Le persone sono sempre state e continuano a essere di gran lunga il soggetto di gran lunga più fotografato. Sono però molto lontani i giorni in cui farsi fare un ritratto equivaleva a farsi preparare un ritratto in cui il soggetto si limitava semplicemente ad indossare l’abito migliore del suo guardaroba.
Il ritratto moderno, in effetti, include tantissimi stili che vanno dalle fotografie informali scattate per sbaglio nell’ambiente domestico alle fotografie scattate in gruppo con gli amici in occasioni di serate importanti. Infine, c’è sicuramente anche il ritratto artistico perfettamente illuminato all’interno dello studio di un fotografo professionista.
La crescita di quello che è considerato accettabile nella ritrattistica significa non dover seguire più una formula: tutto, in qualche modo, è diventato lecito e concesso. I volti possono essere ben definiti ma anche nascosti da una sfocatura o un lieve movimento.
Può esserci il contatto visivo con il soggetto, che tuttavia potrebbe anche tranquillamente avere lo sguardo rivolto altrove. Nel ritratto ci sono moltissime pose che sono ammesse e che variano dalla posa casual a quella formale passando anche per una foto in cui il soggetto appare travestito.
Decidere la posa per un ritratto
A questa varietà corrisponde, in termini di interazione con i modelli, un’ampia gamma di possibilità. Un fotografo professionista, in effetti, può decidere di chiedere al soggetto si comportarsi come se lui stesso non ci fosse oppure può ordinargli di mettersi in posa con un’estrema precisione, decidendo come il soggetto deve rimanere seduto o in piedi e guidando – passo passo – anche le sue espressioni facciali.
Tra i due estremi, è possibile esplorare un’infinità varietà di stili di ritratto: non bisogna mai aver paura di sperimentare. Il modo in cui il fotografo decide di mettere in posa un modello, in effetti, è l’esito della relazione che esiste tra il fotografo e l’oggetto che sta andando a rappresentare. Il fotografo non deve comandare a bacchetta il suo modello; ma deve sapere che può ottenere un risultato migliore se riesce a coinvolgere il soggetto nella sua operazione fotografica.
Il segreto di una sessione fotografica di successo sta sicuramente nella collaborazione: è importante infatti che il fotografo condivida le sue idee in merito al soggetto che va a ritrarre e che gli indichi esattamente quale risultato vorrebbe ottenere. Anche quando ci si troverà di fronte un modello professionista, tutto filerà liscio quando il soggetto avrà capito le intenzioni del fotografo.
Ritratto e contesto
Costruire la posa di un ritratto richiede di tenere in considerazione anche l’ambiente e lo sfondo della scena. Se scegliete di isolare il soggetto dal contesto, per esempio posizionandolo contro un fondale in tinta unita, concentrate l’attenzione dello spettatore sul carattere del soggetto, rimuovendo tutti gli altri indizi su chi possa essere.
Ci si può basare solo su espressioni, gesti e posa. Chi è portato alla lettura del linguaggio corporeo potrà intuire molte cose di una persona dalla posa che assume davanti alla fotocamera. Al contrario, potrete includere il contesto in cui si trova il soggetto, lo spazio in cui vive o lavora, o ambiti più ampi, come parte integrante dell’osservazione.
Con questo approccio, le dimensioni della persona rispetto allo spazio intorno a lui costituiscono intuitivamente un’indicazione dell’importanza che questo spazio riveste nella sua vita. Per esempio, se una persona sembra piccola tra una grande piantagione di alberi, il messaggio implicito per chi guarda è che gli alberi sono importanti per il soggetto. L’ambiente assume significato e allo stesso tempo attribuisce un maggior valore alla persona ritratta.
Ritratto: sei consigli per fotografare il viso
Ecco quindi alcuni consigli per ottenere il ritratto perfetto.
Concentrarsi sugli occhi.
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Pertanto, nulla è più importante di ottenere che il soggetto della vostra foto mostri occhi penetranti e interessanti. Catturare lo sguardo della persona ritratta in modo che risulti “potente” trascinerà il visualizzatore all’ interno della foto, stabilendo una forte connessione tra loro.
Guardare l’angolazione
Ricordate che per gli scatti da vicino, gli angoli di inclinazione della fotocamera (o meglio del piano del suo sensore) rispetto al viso del soggetto incideranno notevolmente sul vostro risultato. Per le donne, fate apparire gli occhi più grandi e il volto più delicato scattando proprio su di essi. Per gli uomini, sottolineare la forza e la realizzazione scattando leggermente verso su.
Utilizzare luce diffusa
Negli scatti da vicino, la pelle viene messa in risalto in maniera sorprendente, con tutte le sue caratteristiche superficiali. È fondamentale quindi mostrare una pelle senza macchie e imperfezioni. Si può ottenere questo risultato usando una luce di tipo diffuso, piuttosto che diretto, in maniera tale che essa vada a contornare delicatamente la pelle, portando la definizione giusta lungo le linee del volto, ma senza evidenziare macchie o imperfezioni.
Luce sui capelli
I capelli sono un dettaglio critico dei ritratti e anche se l’uso di una luce diretta, posta alle spalle del soggetto e puntata sulla sua capigliatura, non li rende certo più dinamici, sicuramente ne migliora la resa. La luce sui capelli può essere posizionata sopra o dietro al soggetto (anche con l’uso di un flash o sfruttando il sole), e ciò aggiungerà profondità allo scatto e stacchera la parte più alta della testa dallo sfondo.
Gli obiettivi giusti
Non c’è niente di più inquietante di un ritratto quasi perfetto che fallisce poi nella resa finale a causa della distorsione introdotta dell’obiettivo. I grandangolari tendono a allargare la faccia. In generale, è consigliabile, per tutti i ritratti con ripresa ravvicinata, evitare gli obiettivi della fascia che va dalle medie focali (tipo 50mm) ai grandangoli. Utilizzate invece un obiettivo che comprima l’immagine e “sfini” il viso del vostro soggetto – in genere dai 90 mm e oltre. Gli obiettivi preferiti per i ritratti sono gli 85, i 105 e i 135mm.
Suggerire l’espressione
L’elemento finale e più importante delal foto di ritratto è l’espressione del soggetto, che dovrebbe soddisfare lo scopo della foto stessa. Il vostro lavoro di fotografo, più che fare click, è in realtà quello di tirare fuori dal soggetto l’aspetto più naturale e più consono alla bisogna. Cercate di ottenere questo guidandondo la persona che state fotografando; fatelo attraverso domande e discorsi vari. Non lasciatelo nel silenzio, poiché tenderà ad irrigidirsi e andare in tensione; provate invece a porgli una serie di questioni che serviranno a fargli avere uno sguardo riflessivo, o landiate una battuta scherzosa per ottenere un sorriso naturale.
Tagli e inquadrature del ritratto
Siamo alle prese con un ritratto, magari di un amico che ha bisogno di una foto ben fatta per il suo curriculum, oppure della nostra fidanzata (o fidanzato), e la classica domanda che si pone chi non ha mai fatto questo tipo di foto è sempre la stessa: dove taglio la figura? Ecco quindi una guida facile e completa su tagli e inquadrature del ritratto.
Si, perché, a meno di non voler inquadrare l’intera figura umana da testa a piedi, il ritratto deve necessariamente effettuare una scelta e “tagliare” a una certa altezza. Dando per scontato che nell’inquadratura di un ritratto vada inclusa la testa del soggetto, resta da decidere fino a dove essa debba estendersi verso il basso.
Le inquadrature del ritratto
Se inquadriamo l’intera figura, cosa da non escludere, essendo il corpo umano sottile e allungato, avremo come conseguenza che il viso diventa assai piccolo in proporzione e quindi i lineamenti poco visibili. Soprattutto su una stampa 10*15 o una visualizzazione su schermo di ridotte dimensioni, ad esempio uno smartphone, sarà quasi impossibile distinguere bene il volto della persona.
Ecco quindi che siamo costretti a “tagliar via” il resto del corpo dall’inquadratura per consentire al viso di assumere proporzioni maggiori e risultare meglio visibile.
Il termine tagliare fa pensare a qualcosa di truculento, ma è solamente una forma del gergo professionale. In realtà, come avrete ben capito, vuol dire semplicemente escludere la parte inferiore del corpo del soggetto dall’inquadratura.
Parliamo ovviamente di soggetto in piedi o seduto, e non sdraiato, nel qual caso il discorso è leggermente diverso, dato che il “taglio” non viene più effettuato dall’alto verso il basso, ma lateralmente, dalla testa verso i piedi.
Tagli del ritratto
A differenza di quel che pensano i profani e i principianti, il “taglio” per le inquadrature del ritratto non viene effettuato in maniera casuale, ossia interrompendo la figura umana dove si vuole, ma seguendo determinate regole, canonizzate nel corso del tempo secondo stili e modi di vedere. Vi sono infatti “tagli” ben definiti per le inquadrature del ritratto che prendono anche nomi specifici; alcuni sono addirittura divenuti celebri grazie al cinema ed entrati nel comune parlare anche per altri ambiti, come il “primo piano” o il “piano americano”.
Vediamo ora nel dettaglio questi “tagli” per le inquadrature del ritratto.
Primissimo piano
Questo taglio per inquadrature del ritratto si ottiene quando il volto occupa tutto il fotogramma e non si hanno altri elementi del corpo che entrano a far parte dell’immagine. Quando lo si sceglie va posta la massima attenzione ai difetti del volto e alle possibili ombre che vi si formano; richiede di solito un trucco specifico del soggetto e/o una post produzione per eliminare i difetti della pelle. Purtroppo rende visibile ogni minimo elemento caratteristico del viso, come peluria, nei, rughe, macchie. Si consiglia di utilizzare un flash a luce non diretta per l’illuminazione, e poi di ricorrere a filtri diffusori oppure alla classica calza di nylon sull’obiettivo per ammorbidire la ripresa; in alternativa una sfocatura controllata in fase di post produzione.
Primo piano
In questo caso l’inquadratura è simile alla precedente ma si allarga e arriva fino all’altezza delle clavicole; l’importante è avere l’accortezza di bilanciare bene gli spazi che si trovano sopra e sotto il viso del soggetto, quindi rendere uguali la fascia dalla testa in su e quella dal mento in giù. In questo tipo di taglio per inquadrature del ritratto è determinante trovare il punto di attenzione su cui andrà a cadere lo sguardo del lettore; può essere lo sguardo del soggetto, un dettaglio del viso o altro elemento capace di captare l’attenzione.
Mezzo primo piano
Un mezzo primo piano sbagliato, perchè tronca le braccia in maniera innaturale.
Un mezzo primo piano corretto, in verticale
Ulteriore ampliamento del campo dei tagli precedenti per inquadrature del ritratto in cui la figura del soggetto è inserita includendo anche la metà superiore del torace. In questa scelta è fondamentale curare al massimo la posizione delle braccia, perché entrano a far parte della composizione dell’inquadratura in modo davvero determinante. L’errore peggiore che si possa fare è quello di avere il soggetto con le braccia poste in maniera innaturale, in posizioni impossibili oppure penzolanti verso il basso.
Piano americano
Qui l’inquadratura scende verso il basso e arriva più o meno alle ginocchia del soggetto; solitamente il “piano americano” viene impiegato in maniera diffusa nel cinema e segue comunque le regole generali della composizione nel ritratto. In questo tipo di taglio, molto più ampio dei precedenti, entra in gioco lo sfondo, che diventa un elemento rilevante dell’inquadratura; sta al fotografo decidere se renderlo parte attiva della scena (ritratto ambientato) oppure usarlo solo come sfondo indefinito sfocandolo. In ogni caso non è detto che debba essere un elemento determinante in questa variante delle inquadrature del ritratto.
Figura intera
Come dice anche il nome, il soggetto è ritratto nella sua interezza, dalla testa fino ai piedi (che non vanno mai tagliati come fanno alcuni principianti). Anche in questo taglio lo sfondo è rilevante ed è necessario operare una scelta: tenerlo a fuoco per avere un ritratto ambientato oppure sfocarlo per concentrarsi sulla figura umana. Con il taglio a “figura intera” il soggetto non dovrebbe mai essere troppo “stretto” nei margini dell’inquadratura, ma avere sempre una fascia di respiro tutt’attorno.
Campo medio
Questa è una variante abbastanza particolare che prevede il soggetto ripreso nell’ambiente in cui si trova e viene chiamato a interpretare. Generalmente la si sceglie quando il rapporto tra soggetto e ambiente è molto forte o ha una sua logica. Qui, a differenza dei due tagli precedenti che pur prevedevano una presenza dello sfondo, esso deve essere necessariamente bene a fuoco al pari del soggetto.