto se il blocco fotocamera-obiettivo è pesante. Diciamo che si usa solo “in emergenza”.

Su alcuni modelli la colonna può essere sfilata dalla piastra e rinfilata in direzione opposta, ossia dal basso, per consentire di portare la testa a livello del terreno (utile per chi fa macro).

Alcuni modelli, ad esempio della Manfrotto, hanno invece un curioso quanto scomodo meccanismo (se non si estrae piano e con cautela tende a sganciarsi, disperdendo i pezzi) che permette di estrare la colonna e inclinarla di 90 gradi; anche questo utile nella macro.

Sui modelli in carbonio generalmente, ma non sempre, la colonna centrale è in carbonio.

scegliere il cavalletto

Nei modelli con gambe telescopiche il collegamento tra le gambe è fatto con un morsetto.

Sul tubo di diametro maggiore (quello esterno) il morsetto è fissato con una vite + dado; in basso invece ha il sistema di serraggio-sgancio per bloccare il tubo più piccolo (quello interno che scorre).

I morsetti sono quasi sempre fatti in alluminio, con parti in acciaio e in plastica, e questo è vero anche sui modelli in carbonio.

Quello che conta nello scegliere il cavalletto è:

  • robustezza del morsetto
  • solidità del fissaggio e la possibilità di regolare la forza con cui chiude
  • comodità del meccanismo di blocco-sblocco (quelli rapidi tipo Manfrotto sono ottimi, quelli a vite meno)
scegliere il cavalletto

Puntali delle gambe

La parte inferiore del tubo più piccolo delle gambe ha un elemento, detto puntale, che serve per poggiare la gamba in terra.

Solitamente è un tappo di gomma, che garantisce tenuta allo scivolamento e quel minimo di morbidezza nell’appoggio (non deve essere troppo morbido altrimenti rende instabile il cavalletto stesso).

Nei modelli più avanzati ha forme diverse, compresa quella di un puntale metallico, per conficcarsi nel terreno, con un gommino rotante che può scendere e sovrapporsi alla punta se l’appoggio è su materiale solido, tipo cemento o pavimento.

Cosa valutare nello scegliere il cavalletto fotografico

Elementi da valutare al momento di scegliere il cavalletto sono:

  • dimensioni (altezza massima tutto esteso)
  • peso sostenuto (quanti kg di attrezzatura può reggere)

Altri elementi importanti sono:

  • dimensioni minime (lunghezza tutto chiuso)
  • peso
  • materiale

E il produttore? Conta certamente, ma fino a un certo punto. Anche qui dipende dall’uso che dovete farne. Come produttori di massima affidabilità vi segnalo:

  • Manfrotto
  • Gitzo

Di Manfrotto sicuramente un modello eccellente per la sua versatilità è lo 055

oppure il più piccolo 190

Come valide alternative vi segnalo invece:

  • Benro
  • Feisol

Un buon compromesso per il carbonio è questo Feisol

Dimensioni del cavalletto fotografico

Le dimensioni di un cavalletto fotografico, come potrete vedere dalle varie tabelle dei produttori, sono molte. Quelle che ci interessano maggiormente sono

  • lunghezza massima
  • lunghezza minima

La lunghezza massima, o altezza massima, indica appunto la lunghezza totale che raggiunge una singola gamba del cavalletto quando viene estesa totalmente.

Spesso nelle tabelle ci sono due indicazioni di altezza massima: a gambe raccolte e a gambe allargate.

Quella che ci interessa è la seconda, perchè è ovvio che il cavalletto lo useremo sempre con le gambe allargate per l’appoggio.

Se è presente la colonna centrale viene indicata anche l’altezza totale con colonna estratta.

La misura effettiva che interessa a noi è l’altezza massima a gambe allargate ma con colonna retratta. Quella vi dice a che altezza effettiva potrete portare la vostra fotocamera in maniera stabile e sicura.

La lunghezza minima è meno importante ed è utile solo per capire quanto ingombra il cavalletto chiuso. Diventa importante per spedire, trasportare in aereo o portare in escursione il treppiede.

Peso supportato dal cavalletto fotografico

Altro dato essenziale nella scelta del treppiedi è il peso massimo che può reggere. Prendete la vostra fotocamera più grande, metteteci la lente più pesante e pesate il tutto.

Ovviamente non fate l’errore di prendere un treppiede che dichiara un peso massimo supportato esattamente pari al vostro “peso massimo”. Lasciatevi sempre un certo margine di surplus.

Se avete una attrezzatura che al massimo pesa 3 kg, prendete un cavalletto che regga almeno 4/4,5 kg. Se lo usate a colonna estratta sappiate che il peso massimo supportato resta lo stesso, ma la stabilità diminuisce.

Peso del cavalletto fotografico

Il peso fisico del treppiedi (al quale va poi sommato il peso della testa) conta relativamente nell’impiego, ma diventa importante quando ve lo dovete portare dietro, soprattutto in escursione. Valutatelo bene !

Materiale del cavalletto fotografico

Abbiamo visto che i treppiedi possono essere un alluminio o carbonio (se sono fatti di altro non li prendete neppure in considerazione.

Lasciate il legno ai boscaioli e la plastica ai cinesi, ma questo vale per le gambe e (non sempre) per la colonna.

Morsetti delle gambe e piastra sono fatti quasi esclusivamente in alluminio, anche sui cavalletti “in carbonio”. Le caratteristiche dei due materiali le abbiamo ampiamente viste prima.

La preferenza al momento di scegliere il cavalletto dipende quasi esclusivamente dall’uso che dovete farne. Se fate:

  • escursioni
  • trekking
  • arrampicata

il carbonio può farvi risparmiare qualcosa sul peso.

Altrimenti l’alluminio è una scelta sicura. Considerate che io ho fotografato tutta Pompei a luglio, sotto un sole africano, portandomi dietro un Manfrotto da studio in alluminio da 5 kg, e sono ancora qui a raccontarlo.

Prima di scegliere il cavalletto in carbonio chiedetevi se quei biglietti da 100 euro che state per aggiungere alla spesa sono davvero necessari a fronte di qualche etto di peso in meno.

Tenete anche presente che le teste sono poi comunque in alluminio e acciaio.


1 Comment

Giovanni LattanziCorsi e workshop di fotografia - Giovanni Lattanzi - Corsi e workshop di fotografia · 31 Gennaio 2019 at 15:39

[…] Come scegliere il cavalletto fotografico o treppiedi […]

Comments are closed.