fotografo Claudio Zamagni

La fotografia di Claudio Zamagni: passione e crescita

D. Quando e come ha scoperto la fotografia?

R. Ho scoperto la fotografia da bambino, quando mio padre tirava fuori la sua Comet 3 Bencini, penso fosse una macchina del 1976, per fotografare i nostri eventi familiari: compleanni, gite domenicali e quella macchina fotografica (nei primi anni ’80 il termine fotocamera ancora non si usava), mi stregava ogni volta …

D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte.

R. Il primo approccio l’ho avuto in occasione della mia prima comunione, nel 1984, quando mi è stata regalata la mia prima fotocamera. Non ricordo che marca fosse, ma ero al settimo cielo, perchè avevo la mia macchina fotografica. Non avrei mai immaginato che la mia vita sarebbe cambiata in quel preciso istante.

D. Ricorda la sua prima foto?

R. La mia prima foto l’ho scattata al nostro cane, un meticcio di bassotto color nocciola, molto simpatico, che si chiamava Coni. Non amava farsi fotografare, io lo rincorrevo, ma lui correva molto più veloce di me, molto probabilmente la passione per gli animali è nata proprio con lui.

D. Quale è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?

R. Diciamo che da bambino tendevo a fotografare qualsiasi cosa senza preoccuparmi dell’inquadratura e quello che ne usciva fuori, spesso, erano foto a cui mancava sempre qualcosa.

Poi un bel giorno, durante una lezione di Tecnologia, parliamo quindi del 1988, la professoressa trattò l’argomento fotografia e camera oscura. Non mi sembrava vero, ero molto contento, quell’argomento poteva significare la svolta di cui avevo bisogno e così è stato; rivelai la mia passione e la professoressa mi seguì molto durante le lezioni. Ricordo che un giorno, dopo la lezione, mi regalò tanto materiale sulla fotografia e mi fece anche avere il libro (fotocopiato) di Andreas Feininger “L’occhio del fotografo”, ancora oggi considerato il numero uno per l’apprendimento della fotografia.

D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?

R. La fotografia è il mio punto di vista del mondo, per me non c’è niente di più rilassante che andare in giro con la fotocamera nelle mani, ad osservare ogni piccolo dettaglio. Quando cammino la mia mente si svuota e agisco solo in base a quello che vedono i miei occhi.

Una volta trovato il soggetto che mi colpisce, la mia mente si riavvia, iniziando così tutti i ragionamenti del caso: diaframma, inquadratura, cosa mettere a fuoco e cosa no, quale contesto abbinare al soggetto, insomma, come agire in quel preciso posto ed in quel preciso istante.

D. E pratici?

R. Molte volte una faticaccia immonda!

Svegliarsi all’alba quando fa molto freddo; stare appostato ore e ore oppure stare fermo dietro un cespuglio in attesa che arrivi il soggetto scelto, con le zanzare che ti sbranano. Stare fermo, durante i safari, nella macchina vicino alle pozze d’acqua, sotto un sole che manda in tilt te e l’attrezzatura, senza neanche poter appoggiare il braccio sul bordo del finestrino, altrimenti ti scotti o ancora camminare per una mattinata intera senza vedere niente. Tutto questo però alla fine porta sempre ad un risultato e alla conseguente soddisfazione.

D. Fotografa per lavoro o per diletto?

R. E’ per lo più un diletto, anche se pubblico foto e articoli di Surf sulle riviste e siti internet del settore.

Mi piacerebbe potesse diventare una professione, ma i costi di gestione sono molto alti in Italia e non mi converrebbe fare il salto da “amatore” a professionista, anche se sto seriamente pensando di trasferirmi a Cape Town, dove poter esercitare la professione.

Per vivere faccio tutt’altro.

fotografo Claudio Zamagni

Maestri e grandi fotografi per Claudio Zamagni

D. C’è stato un incontro con qualcuno che si è rivelato importante per la sua crescita?

R. Sì, era gennaio 2009, mi trovavo in Australia, precisamente in Gold Coast, per praticare Surf, quando conobbi un disabile con la passione per la fotografia, il quale mi chiese se potevo aiutarlo a montare il Canon EF 600 F4 sul cavalletto, pesava veramente tanto. Dopodichè iniziammo a parlare di fotografia, di Surf e sopratutto di Wildlife. Mi spiegò come riusciva ad avvicinare i soggetti, malgrado la sua condizione fisica, era un genio ed un uomo veramente carismatico. Mi mostrò come aveva modificato la sua sedia a rotelle per riuscire a nascondersi sotto un telo mimetico: aveva montato una testa a bilanciere su un bracciolo della sedia, non credevo ai miei occhi! Quando ci salutammo mi disse: tu che hai le possibilità, viaggia più che puoi! Ed io risposi: Lo farò senz’altro.

D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?

R. Un vero e proprio maestro no, ma durante tutti i mesi che trascorro all’estero, incontro tantissimi fotografi di tutte le nazionalità, con i quali mi confronto un po’ e scopro sempre quel piccolo dettaglio che prima magari consideravo superfluo o che non riuscivo a notare.

D. Per lo stile, ha fatto riferimento a quale grande fotografo mondiale?

R. Di solito guardo un po’ tutti i fotografi e non solo quelli famosi, ci sono tantissimi bravi fotografi anche amatoriali, che fanno ottimi scatti e riescono sempre ad emozionarmi, una vera e propria fonte d’ispirazione.

Gli scatti di Claudio Zamagni

D. Cosa le piace fotografare?

R. Ho due grandi passioni, il Surf e la Wildlife.

D. Qual è il suo soggetto preferito?

R. Senz’ombra di dubbio i grandi felini ed in particolar modo, il leopardo.

D. E il genere?

R. Sport e Naturalistica.

D. Ci racconti il suo concetto di inquadratura.

R. L’inquadratura è quella finestra che aiuta a descrivere e a comprendere l’intensità di quell’istante.

Per me equivale al 70% di uno scatto, a volte si deve scendere a compromessi per vari motivi, a causa degli elementi di disturbo che possono essere tanti, quali persone, oggetti, nuvole passeggere, qualsiasi cosa.

Vi faccio un esempio: due anni fa mentre ero in India, a Varanasi per l’esattezza, decisi di fare una gita in barca all’alba, sul Gange. Premetto subito che Varanasi, osservata dal fiume, mentre si naviga all’alba con il sole ancora arancione che la illumina, è qualcosa di magico. Volevo fare una foto un po’ diversa dalle solite, quindi aspettai una barca che si ponesse davanti al mio obiettivo, ma non mi piaceva ancora, allora feci un gesto al barcaiolo per indicargli di passare davanti alla nostra barca in modo da tagliarci la strada. La barca in quella posizione era perfetta, a quel punto guardai Varanasi e scelsi la porzione di edifici da inquadrare. Avevo pochi secondi, dopodichè la barca sarebbe svanita dall’inquadratura, vidi un albero che sbucava da dietro gli edifici e dissi a me stesso “Perfetto!”, misi l’albero a destra e da quel punto feci partire la mia inquadratura. Rif.(Benares)

D. Che tipo di luci preferisce?

R. Adoro la luce naturale e in particolar modo quella dell’alba.

D. Quale nuovo genere di fotografia vorrebbe esplorare?

R. Mi piacerebbe provare la macro, ma necessita di tanta pazienza e dedizione, perchè a quegli ingrandimenti anche la minima ed impercettibile vibrazione, manderebbe tutto all’aria.

D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.

R. Qualche volta mi faccio prendere dal bianco e nero, ma più che altro mi piace la tonalità seppia, la trovo più calda e accesa.

Di solito la uso per fare foto di case coloniche o comunque in situazioni dove trovo un’architettura molto datata, però ad essere sincero ho fatto anche qualche scatto faunistico. Ad esempio in Sudafrica, durante un safari, saranno state le 5:00 del mattino con la luce molto scarsa, quando mi sono imbattuto in tre leoni maschi che oziavano su un praticello e ho voluto fare una prova con la mia 7D (la 7D è un’ottima fotocamera, per la fascia di prezzo in cui è collocata, ma sicuramente è molto rumorosa, già a 1000 iso, inizia ad essere sgradevole alla vista).

Scattai a 4000iso, non perché ero impazzito, ma per il seguente ragionamento: se scattavo a colori con così poca luce, ne sarebbe venuta fuori un’immagine dai colori poco decisi, con una dominante verdognola. All’improvviso mi tornò in mente una foto degli anni ’20 in tonalità seppia, con una bella grana di rumore che vidi in un Rest camp all’interno del Parco Nazionale, così decisi di provare a farne una in quel modo, alzai gli iso e misi la riduzione del rumore in camera, trovai l’inquadratura ideale e scattai.

Quella fotografia oggi è stampata su tela (da Photogem che, secondo me, è il miglior laboratorio per la stampa Fine-Art) sulla parete del mio soggiorno, davanti al divano.

Riferimento (claudiozamagniphoto.com000010)

fotografo Claudio Zamagni

Claudio Zamagni e il fotoritocco

D. La sua opinione sul fotoritocco

R. Nel digitale purtroppo, anche se minima, una regolata ai livelli di contrasto, luce, ombra, saturazione e nitidezza la si deve dare, specialmente se si ha una Canon7D.

D. Quali sono, secondo lei, i limiti etici al fotoritocco?

R. Secondo me non devono andare oltre quei
piccoli interventi che ho elencato sopra.

D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?

R. Sì, fa parte della fotografia digitale.

D. E per rimuovere elementi di disturbo?

R. No, nel modo più assoluto.

D. E aggiungere elementi, cieli oppure oggetti?

R. La mia risposta è no anche in questo caso. Purtroppo, molti fotografi oggi pensano più al dopo scatto, invece lo scatto lo si deve pensare prima e poi al massimo gli si possono dare quei piccoli accorgimenti dei livelli.

Qualche volta, nei forum di fotografia, si legge di gente che riesce a recuperare anche 2 o 3 stop di luce, se sei costretto a recuperare così tanta luce, vuol dire che hai sbagliato qualcosa già in partenza.

Questa è solo la mia opinione, però non si può negare il fatto che oggi molti fotografi, stiano diventando sempre di più degli informatici, specialmente chi è alle prime armi e vuole subito ottenere risultati eccellenti. Una buona foto deve avere sempre una buona inquadratura ed esposizione, poi eventualmente, una buona post produzione!

D. Che software usa per il fotoritocco?

R. Io uso il software della Canon che danno in dotazione con la fotocamera: il Digital Photo Professional.

D. Che tipo di interventi fa di solito?

R. Di solito opero su contrasto e saturazione ed un pizzico di nitidezza quasi sempre in camera, quando scatto in Jpg.

fotografo Claudio Zamagni

Claudio Zamagni: RAW, JPG e TIF

D. In che formato scatta di solito?

R. Dipende; quando sono a qualche evento sportivo ed ho bisogno di avere subito le immagini da inviare, il jpg è quello che prediligo. Durante i miei viaggi o nei safari invece, quando ho un po’ di tempo da dedicare, scatto sempre in Raw, per poi svilupparli in Tiff prima della stampa.

D. Se scatta in RAW, che software usa per aprirle i file?

R. Uso sempre il Canon DPP, perchè lo trovo molto completo e facile da usare.

D. Ha mai provato con LightRoom? Se sì, cosa ne pensa?

R. No, mai usato, però da quel che leggo in giro deve essere un prodotto molto valido.

Informazione

D. Legge riviste di fotografia?

R. Non leggo le riviste, non mi fido molto dei test e delle comparazioni che fanno.

D. Consulta siti web di fotografia?

R. Quelli sì.

D. Ne consulta alcuni in maniera abituale, considerandoli un punto di riferimento?

R. Diciamo che dò una sbirciata qua e là, leggo le opinioni della gente su determinate fotocamere, lenti, cavalletti, ecc.

D. Quali sono quelli che consulta e cosa le offrono?

R. Guardo, Canon club Italia, juza, zmphoto, nikonclub… Mi offrono un svago mentale e molte volte mi schiariscono le idee, è come ritrovarsi al bar dopo il lavoro.

D. Partecipa a workshop o seminari?

R. No, non vi ho mai partecipato.

D. Cosa pensa dei workshop?

R. Che sono troppo costosi per le mie tasche. Un workshop costa mediamente dai 200 ai 300 euro e se uno decide di farne un paio all’anno, spende circa 400-600 euro. Personalmente, preferisco spendere quei soldi in un volo o in campo tendato (20 euro al giorno) in Sudafrica o in qualsiasi altro posto, purchè a contatto con la Wildlife e fare esperienza sul campo.

D. Fa parte di un circolo fotografico?

R. Per il momento no.

D. E di una associazione del settore?

R. Neanche.

D. Va a fiere e saloni di fotografia?

R. Sono andato al photoshow di Roma.

D. Cosa ne pensa, li trova utili?

R. Trovo che sia molto bello poter vedere e sopratutto provare tutta quella attrezzatura.

fotografo Claudio Zamagni

Mostre

D. Visita mostre di fotografia?

R. Qualche volta, ma non manco mai a quelle dei miei amici Marco Nicoletti e Fabio Bonvicini, che sono due miei carissimi amici d’infanzia. Nella fotografia abbiamo intrapreso strade diverse, ognuno di noi segue il proprio stile, ma volentieri organizziamo uscite fotografiche insieme.

D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?

R. Mi piace molto il Si Fest, un evento che si svolge ogni anno a Savignano sul Rubicone. Tre giorni, durante i quali molti fotografi italiani e stranieri espongono le proprie opere. Assolutamente da non perdere.

D. Ha realizzato sue mostre fotografiche?

R. Sto seriamente pensando di farne qualcuna.

Attrezzature di Claudio Zamagni

D. Attualmente, quali fotocamere usa?

R. Possiedo il corredo Canon, con una 550D, 7D e sono in attesa della mitica 1D markIV.

Poi, ancora oggi, quando trovo le pellicole che mi ispirano, uso una Olympus OM10 che aveva comprato mio padre nel 1985.

D. E quali obiettivi?

R. Ho un EF-S10-22, EF 24-105 F4, EF 50 F1,8 e l’ EF100-400, a mio modesto parere una lente datata, ma ancora oggi molto apprezzata e non solo da me. Poi sto aspettando di vedere come si comporta il nuovo 500mm F4 II.

D. L’obiettivo che usa più spesso?

R. Il 100-400, ha una versatilità e qualità d’immagine fantastica, per il suo prezzo.

D. Quali flash?

R. Non mi piace molto il flash, ho paura che quei forti bagliori possano recare qualche disturbo all’animale, poi magari è una sciocchezza, ma preferisco non rischiare.

D. Quali cavalletti e teste?

R. Cavalletto Cullman magnesit 525M con testa a sfera Benro N2

D. Utilizza filtri?

R. Qualche volta il polarizzatore circolare o un ND8 entrambi Hoya.

D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca?

R. No, mi sono sempre trovato molto bene con Canon e non penso di cambiare brand.

D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?

R. In un negozio fisico a Rimini, non ho mai fatto spese online, mi sono sempre trovato bene con il commercio classico, poi magari un domani…chi lo sa?!

Nostalgia della pellicola ?

D. Lavora ancora in pellicola?

R. Ormai non la uso più.

D. Con quali corpi macchina?

R. La usavo su una Olympus OM10, una vera bomba, ho imparato la fotografia su quella macchina.

Info

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Commento alle foto allegate

  • L’immagine del leone (claudiozamagniphoto.com000010) in seppia è in riferimento alla risposta del bianco e nero.
  • L’immagine benares jpg è in riferimento alla risposta sull’inquadratura.

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