Benvenuti in questo tutorial dedicato ai filtri per fotografia infrarosso, e quindi alle varie possibilità di combinare porzioni di luce vibile e IR nelle nostre fotografie.

Quando si usano i filtri per fotografia infrarosso
Non sempre è necessario usare filtri per fotografia infrarosso. Se avete letto il mio tutorial introduttivo alla fotografia in luce IR, avrete scoperto che per farla è necessario modificare le fotocamere in commercio in modo da metterle in grado di “vedere” questo tipo di luce.
Cosa che, quando escono di fabbrica, non sono in grado di fare proprio per la presenza di un filtro taglia UV e IR.
La modifica è possibile in due varianti: full spectrum o infrarosso. Se avete scelto la prima, per fare fotografia IR dovrete montare un apposito filtro passa-infrarosso sulla lente frontale dell’obiettivo.
Con la seconda non è necessario, perchè questo speciale filtro è stato già posizionato direttamente sul sensore in fase di modifica, al posto dell’originale. Ma, se volete modificare al rialzo (al ribasso è impossibile) la soglia di taglio della vostra filtratura, allora dovrete aggiungere un anche qui un filtro passa-infrarosso davanti alla lente.
In pratica, l’unico caso in cui non dovrete aggiungere un filtro sull’obiettivo è quello di fotocamera con modifica infrarosso usata solo alla soglia di taglio originale.
Tradotto significa che, se alla modifica avete fatto mettere un filtro passa-IR con taglio, per esempio, a 720 Nm, potrete evitare ulteriori filtri solo se vi sta bene lavorare sempre a 720. Se dovesse venirvi voglia di provare un taglio a 870 Nm… vi servirà avvitare un filtro.
Se avete dubbi sulla modifica, vi rimando al tutorial specifico.
Tipi di filtri per infrarosso
I filtri per fotografia infrarosso sono identificati da un numero seguito dalla sigla Nm.
Il numero è il valore di lunghezza d’onda a cui avviene il taglio, mentre Nm indica l’unità di misura della lunghezza d’onda, espressa in nanometri. Per taglio in questi filtri che sono di tipo passa-banda, si intende la lunghezza d’onda dalla quale inizia a passare la luce.
Un filtro 720 Nm, ad esempio, lascerà passare tutte le lunghezze d’onda con valore superiore a 720, bloccando quelle inferiori. Ricordo che, nella tabella dello spettro luminoso, la luce visibile è prima (valori minori di lunghezza d’onda) dell’infrarosso (valori maggiori).
Di filtri ne esiste una vasta gamma, in termini di taglio, ma sono sempre tutti passa-banda. Alcuni valori sono usati più spesso, diciamo considerati più comuni, e tra essi abbiamo 550, 680, 720 e 870 Nm.
Vediamo ora come si comportano sul campo. Il test è stato con una fotocamera modificata full spectrum e un ventaglio di filtri a vari tagli, da 530 Nm a 870 Nm. Ho inserito anche uno scatto senza alcun filtro per confronto.
Questa che vedete qui sotto è la scena originale in luce visibile, fatta con lo stesso tipo di fotocamera (ma non modificata, ovviamente) e lo stesso obiettivo.

Tutte le foto sono da cavalletto, quindi inquadratura quasi identica fatti salvi leggeri spostamenti montando e smontando i filtri.
Il test è stato fatto in una giornata di sole con nuvole sparse e definite su cielo azzurro. I parametri di scatto sono stati:
- bilanciamento del bianco: daylight
- ISO: 100
- F 8
- tempo secondo esposimetro, +1 stop
Qui sotto vedete il composit con lo scatto senza filtro, ossia full spectrum, e i 5 scatti con i vari filtri del test. Sono i RAW con solo bilanciamento del bianco impostato sul preset dayligh (luce diurna) e la correzione obiettivo per eliminare la vignettatura.
A parte lo scatto full spectrum, noterete come il 530 Nm e quello a 870 Nm siano molto diversi dai tre intermedi, che appaiono invece abbastanza simili tra loro.

Bilanciamento del bianco coi vari filtri
Qui vedete invece gli stessi scatti ma dopo un bilanciamento del bianco effettuato col picker (contagocce) sulla vegetazione, come corretto.
Ovviamente, per ogni immagine è stato fatto separatamente prima di montarle nel composit, perchè ciascuna ha uno suo colore del fogliame su cui fare uno specifico bianco.
Col WB personalizzato sulla vegetazione, invece che con l’originario uguale per tutti su daylight, le differenze iniziano ad emergere. Anche i tre valori intermedi tra 530 e 870, ossia 550, 680 e il popolarissimo 720 si differenziano tra loro.

Swap channel coi vari filtri
Vediamo ora cosa accade a queste foto dopo averle sottoposte allo swap channel. Vi preciso che per le fotografie full spectrum tutto questo non è da farsi; esse vengono lavorate in modo del tutto diverso. L’ho inserita e lasciata solo per farvi avere un ulteriore termine di riferimento.
Si nota come la 530 Nm si comporti in maniera molto diversa per quanto riguarda il cielo già rispetto alla vicina 550 Nm, e le successive. Mentre la 870 Nm mantiene una quasi totale monocromia.

Vediamo infine cosa accade alle nostre foto dopo aver agito con delle correzioni cromatiche sul risultato dello swap channel; vi assicuro che questo è l’aspetto più creativo in questo genere di fotografia.
La prima cosa che notiamo è la forte tonalità azzurra del cielo a 530 Nm. Nelle successive (550, 680 e 720) tende man mano a ridursi virando verso il grigio/azzurro.
Con filtro 870 Nm siamo invece quasi nella monocromia. Infatti questi valori di taglio molto alti vengono usati esclusivamente per fare poi foto bianco e nero.
Se notate poi la differenza del fogliame, da 550 a 720 Nm esso tende a diventare sempre più luminoso e chiaro.

Come approfondimento vi mostro anche cosa accade se invece di fare il bilanciamento del bianco col picker sul fogliame, lo preleviamo sulle nuvole, ossia su qualche superficie originariamente bianca anche nel visibile.
Subito sotto inserisco il composit visto poco sopra, ossia quello con il WB prelevato correttamente sul fogliame.
Noterete come solo la foto a 870 Nm resta quasi uguale. Le altre tendono tutte a un tono più giallo/caldo quando il bianco è fatto sulle nuvole piuttosto che sul fogliame.


Vediamo infine lo stesso confronto per capire cosa accade dopo lo swap channel sui due composit appena visti.

