La fotografia di paesaggio vi permette di sfruttare le più ampie possibilità di interpretazione personale. Allo stesso tempo non perdona l’affettazione visiva: più vi scostate da una chiara rappresentazione, che mostra come appare davvero il paesaggio, più é evidente la vostra ingerenza sulla scena.
L’arte di fotografare paesaggi è la ricerca di una risposta perspicace e sensibile all’ambiente che vi circonda. Più che un ritratto topografico, è una registrazione dei vostro rapporto con il luogo in cui vi trovate e la vostra interpretazione di esso. Come per ogni processo, vi servirà tempo per capite la vera natura di un paesaggio.
Prendetevi tempo
Non pensate di fotografare un paesaggio solo perché è raccomandato dalle guide turistiche: paesaggi diversi hanno personalità diverse. La bellezza di un paesaggio può dipendete anche dalla stagione, granai esplorate vari tipi di scenari in periodi diversi dell’anno. Il pittore americano Andrew Wyeth preferiva l’inverno quando poteva ‘sentire la struttura ossea nel paesaggio’: alcuni soro affascinati dai colori dei boschi in primavera, altri sono ispirati dai colori accesi e intensi delle foglie autunnali.
Le stagioni influenzano anche il benessere fisico, che a sua volta ha un effetto sullo stato emotivo. Il vostro occhio fotografico risponderà in modo più o meno favorevole in base ai vostri gusti. Anche i luoghi più fotogenici possono far scoprire qualcosa di nuovo con visite ripetute, con condizioni metereologiche e di illuminazione diverse. Ricordate che la luce é sempre una buona luce e che è utile imparare a lavorare, accettandola di buon grado, in qualsiasi condizione.
Terra in monocromia
Come esercizio occasionale, provate a impostare la fotocamera per registrare in banco e nero: spogliata del colore, la struttura del terreno diventa molto più evidente. Inoltre dovrete considerare che alcuni colori molto diversi e occhio nudo, come il verde e il rosse scuro, possono essere riprodotti con toni di grigio molto simili.
Lunghe deviazioni
Un buon modo per affinare le vostre abilità nella composizione é costringervi a usate una sola lunghezza focale per tutto il giorno. Questo vi obbliga a esplorare molto più di quanto fareste di solito perché non potete regolare l’inquadratura semplicemente manovrando lo zoom. Imparerete in fretta che l’elemento più imponente della composizione di un paesaggio non è l’angolo di campo, ma la vostra prospettiva, che cambia e ogni passo.
Un passo migliora la composizione e quello successivo non è invece molto promettente, così vi spostate ancora in un’altra direzione se volete catturare tutto quello che un paesaggio ha da offrire, preparatevi a camminare.
Inquadrare il paesaggio
Quasi tutte le fotocamere si tengono più facilmente in orizzontale e il cosiddetto formato paesaggio é quello naturalmente scelto per dare l’idea di spazi ampi. Nulla però vieta di ruotare la fotocamera di 930 gradi e scattare nel formato verticale, o ritratto, quando occorre, per esempio per inquadrare un albero alto o un crepaccio. Il formato ritratto è utile soprattutto per dare un senso di profondità allo spazio perché include una porzione più ampia di primo piano e di cielo rispetto al formato paesaggio. Non abbiate timore di provare a scattare con un’inclinazione rispetto all’orizzonte se vi sembra adatta alla situazione.
Questo approccio cinematografico è spesso efficace con ampie vedute di spazi ristretti, come in una foresta, perchè le linee e l’inquadratura inclinate possono creare effetti di forte disorientamerto, che rievocano il‘senso di vertigine che si prova ruotando su se stessi per avere una vista complessa.