Questo tutorial, dedicato in maniera specifica a quando fotografare la Via Lattea, è un approfondimento tematico della guida generale sul come fotografarla.
E, se non l’avete fatto, vi invitiamo a leggerlo per avere le basi teoriche di questo genere di fotografia.
Qualcuno si chiederà ora perchè parliamo di “quando fotografare la Via Lattea”. Il motivo è semplice: perchè lei è sempre li nel cielo, ma dati i movimenti della Terra non sempre è visibile in maniera ottimale.
Andiamo quindi a scoprire quando, per noi fotografi residenti in Italia, arriva la stagione perfetta per fare grandi scatti della nostra galassia.
Quando fotografare la Via Lattea
Generalmente in Italia i mesi in cui è possibile fotografare la Via Lattea vanno da aprile a novembre. Da aprile a giugno essa appare all’orizzonte, verso est, con il famoso arco.
Poi tende a salire verso lo zenith, ossia la verticale, tra luglio e settembre. Per poi iniziare la controrotazione che la porta a scendere dalla Polare verso l’orizzonte a nord. La sua posizione anticipa ogni giorno:
ad aprile sorgerà all’orizzonte molto tardi, prima dell’alba, ma già a giugno la troveremo ad arco a metà della notte.
Esistono comunque una infinità di software e app che vi permettono di vedere con i vostri occhi i suoi movimenti e di predire con certezza dove sarà in un certo giorno a una data ora. Usateli, ma poi imparate a farne a meno.
Qualcuno, ricordando che all’inizio di questa parentesi astronomica avevamo parlato del problema delle dimensioni, si chiederà dove siano finite. Eccole. L’estensione visiva della Via Lattea nel cielo è enorme e copre una ampiezza di arco notevole.
Distinguiamo tra due situazioni fotografiche:
- arco
- fascia
L’arco, come dice il nome, è quella situazione fotografica in cui la Via Lattea bassa sull’orizzonte a est disegna un vero e proprio arco. In Italia la si può fotografare agevolmente da aprile a metà giugno.
Fino a metà luglio è ancora fattibile appena dopo il crespuscolo, ma con grande difficoltà di inquadratura.
La fascia, è invece la situazione fotografica in cui la Via Lattea sale dall’orizzonte verso l’altro come una fascia luminosa. Diciamo che da giugno a novembre si presta a questa inqudratura (sempre in Italia).
Quando fotografare l’arco
Il problema dell’arco, lo scatto più ambito da tutti, è che la sua estensione è notevole in termini di larghezza angolare. Quindi serve una lente con grandissima ampiezza di campo.
L’arco basso sull’orizzonte è molto suggestivo, ma siccome viviamo in un paese ad altissimo tasso di inquinamento luminoso, sappiamo che l’orizzonte nelle zone pianeggianti e di mare è molto invaso da foschia e luminosità parassita; questo rende molto difficile poter fare l’arco basso.
Nelle zone di montagna abbiamo meno foschia e meno inquinamento luminoso, ma ci sono le montagne a chiudere l’orizzonte. Dobbiamo quindi aspettare che l’arco salga. Ma salendo si allarga, diventando sempre più ampio e alto verso lo zenith.
Per poterlo inquadrare tutto (e ovviamente inserire nell’inquadratura una parte di paesaggio) abbiamo bisogno di supergrandangolari o fisheye. Parliamo di:
- 14mm (che è appena sufficiente con arco ancora basso)
- 12mm (più ampio, ma anch’ecco destinato a diventare insufficiente appena l’arco sale)
- fisheye (fisheye rettangolari, non sferici) come il 12 mm Samyang (eccellente come rapporto qualità/prezzo)
Il fisheye in definitiva è l’unico in grado di coprire l’intero arco quando è ben sopra l’orizzonte, nella posizione migliore.