La fotografia secondo Luc Weyner
D. Quando e come ha scoperto la fotografia?
R. Da bambino. Avevo 6-7 anni e mi sono ritrovato a fare da modello, senza capire molto in verità, per un’azienda di moda.
D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte:
R. Non ricordo quando ho cominciato a scattare, visto che mio padre e mia madre fotografavano spesso, e io credo di aver usato le compattine a pellicola a cartuccia da 12-24 pose e Polaroid fin da subito. Ma il vero amore è nata con il regalo di una reflex Nikon F2.
D. Ricorda la sua prima foto?
R. Impossibile ricordarla. Potrei per suo divertimento aver spinto il dito a 2 anni sul pulsante della 35mm di mio padre…
D. Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
R. Guardando gli altri, curiosando, leggendo, facendomi le domande e studiando moltissimo.
D. E quali le sue tappe più significative?
R. Direi l’ultima. Oltre al lavoro tradizionale come indipendente per i settori della moda e dei viaggi, mi sto creando una certa riconoscibilità anche internazionale come fotografo di nudo e arte erotica.
D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R. E’ cristallizzare la bellezza. E’ trasmettere sensazioni.
D. E pratici?
R. E’ lavoro, serio e impegnativo
D. Fotografa per lavoro o per diletto?
R. Entrambi
Maestri e grandi fotografi per Luc Weyner
D. C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua crescita?
R. Non personalmente. Però posso citare alcuni maestri che mi hanno aiutato a capire la mia strada.
D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?
R. I miei fotografi preferiti, quelli che sono e sono stati per me fonte di ispirazione: Robert Mapplethorpe per la sua eleganza formale, Terry Richardson per la sua trasgressione e ironia, David Hamilton per la sua sensibilità e delicatezza, Helmut Newton per il suo gusto estetico.
Gli scatti di Luc Weyner
D. Qual è il suo genere e soggetto preferito?
R. Come fotografo di arte erotica, nudo femminile e sensualità. Il mio scopo e la mia più grande sfida – è una ricerca costante – è di non essere mai volgare pur volendo spingere al limite massimo la sensualità e l’erotismo.
D. Ci racconti il suo concetto di inquadratura:
R. Cerco di trasmettere una storia o un’emozione. Un dettaglio può dire tutto. Non è necessaria la figura intera. Un’inquadratura di un polso con un orologio può essere sufficiente a raccontare l’attesa di qualcosa o qualcuno. Questa in sintesi è la poetica del mio lavoro: prendere un dettaglio, fargli raccontare una storia sensuale, suscitare qualcosa.
Propongo una via innovativa nel raccontare l’eros, fortissimamente sensuale ma non volgare, con un’estetica chiaramente riconoscibile in una modalità non ancora percorsa da altri.
D. Che tipo di luci preferisce?
R. Molta luce bianca, naturale, vera o simulata. Non amo i chiaroscuri tipici del glamour – ci sono moltissimi bravissimi fotografi che già lo fanno, non ne serve un altro. Non amo i flash perché non amo le pose (anche se per lavoro tradizionale le uso necessariamente).
D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R. Si, in postproduzione. Decido in quel momento se trasformare uno scatto a colori in bianco e nero.
Luc Weyner e la post-produzione
D. La sua opinione sulla post-produzione:
R. Sono di ampie vedute, dipende dal contesto.
Se fai moda o showbiz togli cellulite, pieghe, nei, rughe, ecc.
Se fai fotogiornalismo, per cui la realtà deve essere totale, non devi toccare nulla (al limite luci e contrasti per rifinire ma senza modificare l’immagine).
Non sono contrario a una postproduzione anche molto spinta o creativa, purché di buon gusto.
Se un paesaggio viene ritoccato al punto da diventare fantasy, bene, non c’è problema, ma non è più la rappresentazione, seppur abbellita e valorizzata come è normale in molti generi di fotografia, di un luogo reale.
Se fai arte puoi fare tutto quello che ritieni sia opportuno per trasmettere efficacemente quello che vuoi comunicare.
D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?
R. Assolutamente sì. Già la fotografia è un artificio, non è la realtà. E’ in 2D, rappresenta un momento che non esiste più, cambia secondo l’occhio del fotografo (il concetto dell’osservatore nella teoria della relatività) e delle sue attrezzature (come dice anche la fisica quantistica), ecc. Quindi inviterei a poche masturbazioni mentali, per focalizzarsi su risultati che servano allo scopo per cui lo si fa (commerciale, ricordo personale, passione personale, ecc.)
D. Che software usa per la post-produzione?
R. Photoshop da sempre.
D. Che tipo di interventi fa di solito?
R. Dipende, i più disparati. Ma i più comuni sui toni delle luci.
Luc Weyner: RAW, JPG e TIF
D. In che formato scatta di solito?
R. RAW (o formato equivalente) per mantenere la maggior quantità di dettagli possibili
D. Se scatta in RAW, che software usa per gestire i file?
R. Vari
D. Ha mai provato con LightRoom? Se sì, cosa ne pensa?
R. Sto provando a usarlo, ma mi sembra un Photoshop con una logica diversa (e quindi devo ancora capirla) e in più limitato! Non credo lo userò.
Informazione
D. Legge riviste di fotografia?
R. Si
D. Consulta siti web di fotografia?
R. Ovviamente si
D. Ne consulta alcuni in maniera abituale, considerandoli un punto di riferimento?
R. No, anche perché leggo praticamente solo quando sono in viaggio e quindi quello che attira la mia attenzione in edicola oppure da notebook o iPad.
D. Partecipa a workshop o seminari?
R. No, ma non per snobismo è che è difficile per me trovare contemporaneamente il tempo e il luogo in cui sono libero. Do sempre precedenza ai clienti. Però su richiesta qualche volta li tengo.
D. E fa parte di una associazione del settore?
R. No, non riesco a frequentare e quindi non mi può offrire valore.
D. Va a fiere e saloni di fotografia?
R. Si quando posso.
D. Cosa ne pensa, li trova utili?
R. Credo di si.
Mostre di fotografia
D. Visita mostre di fotografia?
R. SI certo
D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Da sempre? Impossibile dirlo.
D. Qual è stata l’ultima visitata?
R. Non ricordo, mi piacciono molto anche le gallerie private con i giovani o poco conosciuti, ma non sempre ricordo i nomi
D. La mostra che vorrebbe vedere?
R. Lascio decidere al caso: sarà quella che riuscirò a vedere compatibilmente con i miei impegni
D. Ha realizzato sue mostre fotografiche? Se sì, dove e quando?
R. Non ancora. Il mio genere rende il tutto un po’ più difficile.
D. Ci racconti la più emozionante tra queste esperienze.
R. Credo sarà la prima mostra personale.
Le attrezzature di Luc Weyner
D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Dico le marche perché ne sono grato ma non faccio pubblicità al modello specifico: Canon, Nikon e Leica. Full frame, APS-C e mirrorless. Uso pochissimo il medio formato, e solo su richiesta specifica di un cliente, per una questione di scarsa flessibilità secondo il mio modo di lavorare.
D. E quali obiettivi?
R. Quelli da ritratto 50 e 85 principalmente
D. Qual è stata la sua prima macchina?
R. Nikon F2
D. Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?
R. Purtroppo non sono fedele a una marca. Leggo le prove sulle testate specializzate stampa e online, guardo le foto, se mi interessa, incuriosisce, attrae acquisto o noleggio il set camera+lente.
D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se sì, perché?
R. Si
D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R. Sia in negozio che online. Dipende non solo dal costo (anzi!) ma soprattutto dall’affidabilità e servizio del venditore su strada o online.
Luc Weyner e la nostalgia della pellicola
D. Lavora ancora in pellicola?
R. Ormai non più
PRO – Luc Weyner in studio
D. Com’è fatto il suo studio fotografico?
R. Bianco. Scherzi a parte. Dipende dal lavoro.
D. Quali sono le attrezzature specifiche da studio?
R. Idem.
D. Che genere di fotografia vi realizza?
R. Moda e Nudo.
Info di contatto
- Nome: Luc
- Cognome: Weyner
- Città: Milano
- Email: luc.weyner@gmail.com
- Sito web: www.luwe.me
Commento alle foto allegate
La scritta copyright Luc Weyner così in evidenza è una scelta estetica voluta ed è parte integrante della foto. Le foto sono inevitabilmente una selezione di quelle pubblicabili su questo sito. Altri scatti sono disponibili anche su: 500px (www.500px.com/lucweyner), Flickr (www.flickr.com/photos/lucweyner/) e sui maggiori siti di modelle ModelMayhem, Modelshoot, Fotoportale, iStudio. Luc Weyner è presenta anche sui principali social tra cui: Facebook (www.facebook.com/luc.weyner), Twitter (twitter.com/LucWeyner?), Linkedin, Pinterest.
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