La fotografia secondo Gaetano Cartone
D. Quando e come ha scoperto la fotografia?
R. Da piccolo in famiglia. Mio nonno, da sempre appassionato di fotografia, comprò negli 80’s una OLYMPUS OM10, usata poi da tutta la mia famiglia. Un mio primo approccio alla fotografia fu proprio con questa bellissima (ma limitata) fotocamera, a 13/14 anni.
D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte:
R. Il primo approccio fu in un’età non così matura per poter apprezzare appieno il mezzo fotografico che mi ritrovai tra le mani. Tuttavia cominciai a sperimentare (in maniera tutt’altro che positiva) diverse pellicole e a “giocare” con i diaframmi rapportati ai tempi auto (di quella OLYMPUS). Crescendo sono passato dal “giocare” al “previsualizzare e riprodurre”. Man mano capii che il mezzo fotografico, seppur molto limitato, offriva tantissime possibilità dal punto di vista comunicativo ed artistico. Ragionai dunque come comunicazione personale espressa attraverso un “mio punto di vista”, cosa che riusciva a trascendere la comunicazione orale o comunque più didascalica.
D. Ricorda la sua prima foto?
R. Il mare d’inverno. All’epoca rappresentava l’infinito e la libertà.
D. Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
R. In principio ero un fotoamatore autodidatta e cercavo dei riferimenti nei più grandi esponenti di questa arte. A 23 anni ho iniziato un corso biennale all’Istituto Italiano di Fotografia a Milano che mi ha trasmesso le basi fondamentali per ideare, realizzare ed organizzare professionalmente ed artisticamente un qualsiasi lavoro/progetto fotografico.
Ovviamente sono importantissime anche le esperienze lavorative come assistente, gli incontri e letture portfolio con autori conosciuti.
D. E quali le sue tappe più significative?
R. OLYMPUS OM10, D90, Istituto Italiano di Fotografia, la mia mostra personale “F O R M A E S S E N Z A” e l’esperienza come assistente in alcuni lavori fotografici di Lior Susana.
D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R. Poter realizzare un mio pensiero, una mia idea. Poter comunicare e descrivere a modo mio quello che vedo e che vivo. E’ dare forma ad un mio sogno ed interpretare creativamente una figura, una sensazione, un profumo. Veder realizzata un’immagine che fino al giorno prima era solo nella mia testa è una sensazione bellissima!
D. E pratici?
R. Rappresenta un lavoro a tempo pieno, ricco di opportunità lavorative e soddisfazioni personali.
D. Fotografa per lavoro o per diletto?
R. Faccio fotografia per lavoro, con passione e professionalmente.
Maestri e grandi fotografi per Gaetano Cartone
D. C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua crescita?
R. Ci sono stati molti professionisti che ho incontrato e che mi hanno trasmesso molto in termini di tecnica ed idee. Molti tra i miei professori (IIF), tra cui Erminio Annunzi, Giancarlo Maiocchi (Occhiomagico), Sara Munari, Gabriele Croppi. Sono cresciuto anche attraverso il confronto con alcuni dei miei colleghi, uno tra tutti è Luca Broglia, al quale va un ringraziamento particolare!
D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?
R. Penso di no. Tuttavia sono stati molto importanti Lior Susana e Nicola Serafini.
D. Per lo stile, ha fatto riferimento a quale grande fotografo mondiale?
R. Anche se il mio stile è differente ammiro molto i lavori di Eugenio Recuenco, Erwin Olaf e Tim Walker per la moda. Michael Ackerman e Jessica Dimmock per la ricerca/reportage.
D. Chi sono i “grandi” di ogni epoca che ammira di più?
R. Cartier Bresson, Avedon, Irving Penn, Koudelka, Newton, Diane Arbus, Witkin, Basilico…la lista è lunga!
D. Il preferito in assoluto?
R. Koudelka. Uno stile inconfondibile ed un occhio formidabile!
Gli scatti di Gaetano Cartone
D. Cosa le piace fotografare?
R. Mi sono specializzato in Moda e Ritratto, però mi piace anche il reportage.
D. Qual è il suo soggetto preferito?
R. Qualunque soggetto possa suscitare una forte emozione.
D. Ci racconti il suo concetto di inquadratura
R. Funzionale al racconto fotografico: semplice ed essenziale ma molto espressivo.
D. Che tipo di luci preferisce?
R. Non ho preferenze tra luce naturale o artificiale. Comunque mi piace molto un tipo di luce diffusa. In esterna preferisco la luce del cielo coperto.
D. Quale nuovo genere di fotografia vorrebbe esplorare?
R. Quello della Moda versione Pop.
D. Usa tecniche fotografiche speciali, come il macro?
R. Per un certo tipo di lavoro di “paesaggio metafisico”, utilizzo una tecnica di scatti multipli e flash in zone diverse del fotogramma, montati in seguito con photoshop.
D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R. Sì, lo uso spesso. Il b/n è più evocativo ed artisticamente “senza tempo”.
Gaetano Cartone e il fotoritocco
D. La sua opinione sul fotoritocco:
R. Non ho una posizione radicale in merito. Personalmente vedo il fotoritocco come una opportunità aggiunta. Spesso è una necessità, lavorando nel campo della moda. Posso comunque dire di non essere un grande fan di ritocchi colossali alla “Lachapelle”. Per quanto riguarda il “non fotoritoccare” i propri files o pellicole digitalizzate, è anch’essa una scelta etica/estetica legittima, che io stesso applico a molti miei progetti.
D. Quali sono, secondo lei, i limiti etici al fotoritocco?
R. I “limiti” sono legati all’evoluzione del mezzo fotografico (digitale). Se ci sono dei limiti “perversi” nel processo a posteriori di ripresa sono quelli legati alla elaborazione (photoshop) molto differente dall’immagine originale. E’ chiaro che è da preferire un fotografo che raggiunge un certo risultato senza “filtri digitali a posteriori”. Tuttavia, photoshop è un discorso indissolubile dalla fotografia commerciale di oggi (e del futuro)! Ed il fotografo (commerciale) non può che adattarsi a tale evoluzione. Addirittura ci sono le foto in CGI, totalmente create al computer! Be’ sì, forse il CGI incontra molti limiti etici (che mi preoccupano), anche se esso è espressione (opportunità) della nuova era fotografica.
D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?
R. Certo! Lo si faceva anche in camera oscura.
D. E per rimuovere elementi di disturbo?
R. Penso che si possa intervenire anche in questo, per ottimizzare il risultato. Posso non concepirlo per un certo tipo reportage.
D. E aggiungere elementi, cieli oppure oggetti?
R. Nulla di male.
D. Che software usa per il fotoritocco?
R. Adobe Lightroom e Adobe Photoshop.
D. Che tipo di interventi fa di solito?
R. Miglioramento del WB, miglioramento (minimo) dell’esposizione, ritaglio, correzione della lente (se c’è una distorsione non voluta), correzione dei toni, intervento sulla pelle (inestetismi vari), correzione della curva e del contrasto…il solito negli scatti di moda.
Gaetano Cartone: RAW, JPG e TIF
D. In che formato scatta di solito?
R. RAW ed esporto in TIFF per la stampa.
D. Se scatta in RAW, che software usa per aprirle i file?
R. Lightroom o Camera Raw.
D. Ha mai provato con LightRoom? Se sì, cosa ne pensa?
R. E’ un ottimo programma che accorpa lo sviluppo raw e la classificazione dei files.
Informazione
D. Legge riviste di fotografia? Se sì, quali?
R. Leggo ZOOM e molte riviste di moda.
D. Consulta siti web di fotografia?
R. Nital e Photographers principalmente.
D. Partecipa a workshop o seminari?
R. Ho partecipato ad un workshop di reportage di Sara Munari ad Atene, nel 2012.
D. Cosa pensa dei workshop?
R. Sono molto utili se affrontati con lo spirito giusto.
D. Fa parte di un circolo fotografico?
R. Sì, sono co-fondatore di “The Eye Society” e facevo parte di “Polaroiders”.
D. Va a fiere e saloni di fotografia? Se sì, a quali?
R. Fotografica Milano, Photo Show, MIA. Mi piacerebbe andare al Paris Photo.
D. Cosa ne pensa, li trova utili?
R. Certo. Penso siano molto utili! E’ un buon luogo dove vedere molte opere interessanti e conoscere artisti validi. Sono delle belle occasioni dove poter ampliare il proprio orizzonte artistico.
Mostre
D. Visita mostre di fotografia?
R. Sì, lo faccio spesso.
D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Quelle di Steve Mccurry, Mapplethorpe allo Spazio Forma, Koudelka (Spazio Forma) e Witkin al Brno House of Art.
D. Qual è stata l’ultima visitata?
R. “Gli arcobaleni di altri mondi” di Gianquinto, Ducoli, Cherchi, Ferlin e Laddago alla Lomography (Milano).
D. La mostra che vorrebbe vedere?
R. Quella personale di Richard Dumas a Parigi.
D. Ha realizzato sue mostre fotografiche? Se sì, dove e quando?
R.
- dal 23/06/12 al 30/06/12 – Collettivo “Fattore Atene” – Reportage sulla crisi greca, Lecco
- dal 22/07/12 al 29/07/12 – Personale “F O R M A E S S E N Z A”, Giulianova
- dal 03/10/12 al 07/10/12 – Collettivo Polaroiders “ISO600Festival della Fotografia Istantanea”(Mi)
- dal 21/12/12 – Personale “IRONHEART” Hotel Cristallo, Giulianova
- dal 05/01/13 – Personale “IRONHEART” Casa de Campo, Giulianova
- dal 08/02/13 – Personale “Achille e la Tartaruga” Nome della Rosa, Giulianova
D. Ci racconti la più emozionante tra queste esperienze:
R. Il collettivo Polaroiders. Ho avuto la possibilità di confrontarmi artisticamente con bravissimi autori italiani ed europei. Anche “Fattore Atene” mi ha dato la possibilità di poter esporre il mio punto di vista su un tema così caldo, quale la crisi economica e sociale greca.
Le attrezzature di Gaetano Cartone
D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Dipende dal lavoro che devo svolgere. Per usi commerciali (la mia fedelissima) D90, D700 e D3X. Per lavori artistici lavoro molto in analogico: Nikon FM, Hasselblad 500C, HOLGA e Polaroid. Raramente utilizzo anche il banco ottico Sinar 4×5.
D. E quali obiettivi?
R. Anche la scelta dell’ottica è legata al lavoro. Preferisco sempre quelle fisse agli zoom, in particolare il 105mm 2.8 micro Nikon, 85mm Zeiss, 50mm 1.4 Nikon e 35mm 1.4 Nikon.
Dipende molto dal risultato che si vuole ottenere. Amo le ottiche giapponesi, perché sono molto “secche” ed incisive, ma anche la “morbidezza” delle Zeiss.
D. L’obiettivo che usa più spesso?
R. Nikon 50mm.
D. Quali flash?
R. In studio (a Milano) flash 600 e 1200 della Profoto ed in esterni l’acuteb2 600. Come flash da slitta utilizzo un sb 910.
D. Quali cavalletti e teste?
R. Uso raramente i cavalletti. Tuttavia ne ho uno della manfrotto con testa a 3 movimenti.
D. Quali altri attrezzature o accessori usa?
R. Scatto flessibile, cavi sync o airsync, prolunga e staffa per flash da slitta, dorso polaroid per Hasselblad, lastolite bianco/argento (immancabile), pannelli di riflessione, gelatine di conversione, soft box, ombrelli e beauty dish.
D. Utilizza filtri? Se sì, quali?
R. Raramente il filtro rosso.
D. Qual è stata la sua prima macchina?
R. La mitica OLYMPUS OM10! E’ una bella macchina, però ha un grande difetto: ha i tempi in automatico.
D. Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?
R. La mia attrezzatura si è evoluta in base alle mie esigenze e a quelle dettate da determinati lavori.
Da un’OLYMPUS non totalmente manuale ad una NIKON FM totalmente manuale, da una fotocamera DX (D90) a fotocamere FX. Dal punto di vista artistico ho invece sentito un’esigenza diversa: le POLAROID.
D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se sì, perché?
R. Non mi identifico in un brand specifico. Tuttavia, professionalmente ho iniziato e sto continuando con Nikon. Non escludo di poter lavorare (digitalmente) con Canon o con dorsi digitali. Come ho scritto precedentemente, dipende dal lavoro/progetto che si svolge. Ad esempio, se dovessi realizzare un certo tipo di video penso che la mia scelta sarà Canon o se ad esempio dovessi realizzare uno scatto con una definizione enorme (per stampe molto grandi) sceglierei Hasselblad (o Leaf o Phaseone…).
D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R. Non ho mai acquistato online, ma non lo escludo in futuro. Mi sono sempre rivolto a negozi specializzati. In particolare DPF e FCF a Milano.
Gaetano Cartone e la nostalgia della pellicola
D. Lavora ancora in pellicola?
R. Tanto! E’ una parte imprescindibile del mio lato artistico.
D. Con quali corpi macchina?
R. Nikon FM, Hasselblad 500C, HOLGA, Nikon f90, Spectra Image-pro 600, SX-70 e Land 340.
D. Quali pellicole usa?
R. Soprattutto quelle in bn. Ilford: HP5, FP4 e l’adorabile anche se (spesso) intrattabile PanF50
Kodak: Tmax 100 e 400.
Impossible (per Polaroid): Silver Shade, Black Frame, Color, Cool.
Polaroid: 669 per Transfer e Fuji 100.
Ci sono anche dei progetti che ho svolto con pellicole a colori, spesso sviluppati in cross-process, quali Elite Chrome, Portra 400, Provia 400X e qualche pellicola “strana” della Lomography.
D. Per quali applicazione?
R. Lavori di ricerca artistica.
D. Se usa diapositive, dove le sviluppa?
R. Le sviluppo in laboratori qualificati a Milano.
PRO – Gaetano Cartone in studio
D. Come è fatto il suo studio fotografico?
R. Lo studio che attualmente utilizzo è quello dell’IIF Milano, istituto che attualmente frequento.
Lo studio è grande circa 200 mq ed situato all’interno di un tessuto urbano caratterizzato da scuole, ex fabbriche e laboratori.
D. Dove si trova?
R. Via Caviglia 3, vicino la Metro Corvetto, Milano.
D. Quali sono le attrezzature specifiche da studio?
R. Lo studio è molto fornito (attrezzatura Profoto). L’attrezzatura che non deve mai mancare, secondo il mio utilizzo, consta di fondali (in carta ed in tessuto), illuminazione continua e flash (e generatori per torce), soft box e bank, stativi e giraffe, beauty dish e ombrelli, airsync, cavalletti da studio, pannelli, specchiera per le MUA.
D. Che genere di fotografia vi realizza?
R. Quella classica da studio. Moda e ritratto. In passato anche Still-life.
Info
- Nome: Gaetano
- Cognome: Cartone
- Città: Milano Giulianova
- Telefoni: +39 3489130470
- Email: cartone.gaetano@gmail.com
- Sito web: www.gaetanocartone.com
Commento alle foto allegate
1- Autoritratto
2- Jeanne d’Arc.
Foto tratta da “IRONHEART”
“It matters not how the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.”
Ironheart nasce dalla volontà dell’autore nell’accostare due figure appartenenti a culture totalmente diverse. Da una parte la grazia e la delicatezza della figura femminile giapponese e dall’altra un personaggio carismatico ed allo stesso tempo drammatico. Il punto d’incontro tra le due figure è proprio lo spirito creativo dell’autore, il quale, nella sua rivisitazione non si ferma al semplice “mix” tra culture ma aggiunge un tocco undergrounddark alla visione complessiva dell’opera. Ironheart è in definitiva il ritratto di una Jeanne d’Arc che rinuncia alla sua delicatezza ed alla sua ingenuità per abbracciare un’identità più forte e carismatica.
http://www.gaetanocartone.com/ironheart
3- Outer Heaven
Foto tratta dalla collezione del fashion designer Sun Min Gil.
Una delle mie foto di moda, nata dalla collaborazione con un fashion designer coreano.
Foto attualmente pubblicata su PhotoVogue
4- Wherever you’ll go
Tratto da raccolta personale POLAROID_serie Spectra.
5- Tanabata ??
Foto tratta dal progetto Tanabata.
“The bamboo leaves rustle,
shaking away in the eaves.
The stars twinkle
on the gold and silver grains of sand.
The five-colour paper strips
I have already written.
The stars twinkle,
they watch us from heaven.”
Tanabata è una personale reinterpretazione di una leggenda asiatica, resa possibile grazie alla modella e ballerina Valentina Garbi.
http://www.gaetanocartone.com/tanabata
6- Milano città chiusa
“Milano città chiusa” è un progetto reportagistico molto particolare e personale.
E’ la mia visione della città dove abito da 5 anni.
0 Comments