La fotografia secondo Andrea Salvini
D. Quando e come ha scoperto la fotografia?
R. Fin da piccolo mi ha sempre affascinato l’ idea di fermare il tempo. Ho iniziato a scattare le mie prime fotografie a 8 anni. Ricordo ancora la mia prima macchina fotografica, era una Fisher Price, grandissima, blu e gommosa!
D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte:
R. Ho amato sempre la fotografia. Penso sia grazie ai miei genitori. Mio padre pittore, con lo studio a Fontana di Trevi, circondato sempre da modelle in vacanza nella capitale, ansiose di farsi ritrarre davanti alla famosa fontana. Mia madre prestava volentieri il suo volto a vari fotografi e ritrattisti. Era molto bella. Persino il famoso regista, Federico Fellini, la notò e le chiese di posare per lui, ma non accettò. La nostra casa è stata sempre piena di fotografie…
E’ il modo di concepire la fotografia che si è evoluto nel tempo. Prima la mia concezione delle foto era semplicemente quella di voler fermare un ricordo da conservare in qualche cassetto. Crescendo, ho cambiato il mio punto di vista. Adesso la fotografia la vedo come una vera e propria forma d’arte da condividere ed ammirare.
D. Ricorda la sua prima foto?
R. Una delle prime sì. Ero in vacanza in Abruzzo e fotografai una vecchina di altri tempi. I suoi capelli bianchissimi erano raccolti in una crocchia. Gli abiti scuri, come le scarpe che sembravano pantofole. Il volto rugoso con occhi profondi da bambina. La notai perché, nonostante avesse una corporatura magra e fragile, portava sotto il suo braccio un enorme fascio di legna che sembrava sovrastarla. Il contrasto tra fragilità e forza, mi spinse a rubarle uno scatto.
D. E quali le sue tappe più significative?
R. La tappa più significativa è sicuramente la mia prima esposizione fotografica. Iniziai il mio percorso grazie alla mia amica e fotografa, Flavia Cortonicchi, che mi convinse ad esporre le mie fotografie fino ad allora chiuse in un cassetto. Esponendo in seguito in vari locali tra collettive e personali, in ogni parte della capitale, ebbi l’occasione di confrontarmi con altri artisti e trovare pian piano la mia strada.
D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R. Amo fotografare il vissuto delle persone attraverso i loro volti. E’ essenziale che ogni soggetto che fotografo, abbia un suo percorso emotivo da raccontare. Avere il dono della bellezza non basta. Considero un ritratto ben riuscito, quando lo spettatore percepisce il vissuto del soggetto e ne rimane in qualche modo coinvolto.
D. Fotografa per lavoro o per diletto?
R. E’ iniziata come una passione che si sta trasformando in un lavoro. Spero con il tempo di riuscire a crearmi delle basi solide per vivere solo di fotografia, senza perdere la passione assolutamente necessaria per fare questo tipo di lavoro.
Maestri e grandi fotografi per Andrea Salvini
D. C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua crescita?
R. Da piccolo ero innamorato di Claudia Schiffer (molti anni dopo ho avuto l’onore di conoscerla), non perdevo mai neanche uno dei suoi shooting, naturalmente sempre pubblicati sulle più grandi riviste di moda e curati in ogni minimo dettaglio dai più grandi fotografi del momento. Grazie a lei, conobbi Karl Lagerfeld, maestro sacro della fotografia. Da quel momento mi avvicinai alla fotografia in maniera differente, considerandola una vera forma d’ arte.
D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?
R. Grazie alla fotografia si ha la possibilità di incontrare molte persone, credo che tutte loro possano essere considerati miei maestri. Tutti indistintamente hanno contribuito a nutrirmi della loro esperienza e a farmi crescere, sia a livello artistico sia umano.
D. Per lo stile, ha fatto riferimento a quale grande fotografo mondiale?
R. Amo i lavori di Andreas H. Bitesnich, Fabrizio Ferri, Herb Ritts. Anche quelli più irriverenti come Oliviero Toscani e Terry Richardson, inutile negare la loro influenza nei miei lavori.
D. Il preferito in assoluto?
R. Andreas H. Bitesnich
Gli scatti di Andrea Salvini
D. Qual è il suo soggetto preferito?
R. Fino a qualche tempo fa, avevo sempre fotografato modelle. Spesso tutte troppo attente alla loro bellezza. Volti e corpi perfetti, ma statici. Poi mi venne proposto di fotografare un ballerino professionista. Accettai pensando potesse essere un’opportunità per confrontarmi con nuovi stili fotografici. Fu una rivelazione. Lui è Sebastiano Lo Casto. Un vero artista, bravissimo coreografo e danzatore carico di passione, sofferenza e dedizione per la propria arte. Compresi che, fotografare gli artisti, era la mia strada.
D. E il genere?
R. Ritrattistica.
D. Che tipo di luci preferisce?
R. Naturali.
D. Usa tecniche fotografiche speciali, come il macro?
R. Sì, mi diverte molto fotografare con questa tecnica e scoprire nuovi punti di vista.
D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R. Sì, il bianco/nero personalmente lo uso moltissimo. Rende i ritratti molto intensi e profondi, emotivamente attraenti e visivamente puliti.
Andrea Salvini e il fotoritocco
D. La sua opinione sul fotoritocco:
R. Lo uso pochissimo. Dipende sempre come e in quale contesto viene utilizzato. Per mia scelta e tipologia di fotografie, non lo trovo indispensabile per un buon ritratto. Nel campo della pubblicità diventa uno strumento assolutamente necessario.
D. Quali sono, secondo lei, i limiti etici al fotoritocco?
R. Se non porta danni in alcun modo a chi viene ritoccato, credo non ci siano limiti.
D. Che software usa per il fotoritocco?
R. Photoshop e Picasa.
D. Che tipo di interventi fa di solito?
R. Senza mai esagerare ritocco brufoli, cicatrici e qualche luce.
Andrea Salvini: RAW, JPG e TIF
D. In che formato scatta di solito?
R. RAW.
Informazione
D. Legge riviste di fotografia? Se sì, quali?
R. Il fotografo.
D. Consulta siti web di fotografia?
R. Sì, mi piace aggiornarmi da blog fotografici e dai siti web dei fotografi più famosi.
D. Ne consulta alcuni in maniera abituale, considerandoli un punto di riferimento?
R. Spesso scopro per caso nuovi stili fotografici, attraverso altri fotografi che mi contattano su Facebook.
D. Partecipa a workshop o seminari?
R. Non ne ho mai avuto l’opportunità, ma è un’esperienza che vorrei provare.
D. Cosa pensa dei workshop?
R. Credo siano utili per confrontarsi e per crescere professionalmente.
Mostre
D. Visita mostre di fotografia?
R. Certamente. Oltre che per ammirare il lavoro del fotografo, mi piace osservare ed essere molto attento ai dettagli. La disposizione delle foto, le luci e il percorso scelto per raccontare la storia dell’artista.
D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Mario Testino “O todo o nada”.
D. Qual è stata l’ultima visitata?
R. Steve Mccurry.
D. La mostra che vorrebbe vedere?
R. Andreas H. Bitesnich
D. Ha realizzato sue mostre fotografiche? Se sì, dove e quando?
R. Ho esposto nei locali più Glamour della capitale dalla Torreta Valadier a Ponte Milvio, al Voy, passando per il Gloss, la Galleria dei serpenti, lo Shangò, il centro termale Equilibrio alla stazione Termini e l’Alien, come anche in quelli più grunge dall’Acrobax, alla libreria Flexi, al Rubik. Ho esposto per il GAY PRIDE 2009, per il rispetto dell’uomo in ogni sua forma differente, sia essa di natura sessuale o religiosa e contro lo sfruttamento animale, dalla vivisezione alle pellicce con la collettiva Liberation Front. Per l’associazione MArteLive, contro la privatizzazione dell’acqua. Ho affrontato anche temi erotici con il PopPorn e il Torture Garden, senza mai cadere nella volgarità.
D. Ci racconti la più emozionante tra queste esperienze.
R. Tutte.
Attrezzature di Andrea Salvini
D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Canon 550 d.
D. E quali obiettivi?
R. 18-55 e 100 mm.
D. L’obiettivo che usa più spesso?
R. 100 ottimo per i ritratti.
D. Quali altri attrezzature o accessori usa?
R. Un tre piedi, un paraluce.
D. Qual è stata la sua prima macchina?
R. La mia prima reflex, una Yashica per i miei 18 anni.
D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca?
R. No mai, sono molto fedele.
D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R. Spesso da “Sabatini”, rifornitore molto famoso a Roma. Per il 100 mm, devo fare un ringraziamento al mio amico e fotografo Davide Lena, che mi ha dato la possibilità di acquistarlo.
Andrea Salvini e la nostalgia della pellicola
D. Lavora ancora in pellicola?
R. La trovo molto affascinante. Con il digitale si inquina e si spende molto meno.
Info
- Nome: Andrea
- Cognome: Salvini
- Indirizzo: (zona fleming)
- Città: Roma
- Telefoni: 333 72 78 166
- Email: info.andreasalvini@yahoo.it
- Sito web: www.andreasalvini.com
Commento alle foto allegate
- 01 Yuri Buzzi (testimonial Martini)
- 02 Lucrezia Valia (musa di Ferzan Ozpetek)
- 03 Nela Lucic (musa di Tinto Brass)
- 04 Sebastiano Lo Casto (ballerino coreografo)
- 05 Flavio Ciancio (attore)
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