Benvenuti in questo tutorial dedicato a una delle tecnica più singolari e spettacolari della fotografia notturna: lo startrail.
Il termine deriva dall’inglese star+trail, ossia “sentiero delle stelle”, in pratica il tracciato luminoso che la stella lascia al suo passaggio nel cielo.
Teoria dello startrail
Ma come nascono queste scie?
Qualcuno dirà che sono le stelle che si muovono nel cielo, ma questo è vero secondo la nostra percezione di terresti. E così gli antichi credevano fosse. In realtà la scienza ci ha spiegato che il cielo è fermo ed è la nostra Terra a ruotare su se stessa, sul suo asse.
La Terra compie infatti una rotazione completa nelle 24 ore, originando così il ciclo del giorno. Per questo il cielo notturno ci appare pieno di stelle… che camminano.
Da adesso in poi diamo per buono che sia il cielo a ruotate, solo per comodità di spiegazione in questo tutorial.
Quindi, se questo cielo “ruota”, esso dovrà ruotare (come avviene per tutte le rotazioni) attorno a un centro, un perno di rotazione. Esso si chiama asse terrestre e passa – come una ipotetica linea – attraverso i poli. In Italia questa ipotetica linea, se prolungata all’infinito oltre il polo Nord, andrebbe a finire su una stella.
Questa stella si chiama infatti “stella Polare” e fa parte della costellazione dell’Ursa Minor, anche detta Orsa Minore o Piccolo Carro. La stella, detta brevemente “la Polare”, è celebre sin da tempi antichi proprio perché indica il Nord cardinale ed è quindi sempre stata di enorme aiuto per l’orientamento nei viaggi e nella navigazione nei tempi in cui non esistevano i moderni mezzi di localizzazione.
Ma ancora oggi, anche se siete privi di qualsiasi strumento elettronico o di bussola, grazie alla Polare potete orientarvi molto facilmente. Guardate nella sua direzione e allargate le braccia a croce: davanti a voi avrete il Nord, alle spalle il Sud, alla destra Est e alla sinistra Ovest.
Ma torniamo al nostro startrail.
Abbiamo detto che le stelle “ruotano” nel cielo attorno alla Polare. Ma come ruotano? Facile: in senso antiorario, ossia sorgono a est e vanno a tramontare a ovest, esattamente come Sole e Luna. Ma questo è ovvio, perché anche loro non sono realmente in movimento nel cielo, bensì ci appaiono tali sempre per via della rotazione terrestre. Naturale quindi che tanto le stelle, quanto Sole e Luna seguano la stessa direzione.
Da questo abbiamo capito che se fossimo in grado di registrare in qualche modo il movimento delle stelle, le vedremo tracciare delle linee curve (dei cerchi) attorno alla Polare muovendo da Est verso Ovest.
Ma lo strumento lo abbiamo ed è la macchina fotografica!
Ed ecco nato lo startrail.
Fotografare lo startrail
Quando si utilizzava la pellicola era molto facile fare fotografia startrail: bastava lasciare l’otturatore aperto per un tempo lunghissimo e le scie erano belle e pronte. Con il digitale le cose sono ben diverse.
Se è vero che le stelle si “muovono” nel cielo, è anche vero che lo fanno con grande lentezza, e il loro movimento è praticamente impercettibile a occhio nudo. Infatti, se riflettete, devono percorrere l’interno cerchio celeste in 24 ore, ovvio quindi che la lor velocità angolare sia molto ridotta.
Mediamente il tempo per avere uno startrail dignitoso, ossia con scie abbastanza lunghe da essere belle, va da un minimo assoluto di 1 ora a tutta la notte.
Il tempo totale della ripresa dipende molto dalla lente usata. Più siete sul grandangolare e più ampia sarà la porzione di cielo inquadrata; quindi maggiore dovrà essere la lunghezza delle scie per risultare evidente. Da questo consegue un tempo totale molto lungo.
Se invece state usando un tele, allora lo stesso ragionamento di prima vi permette di ottenere scie evidenti in tempi totali più brevi. La porzione di cielo inquadrata è infatti ridotta, quindi il movimento delle stelle risulta più evidente e il tratto percorso maggior a parità di tempo rispetto a un grandangolare.
Ma se con la pellicola bastava aprire l’otturatore in posa B per 1 o 2 ore, e allo sviluppo il nostro startrail era li bello pronto sulla pellicola, sappiamo bene che con le fotocamere digitali possiamo scordarci pose B di 1 ora. Sia per motivi di rumore, sia per motivi di cottura del sensore.
Il metodo usato per ottenere tempi totali così lunghi risiede in una tecnica, un flusso di lavoro che combina scatto e post produzione. Si fraziona lo scatto che dovrebbe essere – ad esempio – di 1 ora in tanti scatti parziali di 30 secondi, che è il tempo massimo ammesso dalla fotocamera.
NOTA – è fondamentale che gli scatti vengano fatti un sequenza continua, senza interruzioni tra loro, come se si trattasse di una “raffica” nella foto sportiva.
Per fare uno startrail da 1 ora dobbiamo quindi realizzare una sequenza di 120 scatti da 30 secondi ciascuno.
- 1 ora = 60 minuti
- tempo di scatto 30 secondi
- numero totale di scatti 120
Se invece volessimo un tempo totale di 2 ore dovremmo fare 240 scatti e così via.
Una volta che abbiamo la nostra sequenza di scatti la:
- importiamo sul PC
- sviluppiamo in LR
A questo punto abbiamo la serie completa di immagini che compongono il nostro startrail. Se ne apriamo una qualsiasi ci accorgiamo che le stelle non appaiono come punti, bensì come trattini. A 30 secondi il loro movimento, pur lentissimo, inizia ad essere evidente.
A questo punto entra in gioco un software gratuito (disponibile bilingue inglese e tedesco) che si chiama startrail.exe
Scaricatelo sul vostro pc e lanciatelo.
Per usarlo basta caricare le foto della vostra sequenza e dire al software di fonderle in uno startrail. Al resto pensa lui. Una volta finito dovete solo salvare la foto finale ottenuta dalla fusione.
Se non volete usare questo software potete usare anche altri programmi disponibili in rete, come Starstax. Oppure lo stesso Photoshop, caricando tutte le foto come livelli e attivando per tutti i livelli il metodo di fusione a sommatoria di luce detto “schiarisci”. Questo procedimento però richiede PC potenti, dato che PS dovrà caricare almeno un centinaio di livelli.
Attrezzature per la fotografia startrail
In teoria bastano una fotocamera con adeguata lente, un cavalletto e uno scatto a distanza. In teoria, ma sappiamo che spesso la teoria poi si scontra con la realtà.
Vediamo quindi nel dettaglio i singoli elementi e le specifiche che devono avere.
Fotocamera per lo startrail
Considerando che si tratta comunque di fotografia notturna, la fotocamera deve essere in grado di lavorare bene a 6400 ISO. Anche se in situazioni particolari potrà capitare di lavorare a 3200 o anche 1600 ISO, il valore di 6400 deve poter essere gestito in maniera adeguata e senza eccessivo rumore.
Obiettivi per lo startrail
Non esistono indicazioni specifiche, si può andare dal super grandangolare al tele, passando per fisheye, grandangolari e normali. Quello che cambia è il tempo totale di ripresa, che aumenta man mano che aumenta l’ampiezza di campo.
Cavalletto per lo startrail
Stabile, unica considerazione davvero importante.
Scatto a distanza per lo startrail
Fondamentale, a meno che la fotocamera non possieda qualche funzione per la sequenza di scatti. Non serve un intervallometro, perché – come detto prima – la sequenza di scatti dello startrail deve sempre essere continua e senza interruzioni.
Live Composit per la fotografia startrail?
Molti conoscono la funzione Live Composit presente su varie fotocamere. Di cosa si tratta?
Una funzione di “sommatoria” della luce di scatti successivi effettuata direttamente in macchina. In pratica la fotocamera effettua una sequenza di scatti ma invece di salvare un RAW per ciascuno scatto, somma la luce di ciascuno di essi su uno scatto unico, che viene visualizzato in tempo reale sul display e poi salvato come unico RAW.
La tentazione di usarlo per uno startrail indolore, ossia che non crei una pesantissima cartella con centinaia di RAW, è tanta. Ma non fatelo. Non perchè non funzioni, anzi, funziona benissimo.
Ma perchè la fotografia notturna è sempre ricchissima di incognite, che danno sempre origine a problemi.
- aerei in volo nella scena
- luci di auto di passaggio che illuminano il terreno o gli alberi nell’inquadratura
- amici o altri fotografi che accendono torce o cellulari
Sono questi i classici eventi, assai frequenti, che rovinano uno o più scatti nelle serie di foto per la fotografia notturna.
Ora, se avete fatto una serie di singoli scatti vi sarà facile o comunque possibile lavorare singolarmente quelli con errori per riportarli alla pulizia e usarli per montare lo startrail.
Ma se avrete usato un metodo Live Composit sarà del tutto impossibile agire sullo scatto finale per togliere, ad esempio, delle scie di aereo o l’amico che ha acceso la torcia.
- macchina fotografica su cavalletto
- preparazione dell’inquadratura
- regolazione dei dati di scatti adeguata alla situazione di ripresa
- messa a fuoco su infinito
- avvio della sequenza di scatto
- scarico RAW su PC
- elaborazione RAW con LR
- uso di startrail.exe o altro software per la fusione
2 Comments
Come fare uno startrail perfetto · 20 Dicembre 2018 at 17:34
[…] altro tutorial – che vi suggerisco di leggere prima di procedere – ci siamo occupati della specifica […]
Fotografare Calascio: guida completa ai migliori punti di ripresa · 3 Gennaio 2020 at 14:24
[…] Buono, ma non ideale anche per lo startrail. […]
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