L’uso della messa a fuoco è un elemento fondamentale dell’espressione fotografica, definito in genere come la regolazione dell’obiettivo per rendere nitido il soggetto. Questo è anche abbastanza vero in senso meccanico, ma elude il punto fondamentale: decidere quale parte del soggetto mettere a fuoco. In senso artistico, la messa a fuoco è il vostro modo di dire “Guarda qui!” e suggerire a chi osserva a quale parte della scena riservare più attenzione.
Se lo dimenticate, come è facile in un’epoca in cui quasi tutte le fotocamere mettono a fuoco in automatico, perdete uno strumento prezioso per esprimere il significato e lo scopo della vostra fotografia.
Dove mettere a fuoco?
Ovunque puntiate la fotocamera, ci sarà qualcosa a fuoco, cioè un elemento della scena risulterà nettamente definito. Questo avviene perché l’obiettivo raccoglie la luce da tutta la scena complessiva ed è probabile che qualcosa sia nella posizione giusta per essere a fuoco. E, dato che le fotocamere digitali usano sensori molto piccoli, gran parte di una scena risulterà nitida. La maggioranza delle fotocamere più moderne mettono a fuoco al centro dell’immagine, alcune il particolare a contrasto elevato più vicino, anche se non centrale. Lasciate che sia la fotocamera a decidere dove mettere a fuoco è però un po’ come chiedere a qualcuno di raccontare la vostra storia per voi: potrebbe usare le parole giuste, ma l’enfasi sbagliata. Per evitarlo usate il punto di messa a fuoco solo come dispositivo di puntamento su una precisa parte della scena che volete sia a fuoco: premete leggermente il pulsante di scatto o di autofocus (AF), tenete premuto e ricomponete l’immagine desiderata.
Follow focus
I moderni sistemi di autofocus funzionano dividendo l’immagine in fasci di luce distinti. Questi sono proiettati come picchi di luminosità che cadono su sensori diversi a seconda che il soggetto sia a fuoco o no. Dalla posizione dei picchi e dalle informazioni sul tipo di obiettivo e sulle impostazioni, la fotocamera regola il meccanismo di messa a fuoco. Con un soggetto in movimento, deve però analizzare lo spostamento in un certo intervallo di tempo per calcolare la sua velocità e come si sposta. Il sistema può quindi regolare il meccanismo di messa a fuoco “anticipando” il movimento in modo che al momento dell’esposizione, una frazione di secondo dopo aver premuto il pulsante di scatto, il soggetto sia a fuoco. I moderni sistemi sono in grado di gestire facilmente situazioni come una persona che corre verso di voi o una corsa motociclistica, con passaggi veloci e angolati rispetto al fotografo.
Tecniche di messa a fuoco
Potete aumentare la velocità dell’autofocus mirando il punto di messa a fuoco su soggetti con margini nitidi e ben definiti. Evitate soggetti con poco contrasto come il cielo, o in cui ci sia un moto continuo, come il mare. Anche mettere a fuoco fonti luminose può essere difficile. Con obiettivi zoom di ottima qualità si usa zoomare avanti, mettere a fuoco e poi zoomare indietro fino all’impostazione voluta. Con gli altri obiettivi, è meglio rimettere a fuoco dopo ogni regolazione dello zoom. Anche mettere a fuoco attraverso ostacoli come rami o filo spinato può essere arduo ed è consigliabile usare la messa a fuoco manuale.
Messa a fuoco manuale
La messa a fuoco manuale è più facile con le dSLR perché si vede un’immagine precisa e ad alta risoluzione attraverso il mirino mentre regolate l’anello di messa a fuoco. Può richiedere più tempo della messa a fuoco automatica, ma vi aiuterà a concentrarvi sui dati essenziali dell’immagine. La messa a fuoco manuale è inoltre spesso più precisa e dà risultati più nitidi dell’autofocus. Cercate di non usare lo schermo per controllare la messa a fuoco: il risultato sarà poco fedele per via della bassa risoluzione. Se non potete fare altrimenti, zoomate per ingrandire la scena.