fotografo Francesco Petitti

La fotografia secondo Francesco Petitti

D. Quando e come ha scoperto la fotografia?

R. La fotografia l’ho scoperta quando ancora ero un bambino, a 10 anni, quando i miei Nonni mi regalarono la mia prima macchina fotografica, una compatta Canon che conservo ancora. Mia madre era inoltre una grande appassionata di fotografia analogica.

D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte:
R. Vista l’età direi che fu un approccio quasi inconsapevole, più una curiosità da bambino diciamo. Per quanto riguarda la fotografia di livello amatoriale parliamo di circa tre anni fa, dopo l’acquisto della mia prima reflex, mi sono messo a studiare e scattare ogni volta che ne avevo l’occasione e “giocando” con quel meraviglioso aggeggio mi sono realmente innamorato della fotografia, appena avevo tempo andavo a scattare.

D. Ricorda la sua prima foto?
R. La prima? Ho solo 17 anni ma parliamo comunque di parecchio tempo fa, no, direi che non me la ricordo. Posso solo dire che fu scattata durante il giorno del mio decimo compleanno.

D. Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
R. Ho seguito un percorso interamente autodidatta che mi ha comunque portato a una grande crescita, ma mi piacerebbe confrontarmi con fotografi esperti da cui imparare. Ho seguito riviste ma mi sono specialmente “formato” fotograficamente su internet, mediante vari portali e siti che trattano questi argomenti.

D. E quali le sue tappe più significative?
R. Sicuramente l’acquisto della mia prima reflex che mi ha fatto cambiare completamente da un punto di vista prettamente tecnico, ma la tappa più importante risale a circa un anno fa: fine marzo, decido con il mio attuale socio (al momento in America a studiare) nonché grandissimo amico Max di fondare MF Photography, pagina facebook che mi ha portato ad ottenere tantissimi lavori e a togliermi tantissime soddisfazioni. Questa pagina ha rappresentato una vera svolta, un salto di qualità come persona e come fotografo.

D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R. La fotografia per me significa libertà di espressione e soprattutto comunicazione. Uno scatto può comunicare molto di più di quanto si possa immaginare. E poi mi sento realmente felice quando ho in mano la mia macchina, mi dona un senso di sicurezza.

D. E pratici?
R. Tantissimi sacrifici, tante fatiche e tanto studio.

D. Fotografa per lavoro o per diletto?
R. Un diletto principalmente anche perche non penso ci si possa permettere di mollare la scuola per la fotografia. Detto questo da qualche mese sto lavorando a parecchi progetti, molti eventi, feste e anche partite e si, c’è un ritorno economico, ma io non penso si possa ancora considerare il mio lavoro.

Maestri e grandi fotografi per Francesco Petitti

D. C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua crescita?
R. L’unico incontro che è stato molto importante per la mia crescita è stato “l’incontro”, lo metto tra virgolette perché erano 3 anni che ci vedevamo ogni giorno, con il mio carissimo amico e socio Max. Con lui sono cresciuto tantissimo da un punto di vista fotografico, ci siamo aiutati a vicenda e gli devo davvero tanto, se ora mi sto togliendo molte soddisfazioni è anche grazie a lui. Un grazie sicuramente va anche a chi mi sta permettendo di lavorare ogni giorno dandomi un rapporto di fiducia e massima correttezza.

D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?
R. No, non ho avuto un vero e proprio maestro, seguo dei fotografi ai quali mi ispiro ma non li definirei come miei maestri.

Gli scatti di Francesco Petitti

D. Cosa le piace fotografare?
R. Paesaggi, città precisamente, ma anche le persone e la natura.

D. Qual è il suo soggetto preferito?
R. Non ho un soggetto specifico, ma le persone e gli animali mi hanno spesso dato soddisfazioni.

D. E il genere?
R. La ritrattistica.

D. Ci racconti il suo concetto di inquadratura:
R. Io penso che l’inquadratura debba risultare perfetta all’occhio del fotografo, mi piace un inquadratura che renda l’idea reale della scena e bisogna scattare anche mille volte se necessario per ottenere la migliore.

D. Che tipo di luci preferisce?
R. In esterna mi piace usare la luce naturale ma mi trovo molto bene anche con i flash che permettono di raggiungere la luce desiderata in ogni situazione.

D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R. Uso il bianco e nero e trovo che sia una tecnica meravigliosa in determinate occasioni. Si può donare un fortissimo contrasto tra luci e ombre e se necessario anche un’ accentuata drammaticità alla foto. Ho un giudizio molto positivo nei confronti di questa tecnica, in certi casi migliore della fotografia a colori.

fotografo Francesco Petitti

Francesco Petitti e la post-produzione

D. La sua opinione sulla post-produzione:
R. Io ritengo che la post-produzione sia utilissima, si fanno ogni giorno progressi ed è giusto sfruttarli, ovviamente nei limiti del normale, senza esagerare e rovinare una foto.

D. Quali sono, secondo lei, i limiti etici alla post-produzione?
R. Io penso che la post produzione debba limitarsi a dei piccoli dettagli, senza rendere la foto surreale e senza differenziarla troppo dallo scatto originale.

D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?
R. A mio parere è lecito ma non bisogna esagerare, lo scatto di partenza deve già essere ciò che vogliamo, almeno in buona parte.

D. Che software usa per la post-produzione?
R. Lightroom e occasionalmente Photoshop

D. Che tipo di interventi fa di solito?
R. Chiarezza, neri, e se necessario correggo l’esposizione. Con Photoshop faccio photomerge e desaturazioni selettive.

Francesco Petitti: RAW, JPG e TIF

D. In che formato scatta di solito?
R. JPEG o RAW

D. Se scatta in RAW, che software usa per gestire i file?
R. Lightroom

D. Ha mai provato con LightRoom? Se sì, cosa ne pensa?
R. Io mi trovo molto bene con lightroom, semplice ma efficace.

Informazione

D. Legge riviste di fotografia?
R. Non regolarmente.

D. Consulta siti web di fotografia?
R. Si, consulto parecchi siti di fotografia.

D. Ne consulta alcuni in maniera abituale, considerandoli un punto di riferimento?
R. No, tendo a variare molto, a non avere punti fissi anche se alcuni siti li consulto settimanalmente.

D. Partecipa a workshop o seminari?
R. No, sfortunatamente no.

D. E fa parte di una associazione del settore?
R. No, non ne faccio parte.

D. Va a fiere e saloni di fotografia?
R. Non abitualmente.

D. Cosa ne pensa, li trova utili?
R. Tutto ciò che può essere fonte di ispirazione e di confronto fotografico lo ritengo utile quindi si, sono utili.

Mostre di fotografia

D. Visita mostre di fotografia?
R. Non abitualmente ma quelle visitate le ho trovate molto interessanti.

D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Ho apprezzato tantissimo la parte di modern photography del Moma a New York.

D. Qual è stata l’ultima visitata?
R. L’ultima visitata è appunto questa, ho avuto la fortuna di andare poco tempo fa a New York, città meravigliosa per scattare.

D. La mostra che vorrebbe vedere?
R. Steve McCurry.

D. Ha realizzato sue mostre fotografiche? Se sì, dove e quando?
R. No, non ancora. Dico non ancora non per presunzione ma per speranza, sarebbe un sogno per me.

D. Ci racconti la più emozionante tra queste esperienze.
R. Vedere le mostre è utile da un punto di vista tecnico ma consente di percepire emozioni forti, penso dunque che fare una propria mostra possa essere l’esperienza più emozionante, per me rimane un sogno ma non si sa mai, bisogna sempre crederci.

fotografo Francesco Petitti

Le attrezzature di Francesco Petitti

D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Nikon D7100.

D. E quali obiettivi?
R. Nikon 18-105mm f3,5; Nikon 35mm f1,8; Nikon 55-200mm f4.

D. L’obiettivo che usa più spesso?
R. Il 18-105mm per versatilità ma adoro il 35mm.

D. Quali flash?
R. Yongnuo YN560 EX al momento. Precedentemente un metz mecablitz 36 AF-5.

D. Qual è stata la sua prima macchina?
R. La mia prima reflex una Nikon D3100. La mia prima macchina, all’età di 10 anni, fu una Canon Power Shot A430

D. Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?
R. Si è evoluta solo recentemente passando da una entry level a una camera di migliore qualità con lenti migliori; sono chiaramente limitato da vincoli economici vista la mia età ma si fa il possibile e tutto ciò che guadagno lo investo nella fotografia.

D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se sì, perché?
R. No, mai, da quando scatto con una reflex ho sempre usato Nikon.

D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R. Faccio moltissime spese online anzi, oserei dire che acquisto quasi solo online. Acquisto principalmente su Ollo Store e Amazon, visti i prezzi molto convenienti.

Francesco Petitti e la nostalgia della pellicola

D. Lavora ancora in pellicola?
R. Mai lavorato in pellicola, ma mi sarebbe piaciuto per testare la difficoltà.

PRO – Francesco Petitti in studio

D. Com’ è fatto il suo studio fotografico?
R. A dire il vero non possiedo uno studio; non mi sembra possibile alla mia età (che ci tengo a precisare non voglio usare come alibi), però il mio salotto smantellato e arricchito di luci, stativi e molti sfondi funziona egregiamente direi, ci svolgo molti lavori e ne sono soddisfattissimo.

D. Quali sono le attrezzature specifiche da studio?
R. Soft Box, stativi vari e sfondi vari al momento.

D. Che genere di fotografia vi realizza?
R. Solitamente vi realizzo Book fotografici o Videoclip musicali.

Info di contatto

Commento alle foto allegate

Le foto allegate sono tutte fatte, a parte quella di Hackett, al di fuori dell’ambito lavorativo. Spero che possano tutte trasmettere emozioni e sensazione di libertà come fanno con me. Penso che ognuno debba interpretarle a modo suo e spero che piacciano. Io sottolineo come in ognuno di questi scatti abbia messo il massimo impegno tecnico e emotivo e infatti ne vado davvero fiero. Riflettono sicuramente le mie capacità o meglio, la mia mentalità quando scatto.


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