Benvenuti in questo tutorial dedicato alla fotografia full spectrum, abbreviata spesso in FS. Un genere fotografico che, voglio precisare da subito, richiede una fotocamera modificata, e non può essere fatto con macchine di serie.

Questo perchè il sensore (di tutte le fotocamere) esce dalla fabbrica con sopra un filtro che blocca ultravioletto e infrarosso, laciando passare solo i colori del visibile.
Per fare fotografia full spectrum serve invece che esso veda tutti e tre i tipi di luce (UV+visibile+IR); ragion per cui il filtro va rimosso con una apposita modifica. Ad approfondimento vi rimando al mio tutorial specifico.
Che cos’è la fotografia full spectrum
In inglese il termine significa letteralmente “pieno spettro”, ossia “spettro intero” riferito alle lunghezze d’onda della luce che il sensore registra durante lo scatto.
Sappiamo che esso è in grado di vedere tanto i colori del visibile (quelli dell’arcobaleno, per capirci) che il nostro occhio umano percepisce, quanto le lunghezze d’onda subito prima (ultravioletto) e subito dopo (infrarosso).
I produttori applicano di fabbrica sul sensore un filtro che blocca queste ultime due, per fare il modo che la foto sia identica a ciò che la nostra vista percepisce in termini di colori.
Ma per fare fotografia full spectrum dobbiamo fare in modo che il sensor registri anche UV e IR. Quindi si modifica la fotocamera, eliminando il filtro di fabbrica e rimpiazzandolo con un vetro ottico trasparente.
La fotografia full spectrum è infatti una immagine che cattura ultravioletto+visibile+infrarosso sulla stessa foto. Con risultati e possibilità creative sorprendenti.

Postproduzione delle fotografie FS
L’immagine che appare sul display dopo lo scatto è abbastanza “strana”, certo, ma non troppo diversa da una normale fotografia nel visibile.
Quello che colpisce è il fatto che la vegetazione da verde diventi giallo/ocra/marrone, come se fosse autunnale. Alcuni colori risultano inoltre alquanto alterati.
Il grosso del lavoro su questo tipo di fotografie viene fatto poi in fase di postproduzione, sia lavorando sul bilanciamento del bianco che sulla gestione dei colori, tanto in termini di calibrazione che di singole tonalità.
Tenete presente che in questo tipo di fotografia non esiste uno standard da inseguire, perche non si tratta di un protocollo medico da rispettare. É un mondo aperto alla fantasia e alla creatività, quindi nessuno potrà dirvi che la foto è “sbagliata” in termini di gestione del colore.

Dall’altro lato però, non è questa sorta di “effetto speciale” che “fa” la foto.
La fotografia full spectrum, per essere Fotografia, necessità sempre di una inquadratura convincente, una composizione efficace, degli elementi base del linguaggio visivo che “parlino” all’osservatore e gli raccontino il vostro pensiero creativo.
Altrimenti sarà solo colore.
Dando per scontato che la vostra immagine abbia tutti i requisiti di composizione e inquadratura, vediamo come possiamo gestirne il colore in postproduzione.
Bilanciamento del bianco
Ma prima dobbiamo parlare del bilanciamento del bianco in questo speciale tipo di fotografia. A differenza di quel che qualcuno spesso crede, non è come quello della fotografia infrarosso, anche se coinvolge pienamente questa lunghezza d’onda.
Pienamente ma non esclusivamente. Perchè in quel caso ci interessa portare a bianco la vegetazione, mentre qui dobbiamo gestire una situazione dove abbiamo tanto colori del visibile quanto IR.
Lavoriamo quindi sempre col picker (contagocce del programma, tipo Camera Raw) ma andremo a scegliere il bianco di riferimento su qualcosa che nella scena fosse realmente bianco. Ad esempio le nuvole.
Vediamo ora come procedere dopo aver tarato il WB correttamente.
Esistono di base tre “modelli” cromatici che possiamo scegliere per elaborare la nostra foto:
- full spectrum classico
- Aerochrome
- blue IR
Full spectrum classico
Il classico è semplicemente una esaltazione dei colori presenti nello scatto di base. Dove:
- vegetazione vira al giallo/bruno
- acqua tende al blu/verde
- cielo resta di un colore tra blu e azzurro
La lavorazione consiste nel caricare alcuni colori RGB in calibrazione e nell’aumento di contrasto e, se serve, chiarezza.

Aerochrome
Aerochrome è il nome di una speciale e rara pellicola della Kodak per fotografie infrarosso a colori, prodotta per scopi molto speciali come cartografia, astronomia infrarossa e militari.
La sigla completa era Kodak Aerochrome III Infrared film 1443 e produceva immagini in falsi colori. Ormai fuori produzione, fu in commercio dal 1942 al 2009.
La sua caratteristica peculiare era la resa della vegetazione, ossia dei materiali che riflettono l’infrarosso, in un colore rosso saturo di grande impatto visivo.
Si ottiene dalla foto nativa con una ritaratura dei valori RGB in calibrazione e poi con uno spostamento di alcuni colori.

Blue IR
La Blue IR è una variante cromatica della FS dove si ha, in pratica, l’inversione del colori rispetto alla Aerochrome. Il cielo diventa rosso e la vegetazione blu.
Si ottiene con un rimescolamento dei canali RGB della foto nativa, seguito da uno spostamento di alcune tonalità. Il finale è ottenuto con aumento di vividezza, saturazione e contrasto.
