La fotografia secondo Andrea Fusaro
D. Quando e come ha scoperto la fotografia?
R. Ho scoperto la fotografia da piccolo, ma solo nel 1997 mi ci sono appassionato veramente. Sono un autodidatta, quello che leggevo nelle riviste specializzate cercavo di applicarlo e così un po’ alla volta mi sono migliorato.
D. Ricorda la sua prima foto?
R. Sì certo, ero bambino, frequentavo le scuole elementari. Scattai una foto al tramonto, avevamo delle vigne dietro casa e in questa immagine ricordo che c’erano dei grappoli e delle foglie in controluce. Mostrai timidamente la foto alla maestra, la quale entusiasta la fece vedere a tutti i suoi colleghi. Credo che questo primo successo infantile si sia depositato dentro me restituendomi una forte carica positiva nei momenti cruciali.
D. Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
R. Nel 2001, stanco di fare lavoretti per cui non ero portato, cercai lavoro come fotografo. Iniziai quindi a collaborare con l’edizione locale de “Il Resto del Carlino”. Col tempo imparai molto grazie alle dritte del mio “capo”, un fotografo veramente in gamba nel suo lavoro, dotato di grande positività e spirito di sacrificio (un po’ come tutti in quel settore). Questa collaborazione durò sino al 2005. Lasciato il giornale, dopo pochi mesi risposi ad un annuncio su internet in cui uno studio fotografico vicino alla mia città cercava un collaboratore. Feci il colloquio, venni assunto e la collaborazione continua tuttora. Ciò nonostante nel 2011 decisi, sebbene avessi un contratto a tempo pieno e indeterminato, di staccarmi un po’ dallo studio e aprire la mia partita iva nel settore dei matrimoni. Questo è l’ambito fotografico che mi consente di esprimere al meglio i miei gusti e le mie potenzialità.
D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R. La mia memoria è a brevissimo termine perciò non tutto quello che ho vissuto nel passato riesco a ricordarmelo in modo naturale. Alle volte ho bisogno di un aiutino, e in questo la fotografia è fondamentale per me, riesce a farmi rivivere emozioni che altrimenti avrei cancellato per sempre. Ad esempio alcuni ricordi del passato sarebbero persi completamente senza le foto scattate da mia madre durante la mia infanzia.
D. E pratici?
R. Non sono uno di quei fotografi che devono avere costantemente la macchina al collo. Mi concedo ad esempio vacanze o concerti dei miei artisti preferiti senza l’assillo di dover a tutti i costi tornare a casa con immagini soddisfacenti. Vivo la fotografia quotidianamente, mi sento fotografo e con questo lavoro ci campo, però ogni tanto prendo le distanze dal mezzo fotografico per poter assaporare a pieno ciò che sto vivendo.
D. Fotografa per lavoro o per diletto?
R. Più per lavoro che per diletto. Per me lavorare oggi significa divertirmi e come molti fotografi ho avuto la fortuna di riuscire a trasformare quella che era solo una passione in un modo per mantenermi.+
Gli scatti di Andrea Fusaro
D. Cosa le piace fotografare?
R. Sono specializzato nella fotografia di matrimonio. Durante il mio lavoro mi lascio spesso coinvolgere dalle situazioni e, divertendomi, documento tutto. Nella fotografia di matrimonio ho trovato proprio l’equilibrio tra creatività e racconto fotografico.
Ho esperienza anche nella fotografia di still-life in studio. Questi due ambiti fotografici, un po’ in contrapposizione tra loro, sono il mio lavoro. Poi c’è la fotografia di viaggio, che faccio solo per passione con l’intento di documentare i luoghi visitati.
D. Qual è il suo soggetto preferito?
R. Direi che in linea di massima il mio soggetto preferito è tutto ciò che si trova nel suo mondo naturale e che mi da la possibilità di raccontare qualcosa senza doverne alterare la realtà. Possono essere persone, animali, luoghi, architetture, luci, ombre ecc… Dentro di me, quando scatto sento sempre una vocina che mi dice:”cosa vuoi raccontare con questa foto?” e in linea di massima le risposte le ottengo solo se riesco a documentare una situazione reale senza nessuna finzione.
D. Ci racconti il suo concetto di inquadratura:
R. Nel lavoro cerco di essere il più preciso possibile, in modo speciale nella fotografia di still-life. Durante la fotografia in viaggio invece sperimento molto, adoro improvvisare e uscire dagli schemi. Non essendo servizi su commissione, mi posso prendere la libertà di affinare alcune tecniche commettendo degli errori, tanto non devo rendere conto a nessuno. Per immortalare alcune scene ad esempio scatto con la macchina appesa al collo, senza inquadrare. Aiutandomi con un grandangolare e l’autofocus, fotografo nella speranza di aver intuito bene dove cade il soggetto nell’inquadratura. Sono foto rubate, non sempre riescono ma lo trovo molto divertente come approccio.
D. Che tipo di luci preferisce?
R. Adoro il controluce sia in esterni che negli still-life.
Andrea Fusaro e la post-produzione
D. La sua opinione sulla post-produzione:
R. Ho iniziato ad utilizzarla tanti anni fa mentre scattavo ancora in pellicola. Credo che la post-produzione digitale mi abbia avvicinato molto alla professione di fotografo. Mi ha sempre divertito riprodurre alla luce del giorno ciò che prima creavo in camera oscura. Nascendo fotograficamente sotto l’ingranditore, in linea di massima i miei interventi si limitano tutt’oggi ad imitare ciò che era possibile fare prima dell’avvento del digitale, quindi difficilmente intervengo pesantemente nei miei scatti.
D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?
R. Non ci trovo nulla di male, a mio parere rientra tra gli aspetti tecnici come l’uso dell’autofocus, la focale, il diaframma, la priorità di tempo ecc…
D. Che software usa per la post-produzione?
R. Con Lightroom faccio praticamente tutto.
D. Che tipo di interventi fa di solito?
R. Agisco principalmente sulle tonalità, sul bilanciamento del bianco, sui contrasti, sulle curve, sul taglio. A volte creo dei leggeri viraggi (mi piace simulare in alcune occasioni uno stile vintage). Anche il bianco e nero, che adoro, lo lavoro in post-produzione con Lightroom. Scatto in RAW così posso controllare meticolosamente tutti questi parametri. Durante la fase di scatto mi preoccupo principalmente di mantere empatia con i miei soggetti, cerco di farli sentire a proprio agio, mi concentro più su di loro, sulla luce, sulla location e relego alla post-produzione tutto ciò che posso fare con calma dopo aver scattato.
Informazione
D. Legge riviste di fotografia?
R. Da molti anni non acquisto più riviste tecniche. Quando mi stancai feci un abbonamento a VOGUE, che rinnovo annualmente. Può considerarsi una rivista di fotografia?
D. Partecipa a workshop o seminari?
R. Certo, sono in costante aggiornamento, lo trovo fondamentale.
D. E fa parte di una associazione del settore?
R. Sono socio di ANFM e del FIOF
Mostre di fotografia
D. Visita mostre di fotografia?
R. Sì quando posso lo faccio molto volentieri.
D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Ad Aprile 2013 ho avuto il piacere di partecipare ad un’esperienza unica, si trattava di un incontro con l’autore e l’evento era riservato a poche persone. Era la mostra di Gianni Berengo Gardin a Venezia, intitolata “Storie di un fotografo”. Lui è sempre stato tra i miei preferiti.
Da qualche anno a questa parte inoltre trovo fondamentale partecipare a “Fotografia Europea” a Reggio Emilia, è un’esperienza che consiglio a tutti, si respira un’aria unica e le mostre sono sempre al top.
Le attrezzature di Andrea Fusaro
D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Uso fotocamere Reflex Nikon.
D. E quali obiettivi?
R. Il 24-70 è sempre montato su un corpo macchina, mentre nell’altro si alternano medio-tele o il cinquantino. E’ in arrivo un 35mm…
D. Qual è stata la sua prima macchina?
R. Una Ricoh a pellicola del 1997 con attacco Pentax.
D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R. Mi rivolgo presso un negozio di fiducia nella mia città, con loro mi sono sempre trovato molto bene, sono gentili e hanno dei buoni prezzi. Non acquisto online questo genere di attrezzature perchè preferisco avere un rapporto diretto.
Andrea Fusaro in studio
D. Com’ è fatto il suo studio fotografico?
R. Qui veniamo al pezzo forte… e cioè che per quanto riguarda la mia attività di fotografo di matrimoni, non ho uno studio. Ho basato tutta la mia comunicazione sul mio sito internet e su Facebook. Presso la mia abitazione ho creato un ambiente accogliente dove ricevere gli sposi che vogliono visitarmi, oppure ho molteplici strategie per incontrarli. L’idea è stata quella di contenere le spese iniziali, eliminando quindi costi di affitto o mutui ecc… Al momento sono soddisfatto della scelta perchè mi ha dato la possibilità di lavorare bene sia con le coppie che mi abitano vicine, sia di poter conoscere molti clienti che vivono all’estero ai quali non importa nulla se non ho uno studio. I più lontani provenivano dalla California e non mi hanno mai chiesto di poter visitare il mio studio…
Info di contatto
- Nome: Andrea
- Cognome: Fusaro
- Città: Rovigo
- Email: info@fotoandreafusaro.it
- Sito web: www.fotoandreafusaro.it
- Facebook: www.facebook.com/fotoandreafusaro
Commento alle foto allegate
- 01 – Istanbul. Famiglia ripresa senza guardare nel mirino – Bronze Award FIOF 2012
- 02 – Istanbul. Donna ripresa dall’alto della torre di Galata – Silver Award FIOF 2012
- 03 – Kenya. Due sorelle – Finalista in Cina all’ International Orange Photo Festival.
- 04 – Luna di Miele a Venezia, Lindsay and Henry from San Francisco (CA)
- 05 – Matrimonio Elena e Matteo – Durante il taglio della torta
- 06 – Matrimonio Rock tra Alberto e Alice
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