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L’importanza della prospettiva nella fotografia

Sembra quasi impossibile che un piccolo obiettivo possa riprodurre con precisione vasti paesaggi di montagna o vedute di una città su uno schermo piatto, con forme perfette e particolari brillanti. La magia che rende tutto questo possibile è la prospettiva, il processo attraverso il quale si rappresentano oggetti in tre dimensioni su una superficie a due dimensioni.


Le regole della prospettiva della fotografia sono semplici: l’obiettivo proietta il campo visivo sul sensore della fotocamera. Questo si basa su precisi principi ottici per cui un oggetto sarà registrato in proporzione a quanto grande lo vede l’obiettivo. Si crea cosi la percezione di profondità gli oggetti distanti sono rappresentati più piccoli di quelli più vicini e le linee parallele sembrano convergere all’orizzonte. Poiché il campo visivo è più grande di quello del sensore (tranne che nei close-up più estremi) l’immagine si rimpicciolisce per combaciare con la superficie del sensore. Di conseguenza la prospettiva di ogni immagine dipende esclusivamente dal punto in cui il fotografo posiziona la fotocamera. La prospettiva non varia cambiando lunghezza focale, né decentrando l’obiettivo. La prospettiva è determinata dalla posizione in cui si scatta la fotografia.

Si può usare una prospettiva da teleobiettivo, che consiste nella tecnica di vedere il soggetto da lontano con un obiettivo a lunghezza focale elevata per far apparire gli oggetti con proporzioni più simili e più vicini tra loro. Per una prospettiva grandangolare della stessa scena si scatta da vicino, includendo ogni cosa, per accentuare le differenze di proporzione e le distanze reciproche tra gli oggetti.

I valori emotivi della fotografia

La capacità di controllare la prospettiva è l’abilità fotografica più facile da padroneggiare, e non costa nulla: camminate semplicemente intorno al soggetto, guardando cosa succede cambiando punto di vista. Se vi discostate dalla posizione “classica”, in genere allo stesso livello del soggetto, e da una certa distanza, potete suggerire significati diversi:

  • punti di vista ravvicinati suggeriscono intimità, coinvolgimento emotivo, audacia o invadenza;
  • punti di vista distanti suggeriscono freddo distacco, assenza di emozioni o sicurezza grazie alla distanza;
  • punti di vista sopraelevati indicano separazione, assenza di coinvolgimento o distacco in una posizione di potere;
  • punti di vista dal basso suggeriscono partecipazione all’azione, subordinazione o una posizione di impotenza.

Come avere vedute differenti

Per imparare ad avere una veduta differente sulla medesima scena prospettica, innanzitutto è fondamentale scegliere una scena e poi iniziare ad esplorarla da cima a fondo. E’ importante sviluppare la comprensione e la consapevolezza di come le variazioni di prospettiva influenzano l’impatto emotivo delle immagini. All’inizio è possibile sperimentare liberamente, per poi iniziare a prendere decisioni sulla base delle specifiche sensazioni che si intende suggerire a chi guarderà la fotografia.

  1. All’inizio è fondamentale scegliere un soggetto statico con intorno spazio a sufficienza per esplorarlo: un edificio, un albero, una scultura in un parco, o anche qualcosa di più piccolo come una pianta in casa o un animale domestico addormentato. In questo modo, si scatta ogni colta che si cambia posizione.
  2. Come seconda cosa, è fondamentale camminare intorno al soggetto e badare a come cambia il suo rapporto con l’ambiente circostante. Da una certa angolazione potrebbe fondersi con lo sfondo e da un’altra al contrario risaltare.
  3. Avvicinatevi al soggetto quindi andate più lontano: notate come lo spazio tra il soggetto e gli oggetti che lo circondano cambia. Da ogni posizione, provate a scattare tenendo la fotocamera in alto sopra la testa, all’altezza della vita e del suolo.
  4. Mentre vi spostate intorno al soggetto, scattate con lo zoom impostato alle lunghezze focali estreme.