La fotografia secondo Niccolò Biddau
D. Quando e come ha scoperto la fotografia?
R. Mio padre è da sempre stato un grande appassionato di fotografia, così sin dalla tenera età, ho avuto la fortuna di armeggiare con esposimetri, macchine fotografiche, pellicole, ecc.
D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte.
R. Inizialmente con i viaggi, poi dall’età di otto anni con una Kodak instamatic.
D. Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?
R. Osservando mio padre, osservando i paesaggi, le piazze, la luce durante i viaggi.
Da sempre sono stato attratto dalla luce e dalle differenti dimensioni spaziali che riesce a creare.
D. E quali le sue tappe più significative?
R. La prima: fino ai 18 anni è stata quella del gioco, dell’apprendimento, dello studio e della sperimentazione di vari linguaggi. La seconda: quella dell’avvicinamento alla fotografia professionale attraverso varie attività in Italia e all’estero. La terza: quella della specializzazione nella fotografia in bianco e nero e dei tre temi sui quali lavoro (industria, architettura e scultura). La quarta: il passaggio ad un’autonomia editoriale con la costituzione della mia Società. L’ultimo: la conoscenza dei nuovi ambiti che il mondo ci sta imponendo in una dimensione globale.
D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?
R. Il modo migliore per comunicare il mio pensiero.
D. E pratici?
R. Ritrovare sempre il mio perfetto equilibrio.
Maestri e grandi fotografi per Niccolò Biddau
D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?
R. Penso che il miglior “maestro” sia lo studio della storia dell’arte. Poi con la pratica e il metodo si possono raggiungere diversi obiettivi. In ogni caso, la riuscita di una fotografia è dettata solo dal talento.
D. Chi sono i “grandi” di ogni epoca che ammira di più?
R. Berenice Abbott, Margaret Bourke White, Herb Ritts, Avedon, ecc.
Gli scatti di Niccolò Biddau
D. Cosa le piace fotografare?
R. La staticità.
D. Qual è il suo soggetto preferito?
R. La scultura.
D. Ci racconti il suo concetto di inquadratura.
R. Solo con il cavalletto, la composizione deve essere armoniosa e la luce perfetta.
D. Che tipo di luci preferisce?
R. Naturali.
D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se sì, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R. Lavoro in bianco e nero esclusivamente con la pellicola. Non penso che si possa parlare di bianco e nero con il digitale. Sono due cose differenti.
Niccolò Biddau e il fotoritocco
D. La sua opinione sul fotoritocco.
R. Deve supplire solo ad alcune tecniche di ritocco tradizionali, ma non deve mutare lo scatto.
D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?
R. Se serve per ottimizzare la stampa non vedo grossi ostacoli.
D. E aggiungere elementi, cieli oppure oggetti?
R. Assolutamente no.
Mostre
D. Visita mostre di fotografia?
R. Sì.
D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Diverse. Posso citare le monografiche di Mapplethorpe e Avedon.
D. Qual è stata l’ultima visitata?
R. Helmut Newton Foundation a Berlino.
D. Ha realizzato sue mostre fotografiche? Se sì, dove e quando?
R. Sì. In Italia e all’estero.
Le attrezzature di Niccolò Biddau
D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Mamiya RZ67II.
D. E quali obiettivi?
R. Normale, grandangolo e tele.
D. L’obiettivo che usa più spesso?
R. Dipende dalle situazioni.
D. Quali flash?
R. Nessuno.
D. Quali cavalletti e teste?
R. Manfrotto.
D. Utilizza filtri?
R. No.
D. Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?
R. Da piccolo a medio formato.
D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se sì, perché?
R. Sì, per migliorare la qualità.
Niccolò Biddau e la nostalgia della pellicola
D. Lavora ancora in pellicola?
R. Sì.
PRO – Niccolò Biddau in studio
D. Come è fatto il suo studio fotografico?
R. E’ uno studio-abitazione.
D. Dove si trova?
R. A Torino.
Info
- Nome: Niccolò
- Cognome: Biddau
- Città: Torino
- Email: nb@niccolobiddau.com
- Sito web: www.niccolobiddau.com
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