La fotografia di Philip-Lorca diCorcia
Philip-Lorca diCorcia nasce nel 1951 a Hatford, Connecticut. Dopo gli studi in arte e fotografia svolti tra Boston e Yale, nel 1979 si trasferisce a Los Angeles in cerca di fortuna presso gli Universal Studios di Hollywood.
Dalla breve e sfortunata esperienza hollywoodiana, diCorcia acquisisce una curiosità per l’asettica purezza dell’immagine cinematografica, per la raffinatezza degli scatti di moda o di scena.
Quando, a metà degli anni 80, si trasferisce a New York, diCorcia si scopre come uno dei più originali fotografi di strada. Coniugando la purezza formale estetica, con l’interesse per gli scatti rubati alla banalità del quotidiano, il suo stile si caratterizza come innovativo, profondo e inconfondibile.
I soggetti dei suoi scatti sono tutti ripresi in momenti apparentemente banali della vita quotidiana, ma grazie alla perfezione del suo stile, emerge la bellezza di scene di vita reali e concrete. È così che le sue foto assumono l’aspetto di frammenti di una pellicola cinematografica.
Frammenti che diCorcia sviluppa nei suoi scatti a Berlino, New York, Boston, Calcutta, Hollywood, Roma, Tokyo. Frammenti che donano meravigliosi squarci della quotidianità in città meravigliose in cui soggetti vengono messi a fuoco in modo speciale, nella loro semplicità e isolati dal contesto delle persone circostanti.
I visi nelle foto di Philip-Lorca diCorcia
È attraverso un abile utilizzo della luce che i volti delle foto di Philip-Lorca diCorcia rispecchiano il fascino e la bellezza di ciò che è comune e singolare al tempo stesso.
Non volti di modelle e modelli in un teatro di posa, bensì corpi e facce di persone comuni colte nella loro quotidianità all’interno di luoghi spesso anonimi.
È proprio il contrasto e la contraddizione tra un linguaggio documentaristico-cinematografico e la quotidianità dei soggetti e dei momenti rappresentati a rendere inconfondibili gli scatti di diCorcia.
Ma la quotidianità dei suoi scatti è solo apparentemente casuale e banale. Ai suoi esordi, infatti, ad essere immortalati sono principalmente familiari ed amici, sapientemente posizionati da diCorcia in modo che appaiano in momenti e azioni spontanee della vita di ogni giorno.
Successivamente, soggetti delle sue fotografie diventano persone reclutate a caso in giro per il mondo. I nomi delle città sostituiscono così i nomi dei soggetti rappresentati.
Oltre ai familiari, agli amici, e alle persone prese a caso, diCorcia ha anche utilizzato, nelle sue ultime serie, persone provenienti dal mondo del teatro, come attori e danzatrici, ripresi in contesti e azioni di assoluta quotidianità.
Le serie fotografiche
Ogni sua serie, Hustlers, Streetwork, Heads, A Storybook Life, e Lucky Thirteen, può essere considerata come una continua e progressive ricerca, concettuale e formale, all’interno del suo personalissimo stile.
Di fronte alle sue foto, lo spettatore è portato istintivamente e inconsapevolmente ad immedesimarsi nell’azione e nell’istante in cui il soggetto è colto, ammaliato e coinvolto dall’apparente quotidianità dello scatto.
La sua fotografia, artificialmente comune, agisce profondamente sulla psicologia dello spettatore.
La fotografia dona, così, un alto senso del dramma dei passanti colti accidentalmente, del loro essere comuni nei movimenti e nelle espressioni dei volti.
Philip-Lorca diCorcia rivoluziona il concetto del fotografo di strada ed il modo stesso di fare fotografia. Avvalendosi di un metodo assolutamente originale, che consiste nello scattare innumerevoli polaroid, composte poi nella foto finale, diCorcia riesce ad ottenere una foto al cui interno sono contenute diverse foto, molteplici soggetti, ripresi in differenti momenti e azioni.
Molteplici soggetti, singolari e comuni allo stesso tempo, tenuti insieme dall’abilissimo occhio di diCorcia, a metà tra un fotografo ed un regista.
Polaroid e Thousand sono i titoli inequivocabili di alcuni dei suoi lavori più noti.
Numerosi sono, inoltre, i riconoscimenti ottenuti e le mostre nelle più importanti gallerie e musei d’arte contemporanea di tutto il mondo.
Dal 1977, infatti, espone sia negli Stati Uniti che in Europa. Nel 1991 prende parte ad una esposizione presso il Museum of modern art di New York con il lavoro Pleasures and Terrors of Domestic Comfort. Nel 2003 la Tate Modern di Londra ospita la sua serie dal titolo Cruel and Tender. Alcuni dei suoi lavori sono esposti in modo permanente presso il MOMA di New York.
E ancora, suoi lavori sono stati accolti in Germania, Spagna, Svezia e presso il Centre National de la photographie di Parigi.
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