Un tempo era considerato un successo caricare anche solo una manciata di immagini su un computer senza mandare in blocco il sistema operativo. Oggi che possiamo trasferire sistematicamente centinaia di immagini alla volta dobbiamo decidere come gestire i file in modo efficiente per ridurre al minimo il tempo trascorso al computer e sfruttarlo invece il più possibile per uscire e scattare fotografie.
Come gestire le immagini dipende principalmente da quattro fattori. Il primo è il loro numero, tornate da una vacanza con migliaia o solo con un centinaio di immagini? Il secondo punto è l’importanza data alla qualità: le fotografie sono destinate ai social network o alla pubblicazione su riviste patinate? Il terzo dipende dallo scopo: fotografate per il vostro piacere personale o sperate di ricavarne un guadagno? E infine, quanto spazio prevedete per l’elaborazione delle immagini?
Distinzione di classe
Se mostrate le vostre fotografie solo ad amici e parenti, senza ritoccarle, siete utenti da file leggeri, che occupano poco spazio e sono semplici da gestite. Il software fornito di serie con il sistema operativo o un altro programma gratuito come Picasa farà al caso vostro. Ugualmente, se vi piace fotografare e realizzate un grande numero di immagini, ma soprattutto per divertimento, per le vostre esigenze sarà sufficiente un software gratuito come iPhoto. Anche se usate attrezzatura di qualità superiore, i vostri file possono rimanere di dimensioni contenute. Per elaborazioni delle immagini occasionali, potete usare strumenti gratuiti online come Picnik, FotoFlexer e Pixlr.
Lavorazione diretta o su copie proxy
Quando il numero delle immagini raggiunge un livello per cui impiegate più di un minuto per individuare un file, è il momento di cambiare metodo. Potreste continuare a tenere le immagini in cartelle facendo affidamento sugli strumenti di base del sistema operativo per gestirle. Per lavorare sui file, porreste aprirle con software di elaborazione delle immagini e salvare copie destinate ad un uso specifico. Ciò significa individuare e lavorare direttamente sui file. E’ un metodo praticabile se avete solo pochi file e non vi serve prepararli a scopo professionale. C’è però un metodo alternativo che, anche se può sembrare macchinoso, in definitiva vi farà risparmiare tempo e spazio sul disco. Consiste nel lavorare su una versione proxy o a bassa risoluzione dell’immagine usando un software come Adobe Lightroom o Apple Aperture. Potete creare immagini proxy importando i file nella libretia o nel catalogo del programma. Una volta nella ‘libreria’, potete gestire, modificare e riutilizzare le immagini con un unico software. Potete anche usufruire di funzioni come anteprima di alta qualità e della possibilità di zoomare sulle immagini, raccoglierle, raggrupparle e classificarle. Lavorare con proxy vuol dire che anche i file originali, che siano Jpeg, TIFF o RAW rimangono al sicuro e inalterati.
Architettura dell’immagine
Quando importate o salvate le fotografie con un software per la gestione delle immagini, potete collocarle nella libreria principale del programma o archiviarle su dischi esterni. Se avete un numero contenuto di immagini, conviene tenerle tutte in un unico posto. Se invece ne avete migliaia, è meglio tenere la libreria generale su un disco veloce, magari quello principale del computer e i file originali su un disco esterno collegato al computer. In questo modo la library può gestire agevolmente 100.000 immagini o più. Un programma di gestione delle immagini che lavora con file proxy avrà solo gli strumenti di base per le modifiche: ritaglio e ridimensionamento, regolazione di toni e colori, maschera di contrasto e strumenti per scurire o schiarire zone specifiche.