Noi vi suggeriamo semplicemente delle valutaziono oggettive sui pro e contro di ciascuno di essi, per permettervi una scelta autonoma e ragionata, ma soprattutto adeguata alle vostre esigenze fotografiche.
Il punto di forza degli zoom risiede sostanzialmente nell’avere la possibilità di variare la lunghezza focale, e quindi modificare l’inquadratura (allargandola o restringendola) senza spostarsi fisicamente dal punto di ripresa.
Ecco come cambia l’inquadratura ottenuta rimanendo sempre fermi nello stesso punto e variando semplicemente la lunghezza focale dello zoom.
Dovendo scegliere uno zoom diventa però molto importante considerarne la qualità e distinguere quindi tra prodotti professionali e amatoriali, ma soprattutto valutarne attentamente pro e contro.
Come è fatto un obiettivo zoom
Da un punto di vista esteriore tutti gli obiettivi (focale fissa e zoom) sono abbastanza simili, essendo comunque composti da un tubo metallico (verniciato di bianco o di nero), con una lente frontale molto grande, una piccola posteriore al centro del bocchettone dell’attacco, una o più ghiere rotanti.
All’interno si trovano
- i vari gruppi di lenti
- i meccanismi di movimento
nei modelli “elettronici” abbiamo anche:
- i micromotori della messa a fuoco e dei servomeccanismi
- l’elettronica che dialoga con la fotocamera nei modelli più recenti
- eventualmente, se presente in quel modello, lo stabilizzatore
Torniamo all’esterno.
Sugli obiettivi di nuova generazione è presente una sola ghiera, che è quella della messa a fuoco; nei modelli più vecchi era presente anche una ghiera rotante con movimento a scatti (non continuo come quella della messa a fuoco) che serviva a modificare l’apertura del diaframma. Era appunto a scatti perché permetteva di passare da un valore all’altro saltando solo di stop in stop, quindi da f2.8 a f4, a f5.6 e così via.
Quel che differenzia gli zoom dai “focale fissa” è la presenza di una ulteriore ghiera, dedicata appunto alla regolazione della lunghezza focale di lavoro.
Gli zoom tele dispongono inoltre di una apposita staffa rotante che permette di fissare l’obiettivo al cavalletto, piuttosto che il corpo macchina, per evitare di far gravare tutto il peso “a leva” sull’attacco.
I selettori lungo il corpo servono generalmente a:
- selezionare la messa a fuoco tra auto e manuale (sempre presente)
- attivare/disattivare (se presente) lo stabilizzatore
- selezionare la modalità di stabilizzazione (se presente lo stabilizzatore)
- limitare l’area di messa a fuoco (opzionale)
Quest’ultima funzione si trova spesso sugli zoom tele e serve a impedire che la macchina faccia compiere all’obiettivo eccessive escursioni alla ricerca di un punto di messa fuoco. Serve infatti per limitare il range di fuoco tra infinito e una distanza x, che è maggiore di quella minima possibile.
In questo caso si tratta dei selettori di un Canon
Esempio.
Se l’obiettivo può mettere a fuoco da 1 metro a infinito, nel caso stessimo fotografando soggetti molto lontanti possiamo attivare il limitatore e stabilire che la distanza di messa a fuoco possa variare solo tra infinito e 5 metri, non meno. Si tratta comunque sempre di un valore unico e definito dal costruttore, che non possiamo variare a piacimento. Sugli zoom tele di vecchia generazione questa funzione era invece manuale, realizzata con una ghiera rotante a fissaggio a vite, e poteva essere posizionata su qualsiasi distanza.
La modalità di stabilizzazione viene approfondita nell’apposita lezione, ma in linea di massima serve a spiegare all’obiettivo (e al suo sensore di posizione che comanda lo stabilizzatore) se stiamo fotografando un soggetto fermo o se lo stiamo inseguendo per un panning. La posizione standard è per soggetto fermo (quindi noi siamo fermi).
Zoom “a pompa”
Esistono in verità due tipi di comando a ghiera per regolare la lunghezza focale di lavoro di uno zoom. Il primo è semplicemente rotante, come la messa a fuoco, il secondo è detto a “pompa”. Si tratta di una soluzione che prevede la presenza di una sola ghiera (molto ampia, tanto da essere impugnata comodamente da una mano aperta, e non solo da alcune dita) che comanda allo stesso tempo la messa a fuoco e la variazione di lunghezza focale.
Ruotandola si mette a fuoco; spingendola avanti e indietro lungo il corpo dell’obiettivo si regola la zoomata.
Uno zoom con comando monoghiera “a pompa”
Il vantaggio fondamentale di questa soluzione tecnica sta nel fatto che, se si deve lavorare in fuoco manuale, essa permette di agire con una sola mano contemporaneamente, e questo è prezioso se stiamo inseguendo un soggetto in movimento, anche trasversale (ossia che si sposta lateralmente e allo stesso tempo si allontana, o avvicina).
Per contro ha un difetto che si evidenzia se fotografiamo tenendo la fotocamera sul cavalletto e puntandola verso l’altro (ad esempio la volta di un edificio). In uno zoom con sistema “a pompa” posto in verticale la forza di gravità tende a far scivolare verso il basso, molto lentamente, il meccanismo, soprattutto se esso è allentato dall’uso.
Facciamo un esempio.
Dobbiamo fotografare le pitture sulla volta di una chiesa. Sistemeremo il cavalletto e la fotocamera con lo zoom puntato verso l’alto, in verticale, inquadreremo, metteremo a fuoco e sceglieremo un tempo di scatto di 1 secondo. Ebbene, potrebbe accadere che lo scatto risulti mosso perché in quel secondo lo stantuffo è stato attirato verso il basso dalla forza di gravità e la lunghezza focale è variata leggermente. La soluzione empirica è quella di fermare con della carta adesiva (nastro da carrozziere) la ghiera al corpo.
Se fate spesso questo tipo di foto non comprate quel tipo di zoom.
Se al contrario siete appassionati di quel tipo di fotografia che prevede lo scatto durante la zoomata, allora questa soluzione tecnica è ideale, perchè il movimento a pompa permette un maggior controllo della posizione durante lo scatto.
La classica immagine realizzata effettuando lo scatto con un tempo relativamente lungo durante una progressiva e lenta zoomata.
La tendenza attuale è comunque quella di abbandonare questa soluzione tecnica, dato che la messa a fuoco è ormai quasi esclusivamente delegata ai sistemi autofocus, per cui la ghiera della zoomata rimane l’unica da dover regolare.
Vantaggi degli zoom
Il vantaggio principale dello zoom, come abbiamo appena detto, è il fatto che un solo obiettivo permette di spaziare attraverso una gamma di focali (più o meno ampia a seconda del modello), per cui riduce il numero di elementi da portare con se sul campo; in definitiva bastano due soli zoom scelti con accuratezza per coprire tutta la gamma di inquadrature di cui abbiamo bisogno.
Ad esempio, nel caso di una fotocamera 35mm a sensore pieno (full-format, quindi 24*36mm) basta avere un 16-35mm e un 80-200mm per coprire tutte le esigenze di un classico fotografo “da campo”. L’aggiunta poi di un 35-70mm renderebbe davvero totale la copertura, in maniera continua, dalla focale super-grandagolare dei 16mm fino al tele spinto a 200mm.
Il vantaggio risulta quindi evidente per tutti i fotografi d’azione o comunque impegnati sul campo e in esterni, costretti a portare sempre con se tutta l’attrezzatura. Inoltre, avere un obiettivo che copre più focali permette di lasciarlo sempre montato e non dover fare cambi troppo spesso (come avverrebbe se avessimo tre obiettivi diversi a focale fissa), operazione che aumenta il rischio di polvere sul sensore.
Alto vantaggio non trascurabile sta nella spesa: se è vero che uno zoom ha un prezzo non indifferente, soprattutto quelli di qualità elevata e caratteristiche professionali, è pur vero che acquistare i singoli “focale fissa” corrispondenti alle principali da esso coperte avrebbe un costo di gran lunga maggiore.
Prendiamo ad esempio un 70-200mm Canon. Ne esistono varie versioni, tra cui:
- EF 70 – 200mm/f4 l usm – € 700
- EF 70 – 200mm/f4 l is usm stabilizzato – € 1300
Entrambe con apertura massima a f4, quindi mediamente luminosi; il secondo ha lo stabilizzatore.
- EF 70 – 200mm/f2.8l is ii usm – € 2612
In questo caso si tratta invece della versione professionale, luminosa avendo apertura massima del diaframma a f2.8.
Come si nota già nella due versioni amatoriali, abbiamo un prezzo quasi doppio scegliendo il modello stabilizzato; il professionale costa quasi 4 volte di più rispetto al modello base. In ogni caso, anche l’f4 non stabilizzato consente di fare foto assolutamente dignitose, dato che la qualità delle ottiche Canon, come anche ovviamente Nikon, resta sempre buona anche nei modelli non di punta.
Se volessimo scegliere un set di focali fisse al posto di questo zoom dovremo acquistare:
- EF 85mm/f1.8 usm – € 420
- EF 135mm/f2.0 l usm – € 1220
- EF 200mm/f2.8 ii usm – € 855
Si tratta certamente di ottiche di altissimo livello, spesso ad alta luminosità (abbiamo una f1.8 e una f2) ma la somma totale dei prodotti arriva a 2911 euro, cifra superiore allo zoom professionale stabilizzato, quindi il top della gamma.
Se poi volessimo esagerare potremo optare per il super luminoso “EF 85mm/f1.2 l II usm”, che da solo costa ben 2370 euro.
Svantaggi degli zoom
Naturalmente, come ogni umana cosa, anche gli zoom hanno i loro difetti.
Il più evidente è che peso e dimensioni sono solitamente maggiori rispetto a un focale fissa, ma parliamo di differenze modeste, sicuramente non così evidenti come quelle che ci sono tra un 300mm/f4 e un f2.8, dove parliamo di Kg.
Ma quello che crea più problemi è però il fatto che la loro qualità ottica è difficilmente paragonabile all’omologo a focale fissa, a meno di non acquistare un obiettivo zoom di classe professionale.
Il problema si evidenzia in maniera rilevante nei prodotti di classe economica e media, dove la scarsa qualità risulta poco visibile se si possiede solo quell’obiettivo, ma si nota subito in maniera netta qualora il fotografo abbia anche un focale fissa o faccia confronti con le foto scattate da colleghi e amici nella stessa situazione.
Ad esempio, è praticamente impossibile che un 80-200mm di classe non professionale riesca mai ad offrire la medesima qualità di un 200mm fisso, ne di un 85mm, ne di un 135mm e così via. E anche i professionali faticano…
Inoltre, i focale fissa attualmente nei cataloghi delle principali aziende produttrici offrono luminosità elevate, impossibili agli zoom.
Variazione di luminosità massima
Altro elemento negativo degli zoom di categoria economica e media risiede nella variazione di luminosità alle differenti focali. Prendiamo come esempio il Canon “ef – s 15-85mm f3.5-5.6 is usm”, un obiettivo con grande estensione focale che va dal super-grandangolo 15mm al medio tele 85mm. Non essendo un prodotto di classe professionale è palese che il sistema di lenti deve scendere a compromessi per poter coprire questa così ampia gamma focale: ecco infatti che la luminosità massima spazia tra f3.5 e addirittura f5.6, con un oscillazione notevole.
Questo era un grave limite con le pellicola, soprattutto con le lentissime e poco sensibili Velvia 50 ISO, ma diventa un problema risolvibile con le digitali, dove è sufficiente alzare la sensibilità di qualche stop per recuperare la luminosità “mancante” all’obiettivo.
Gli zoom professionali permettono invece di tenere sempre costante la luminosità, ma anche il livello generale di qualità ottica, alle diverse focali offerte.
Il problema della variazione di luminosità massima, ma anche di qualità generale, con il variare della focale è un problema che affligge gli zoom in maniera proporzionale all’ampiezza della loro gamma. Questo è abbastanza ovvio e intuibile, ed è dovuto alle problematiche legate alla costruzione degli elementi ottici. Per avere escursioni focali molto ampie i progettisti sono costretti a notevoli compromessi, a chiaro discapito delle prestazioni, sia generali che sulle focali specifiche. Ecco perché è preferibile evitare l’acquisto di zoom troppo universali, soprattutto se spaziano da grandangolo a tele, o peggio ancora se partono da super-grandangolo o arrivano a super-tele.
Generalmente gamme come:
- 16-35mm
- 35-70mm
- 70-200mm
sono considerate eque ed equilibrate. Al contrario escursioni focali come (ad esempio):
- 18-200mm
- 17-85mm
- 28-135mm
difficilmente consentono di offrire qualità e prestazioni buone e costanti. Infatti queste escursioni sono tipiche di obiettivi di gamma bassa e media, e non le si trovano tra i prodotti di categoria professionale.
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