Tipi di obiettivi fotografici per reflex

Con questa specifica lezione del nostro corso di fotografia on line cercheremo di dare una risposta a tale interrogativo, ma anche di permettere al lettore di avere un quadro completo e chiaro di quali sono gli obiettivi esistenti per le reflex 35mm (comprendiamo anche le APS) e come siano suddivisi in base alle loro caratteristiche.

Tipi di obiettivi fotografici per reflex 35mm

Perché esistono tanti obiettivi per reflex? Semplicemente perché ciascuno di essi ha delle caratteristiche talmente peculiari da essere adatto per un determinato tipo di ripresa, un certo tipo di fotografia, una specifica situazione e non per altre.

Come abbiamo visto nella lezione dedicata, le caratteristiche di un obiettivo fotografico sono la lunghezza focale e la luminosità. Ciascuno ha le sue, ma in linea di massima entrambe possono essere organizzate secondo delle categorie, che sono poi quelle che permettono di classificare gli obiettivi.

Suddivisione degli obiettivi per luminosità

Per la luminosità, intesa ovviamente come “luminosità massima” ossia quella ottenibile a diaframma tutto aperto, avremo distinzione tra obiettivi:

  • super-luminosi
  • luminosi
  • media luminosità
  • “fondi di bottiglia” di produzione cinese

Con il pittoresco termine “fondo di bottiglia” i fotografi più “cattivi” ed esigenti definiscono tutti quegli obiettivi le cui prestazioni oggettive sono inferiori al minimo richiesto per una foto dignitosa, ossia si rivelano del tutto inutilizzabili sul campo.

In linea di massima possiamo dire che obiettivi il cui diaframma minimo non riesce a scendere sotto f4 o addirittura f5.6 sono definiti di media luminosità; quelli con diaframma minimo a f2.8 sono luminosi; quelli che possono scendere al di sotto di questo valore, quindi arrivare a f1.8, f1.4, addirittura f1.2, vengono definiti super-luminosi.

Naturalmente parlare di “luminosità” e diaframma minimo non comporta solo una variazione della quantità di luce che raggiunge il sensore, e quindi di tempi di scatto utilizzabili, ma influisce anche sulla qualità dell’immagine a tutta apertura e su altri fattori.

Quando conta la luminosità con il digitale

Il fattore di luminosità (che come ricordiamo viene espresso da un valore numerico preceduto dalla lettera f) aveva una grande importanza quando si lavorava con la pellicola; oggi, con le digitali che permettono di variare la sensibilità di parecchi stop senza troppi danni all’immagine, ecco che esso è diventato meno rilevante, ma non per questo meno interessante soprattutto per determinate applicazioni e tipi di fotografia.

Il perché dell’affermazione appena fatta è presto spiegato. In “epoca pellicola” i professionisti, per ottenere immagini prive di grana e con colori eccellenti, utilizzavano pellicole con sensibilità molto bassa quali ad esempio la regina delle diapositive, la Velvia Fuji 50 ISO. Facile capire come l’avere la possibilità di aprire il diaframma dell’obiettivo a f2.8 piuttosto che a f4 permetteva di scattare con un tempo più rapido di uno stop e questo, con poca luce, rappresentava spesso la frontiera tra il fare e il “non fare” la foto.

Immaginate di dover fare uno scatto di natura, un animale per la precisione, al tramonto.

Con una pellicola Velvia un 300mm / f4 costringeva a scattare (ipotesi) a 1/60 di secondo, rendendo assai difficile che l’immagine risultasse nitida e il soggetto fermo. Un 300mm / f2.8 (quindi obiettivo con la stessa focale ma più luminoso di uno stop) permetteva di salire a un tempo di 1/125 di secondo, garanzia di migliore risultato. Peccato che la differenza di costo tra i due 300mm fosse di parecchi milioni di lire e il secondo era alla portata dei soli professionisti; inoltre il suo peso e l’ingombro erano davvero rilevanti rispetto al primo.

Oggi, al contrario, in caso di scarsa luce al possessore di un dignitoso 300mm / f4 sarebbe sufficiente elevare la sensibilità di lavoro della fotocamera dallo standard 100 ISO (che è già uno stop in più rispetto al terribile 50 ISO della Velvia) portandola a 200 o 400 ISO per recuperare 1 o 2 stop, e usare quindi tempi uno o due volte più rapidi. Questo, ovviamente, senza arrecare danni evidenti alla qualità dell’immagine.

Suddivisione degli obiettivi per lunghezza focale

Per la focale le cose si complicano, o meglio si ampliano. Partendo da quelle più ampie avremo infatti obiettivi:

  • fisheye
  • super grandangolari
  • grandangolari
  • normale
  • medio-tele
  • tele
  • super-tele

In aggiunta, e fuori scaletta, ci sono alcune tipologie di obiettivi che vengono separati dagli altri non tanto per la focale, che può variare, ma per speciali caratteristiche. I principali sono i de-focus e decentrabili.


Un super-tele a confronto con la fotocamera collegata

A ciascuna di queste categorie dedichiamo una specifica lezione del nostro corso di fotografia on line e a esse rimandiamo per gli approfondimenti. In generale possiamo dire che la differenza sostanziale della lunghezza focale sta nell’ampiezza della porzione di “realtà“ che l’obiettivo permette di vedere. Minore è la focale (ossia il valore numerico espresso in millimetri) e maggiore sarà l’ampiezza dell’inquadratura realizzabile.

Questa ampiezza viene detta “angolo di campo” ed è espresso in gradi (vedi la foto qui sotto)

angolo di campo

Ovviamente ci sono anche altri elementi in gioco. Uno di questi è la profondità di campo, che aumenta (a parità di diaframma in uso) con il diminuire della focale. Mi spiego:

  • un 20mm a f4 avrà una profondità di campo maggiore di quella di un 50mm a f4
  • entrambi l’avranno comunque maggiore di un 300mm a f4

Focale fissa e zoom

Esiste infine una terza suddivisione che classifica gli obiettivi, per la verità abbastanza netta essendo fatta di due sole tipologie:

  • focale fissa
  • zoom

I primi consentono, come dice il termine stesso, di lavorare sempre e solo sulla stessa focale, mentre i secondi hanno un meccanismo interno che consente loro di variarla da un minimo a un massimo.

Focale fissa e zoom
Uno zoom, a sinistra, e un focale fissa, a destra.


1 Comment

ERIK · 11 Gennaio 2021 at 12:19

Grazie, questo articolo l’ho trovato molto chiaro ed interessante per una persona come me che si sta approcciando alla materia

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