Intervista al fotografo Italo Vitale.
D: Quando e come ha scoperto la fotografia?
R: Non ricordo, ma già da piccolo forse a sette o otto anni smontavo o, meglio, rompevo le macchinette fotografiche Kodak.
La fotografia secondo Italo Vitale
D: Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte. Ricorda la sua prima foto?
R: Il papà di un mio amico, avendo constatato la mia passione per la materia, mi persuase ad iscrivermi ad un corso di fotografia di durata biennale, come quella delle scuole professionali.
Mentre frequentavo regolarmente le lezioni presso l’Istituto Tecnico come Perito Elettrotecnico a Napoli, il pomeriggio frequentavo il corso di fotografia e nel 1972, a sedici anni, conseguii il diploma. Ero entusiasta.
Ricordo benissimo la fotografia che scattai per l’esame: si trattava di una foto ad un monumento che rappresentava un’aquila, sito in piazza Municipio. Occorreva fare lo scatto e, quindi, sviluppare il rullino e la foto in camera oscura, per poi presentarla alla commissione. Oggigiorno tutto cio’ si definisce operare in ‘analogico’.
D: Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
R: Dopo aver terminato questo corso e conseguito il diploma, desideravo tradurre in pratica quello che avevo imparato, pertanto sin da ragazzo chiedevo a chiunque avesse un negozio in piazza se vi fosse opportunita’ per collaborare. Molti mi risposero in negativo. In linea di massima, dopo la tappa iniziale del corso fui sempre un autodidatta.
D: E quali furono le sue tappe più significative?
R: La prima tappa fu quando, con il primo stipendio, comprai la mia prima macchina fotografica Canon AT1, a lire 247.000. La seconda tappa fu quando comprai la mia camera oscura, per cui mi ero attrezzato in bagno (figuratevi che cosa accadeva quando serviva il bagno….da ridere!). La terza tappa, infine, fu quando svolsi il mio primo servizio fotografico in una cerimonia di Prima Comunione.
D: Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R: La Fotografia cattura non solo la luce, ma pure stati d’animi, emozioni, libertà, tristezza, felicità, amore, momenti indimenticabili. Inoltre, la fotografia esprima anche anche amicizia, umiltà e rispetto tra le persone senza distinzione di sesso e razza. Oggi ritengo che ogni fotografo non sia soltanto un “pescatore di luci e ombre” ma anche una persona che entra nell’anima della gente per coglierne lo stato d’animo e trasmetterlo agli altri.
D: E in termini pratici?
R: Penso che la fotografia non sia una professione qualsiasi, ma che nasca, in primo luogo, per diletto. Essere un fotografo è creatività, tecnica e passione artistica. Unisce mondi e concetti di alta levatura morale: infatti, da un lato abbiamo la fotografia in sé, con tutti i suoi dettami e le sue leggi (se vogliamo anche non scritte), e dall’altra il soggetto che vogliamo fotografare. Si pensi, ad esempio, a un fotografo di moda oppure ad un fotografo freelance.
D: Fotografia anche per lavoro o solo per diletto?
R: Entrambe. “ Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”: questa massima per me è verissima.
Maestri e grandi fotografi
D: C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua fotografia?
R: Non vi e’ stato un incontro particolarmente importante in quanto, in base a che cosa e a come fotografare, andavo a documentarmi intorno alla tecnica dei grandi maestri.
D: Ha avuto un vero e proprio “maestro” che l’ha aiutata a crescere?
R: No. Dopo avere concluso il corso biennale ed essermi diplomato nel 1972, sono stato sempre un autodidatta.
Gli scatti di Italo Vitale
D: Che cosa le piace fotografare?
R: Ho iniziato con il fotografare un po’ di tutto, poi mi sono avvicinato a due tipi di fotografia: l’una di paesaggi notturni, anche verso l’ora d’oro e l’ora blu, e l’altra la fotografia di ritratti.
D: Qual è il suo soggetto preferito?
R: Per la foto di paesaggi, mi piace fotografare qualsiasi cosa che in questo paesaggio possa trasmettere calma interna. Per i ritratti, invece, preferisco le donne di ogni eta’ che mi permettono di trasmettere un valore, ad esempio amore, famiglia, amicizia, tenerezza.
D: E qual e’ il genere che preferisce?
R: Penso che la mia fotografia, in base a quanto precedentemente detto, si avvicini al genere della “fotografia d’arte”.
D: Ci descriva il suo concetto di inquadratura
R: In genere, cerco di rispettare la “Regola dei Terzi”, specialmente nei ritratti.
D: Che tipo di luci preferisce?
R: Alla base di ogni scelta ci deve essere la comprensione della luce.
Per la mia fotografia di ritrattistica mi piace sempre una luce morbida naturale – ad esempio che entra da una finestra – che mi illumini una parte del corpo mentre l’altra parte resta al buio, quasi in stile “caravaggesco”. Negli ultimi tempi sto lavorando molto di notte, valorizzando la luce emessa dalle macchinette tipo per la distribuzione di sigarette. Ne risultano foto emozionanti, stupendi Bokeh!
D: Quante volte al mese esce per fotografare?
R: Vorrei avere la macchina fotografica sempre con me, ma è impossibile; in ogni caso, cerco di organizzarmi tre-quattro volte al mese.
D: Preferisce uscire da solo o in gruppo?
R: In gruppo è più bello in quanto vi sono scambi di opinioni, si conosce anche altra gente con altre idee e, pertanto, la fotografia può diventare strumento di amicizia.
D: Quali sono i luoghi che preferisce fotografare?
R: Tutto quei posti dove gli occhi si posano e la mente fotografica pensa: “Qui potresti ritornare, a questa ora e con questa luce, e scattare una bella foto”. Quindi ovunque.
D: Quali sono i luoghi che sogna di andare a fotografare?
R: Non c’è un posto ben definito, certamente il soggetto fa molto la “fotografia”.
Per fare un esempio, quando vado in Trentino vicino alle Dolomiti ci sono dei posti che ogni volta che i miei occhi li guardano dico:
“Signore, noi uomini non meritiamo tutta questa bellezza”.
Questo per far capire che non bisogna andare lontano…forse e’ sufficiente anche sotto casa!
D: Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R: Si, uso tale tecnica. Tuttavia, come tanti fotografi importanti dicono, le foto BN catturate a colori e poi convertite in post-produzione creano un falso BN in quanto i vari softwares effettuano un de-saturazione dell’immagine.
Quando voglio effettuare una foto BN uso la modalità monocromatica della mia fotocamera.
Italo Vitale e la post-produzione
D: Cosa pensa in generale della post-produzione?
R: La post-produzione è uno strumento che ci permette di migliorare, enfatizzare, accentuare, attenuare le qualità di una fotografia scattata bene; in ogni caso, non deve essere il rimedio di uno scatto sbagliato.
D: Quali sono, secondo lei, i limiti etici della post-produzione?
R: La post-produzione deve sempre mantenere integri il contenuto e il contesto delle immagini, che non devono essere alterati o manipolati in modo da fuorviare dalla vera immagine scattata.
D: E’ lecito intervenire in maniera molto decisa ed evidente per migliorare luci e toni di una foto?
R: Penso di si, sempre rispettando i limiti etici – alla fine, quello di vedere le luci e le ombre è sempre un punto di vista personale.
D: In che formato scatta?
R: Raw.
D: Che software usa per la post-produzione?
R: Il classico Photoshop/camera Raw.
D: Che tipo di interventi fa di solito in PP?
R: Raddrizzare, nonche’ il trattamento luci e ombre.
D: Utilizza tecniche speciali come HDR?
R: Si.
Informazione
D: Legge riviste di fotografia?
R: Sì
D: Consulta siti web di fotografia?
R: Sì
D: Se si, ne consulta alcuni in maniera abituale come riferimento?
R: No
D: Partecipa a workshop o seminari?
R: Sì
E fa parte di una associazione del settore?
R: No
D: Va a fiere e saloni di fotografia? Se sì, li trova utili?
R: Sì, tutto è utile, quando si è un amatore come me.
D: Fa parte di gruppi social di fotografia? Se sì quali?
R: Si
- Fotografia Insieme
- Anima Impressa
- Alma Fotografica Photographic
- Just Photo
- Foto Italia
- Corso di comunicazione fotografica
- Foto Smile Forever
D: Li considera utili per crescere a livello fotografico?
R: Sì.
A volte, per un fotografo amatore come me questi gruppi sono le uniche vetrine per far vedere le proprie foto e dove vi è l’opportunità per conoscere molte persone, condividere gli scatti, le foto, gli acquisti, gli incontri fotografici….e l’amicizia! Tuttavia, non pensavo che certi gruppi, specialmente quelli più grandi e importanti, fossero molto chiusi. I colleghi “Fotografi” che gestiscono il gruppo non vogliono essere scavalcati. Nel contempo, ci sono bravissimi fotografi non professionisti molto bravi. Penso ci siano gelosia, invidia ed interessi e, in tal modo, ci si dimentica del cuore artistico – scusate lo sfogo…ma forse in tutti i campi lavorativi è così.
Mostre di fotografia
D: Visita mostre di fotografia?
R: Sì
D: Se sì, quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R: Robert Capa a colori.
D: Qual è stata l’ultima visitata?
R: Helmut Newton a San Gimignano
D: Ha realizzato sue mostre fotografiche? Se sì, dove e quando?
R: No, ma mi piacerebbe.
Le attrezzature di Italo Vitale
D: Al momento quali fotocamere usa?
R: Nikon D750
D: E quali obiettivi?
- Nikon 24-120 f/4 VR
- Nikon 24-70 f/2.8 VR
- Nikon 50 f/1.8
D: Qual e’ l’obiettivo che usa più spesso?
R: Nikon 24-70 f/2.8 VR
D: Quali flash, se li usa?
R: Non uso flash.
D: Qual è stata la sua prima macchina?
R: Canon AT1 con 50mm f/1.8
D: Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?
R: Dispongo di Canon AT1- Yashica 124G-Zenza Bronica ETRS 6×4,5-Nikon D90 obiettivo 18-105 f/3.5-obiettivo Nikon 70-300
D: Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se sì, perché?
R: Negli ultimi dieci anni mi sono approcciato a Nikon.
D: Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R: Dove è più opportuno in tutta Italia (prendo il treno e vado!), ma anche online.
La pellicola
D: Ha mai lavorato in pellicola?
R: Sono nato fotograficamente con la pellicola, in cui ho sviluppato e stampato anche in camera oscura.
Info di contatto
- Nome: ITALO
- Cognome: VITALE
- Città: NAPOLI
- Email: vitaleitalo5@gmail.com
- FB profilo: ITALO VITALE