Flickering nei timelapse

In questo tutorial andiamo ad affrontare il flickering, un problema molto spinoso e fastidioso per via dei suoi effetti, ma che non è strettamente legato al mondo della fotografia.

Si tratta infatti di un problema che appartiene al mondo del video, ma essendo presente (ed estremamente impattante) nel mondo dei timelapse, ecco che rientra comunque nella sfera dei guai che attendono al varco i fotografi.

Vediamo quindi di cosa si tratta, come si genera e soprattutto come eliminarlo.

Cos’è il flickering

Il termine inglese descrive una oscillazione continua dell’esposizione della scena video, quindi della sua luminosità, che sembra pulsare. In origine era un problema delle riprese video con luce artificiale, derivato dal fatto che in rete è presente corrente alternata (in Italia con frequenza di 50 Hz).

Semplifichiamo molto la cosa, con orrore dei tecnici.

Diciamo che, mentre la corrente continua mantiene sempre accesa una lampada, quella alternata (da cui appunto il nome) giunge a impulsi, alternati a vuoti, ossia assenze di corrente. Quindi la lampada in realtà si accede e si spegne 50 volte al secondo.

Il nostro occhio non percepisce questa sequenza di acceso/spento, ma la ripresa video con certe impostazioni di ripresa può dare luogo, appunto, a pulsazioni della luce. Effetto visivo molto fastidioso detto flickering.

Le videocamere moderne hanno una funzione che si chiama appunto anti-flickering in grado di affrontare questo problema quando esso è generato dalle luci artificiali.

La funzione è presente anche sulle più recenti fotocamere, come la Canon 5d MK4, ma non fatevi ingannare: serve per il flickering da ripresa video con luci artificiali.

Non per quello dei timelapse. Non confodete quindi mai la funzione anti-flickering delle foto e video camere con il problema del flickering nei timelapse. Sono due cose diverse.

Come si genera il flickering nei timelapse

Quello che appare nei timelapse è infatti un flickering diverso, sia nell’origine cbe nel modo in cui si manifesta.

Non è infatti dovuto alla frequenza della corrente che alimenta le sorgenti luminose, perchè qui parliamo quasi sempre di sole. O al massimo di luna.

Il flickering nei timelapse, che sono delle sequenze di scatti fotografici montati a video usando ciascuna foto come fotogramma, nascono da due diversi fattori.

Vediamoli separatamente:

Flikering da diaframma

Il primo fattore che lo genera è una particolarità del funzionamento del diaframma nelle odierne fotocamere.

Come sapete, nelle moderne lenti montate sulle reflex attuali il diaframma è sempre aperto e la sua chiusura viene solo simulata elettronicamente ai fini del calcolo dell’esposizione.

Quando si scatta, la macchina solleva lo specchio e contemporaneamente chiude il diaframma al valore impostato. Dopo lo scatto abbassa lo specchio e riapre il diaframma.

Questo fa si che attraverso l’oculare abbiate sempre la visione alla massima luminosità anche con diaframma chiuso a 22 o 32.

Nelle vecchie fotocamere invece, o anche nelle moderne ma con lenti manuali, la chiusura del diaframma comporta una diminuzione della luminosità della scena osservata.

E questo rende difficile la messa a fuoco o la valutazione della scena, soprattutto con poca luce.

Il problema sta nel fatto che quando il diaframma viene chiuso per lo scatto, la sua “chiusura” non è mai precisa al decimillesimo, sia per tempistica che per misura.

Ciò può provocare una leggerissima differenza di esposizione tra due scatti successivi.

Ma se nella normale fotografia questa eventuale differenza è del tutto impercettibile, in un video diventa evidente.

Questo perchè un video usa almeno 25 immagini in un secondo. Quindi le differenze di esposizione dovute alle imprecisioni della chiusura del diaframma si evidenziano appunto come un tremolio della luminosità della scena.

Flickering da esposizione

Il secondo fattore che genera flickering deriva dal modo in cui si espone la sequenza di foto per il nostro timelapse.

Per seguire le evoluzioni della luce ambiente spesso si imposta la macchina in A, priorità di diaframmi. In questo modo, fissati ISO e diaframma, la macchina modifica il tempo in base alla luce ambiente, ottenendo sempre immagini ben esposte.

Questo è assolutamente necessario quando vogliano riprendere sequenze che vanno ad esempio dal pomeriggio al tramonto, dal buio all’alba, etc.

Oppure in situazioni in cui la luce cambia radicalmente, come ad esempio il passaggio di un temporale.

Il flickering nasce dal fatto che l’esposizione à basata su valori del tempo di scatti fissi. Quindi man mano che la luce ambiente varia, la macchina deve decidere quale dei tempi disponibili usare.

Il massimo frazionamento dei tempi impostabile è a terzi di diaframma, ma non basta.

La luce varia infatti in maniera continua. Per cui ci saranno tanti momenti in cui il giusto tempo di scatto teorico capiterà tra due tempi disponibili.

La macchina per un certo numero di scatti oscillerà quindi tra questi due tempi, fino a che la luce ambiente non sarà mutata al punto da essere stabile su un tempo di scatto.

E così via mano mano che aumenta, o dimunisce.

Questo provoca la generazione di fotogrammi successivi con esposizioni diverse. E un terzo di diaframma è una differenza enorme in termini visivi.

Ma anche se non vi fossero fasi di “incertezza” e conseguente rimbalzo tra due valori, ed avessimo una variazione della luce ambiente assolutamente costante e regolare, sappiate lo stesso passaggio tra due tempi di scatto, sia pure a solo un terzo di diaframma, è un salto di esposizione molto molto evidente.

Peggio ancora se avete impostato le variazioni di esposizione a mezzo diaframma invece che un terzo.

Come eliminare il flickering

Siamo ora al punto che tutti aspettavano: come togliere di torno questo orrendo difetto.

Vediamo separatamente i due casi sopra presentati.

Eliminare il flickering da diaframma

Il flickering generato dalle imprecisioni operative del diaframma si può eliminare in due modi.

Usando lenti con diaframma manuale (ad esempio Samyang o Laowa)

In questo caso il diaframma viene impostato fisicamente e manualmente, per cui resta sempre nella medesima posizione di apertura man mano che si scatta.

Bloccando il diaframma sulle lenti automatiche

Operazione fattibile, ma non sempre possibile su tutte le fotocamere e soprattutto molto rischiosa. In pratica si fa così:

  • impostare il valore di diaframma da usare
  • premere il pulsante di chiusura-diaframma, quello che simula l’esposizione reale (la visione diventa più scura)
  • tenendolo premuto, premere anche lo sblocco obiettivo e ruotare leggermente l’obiettivo come per toglierlo. Ruotatelo lentamente fino a che sul display vedrete sparire il valore del diaframma. A quel punto la connessione elettrica dei contatti al bocchettone sarà stata interrotta e il diaframma sarà rimasto fisicamente chiuso al valore impostato.

Questa soluzione pratica funziona, pur essendo molto empirica, ma a patto che la macchina:

  • abbia il pulsante di chiusura-diaframma
  • non si blocchi quando disattivate i contatti

Il neo di questo sistema è che avete reso l’aggancio instabile, quindi è molto concreto il rischio di vedere il vostro obiettivo sganciarsi del tutto in seguito a urti o colpi, e cadere in terra.

Cautela massima e fatelo solo se siete sicuri di saperlo fare bene.

Infine, il terzo metodo da usare per eliminare il flickering da diaframma… è quello di lavorare sempre a tutta apertura. Questo evita che a ogni scatto esso venga chiuso generando l’errore.

Lo stesso principio NON funziona a tutta chiusura.

Eliminare il flickering da esposizione

Per eliminare il flickering da esposizione la cosa più semplice da fare è scattare in manuale.

Ma questo rende impossibile adeguare l’esposizione alle situazioni in cui la luce varia. Esempio classico il passaggio giorno/notte, o viceversa. Oppure temporali, in cui si passa da sole e scuro, e poi di nuovo sole.

In questi casi è necessario usare l’esposizione in modalità A, a priorità di diaframmi. Questo però genera inevitabilmente una serie di scatti con fluttuazioni di esposizione.

Sia progressivi, per il naturale adattarsi dei tempi al calare o crescere della luce, sia per quelle fasi di indecisione della fotocamera che espone alternativamente con tempi diversi prima di stabilizzarsi.

In questo caso l’unica soluzione davvero funzionale è un software specifico, LRTimelapse, che lavora in connessione con LR di Adobe.

Il suo uso è abbastanza complesso, ma non impossibile. I risultati però sono perfetti.

Come fare un timelapse senza flickering

Per fare la ripresa della sequenza necessaria a ottenere un timelapse perfetto e senza flickering dovete:

Adottare una delle tre soluzioni che eliminano il flickering da diaframma, ossia:

  • lente con diaframma manuale
  • blocco del diaframma su lenti elettroniche
  • scattare a tutta apertura

Scegliere una delle due possibili modalità di esposizione per evitare flickering, ossia:

  • M manuale, con valori fissi. Non adatta a situazioni con variazione di luce evidente.
  • A priorità di diaframma. Richiede l’uso di LRtimelapse ed è adatta a situazioni con forte variazione di luce.

Come scattare il timelapse perfetto in A

Come norme di utilizzo in fase di scatto di un timelapse con esposizione in modalità A ricordate sempre di:

  • prevedere in anticipo quale possa essere l’esposizione finale della vostra serie. Questo per poter predisporre i parametri di scatto, in modo tale che la fotocamera sia in grado di gestire la situazione di arrivo tanto quanto quella di partenza.
  • coprire l’oculare della fotocamera, per evitare che la luce parassita influenzi la lettura dell’esposimetro interno
  • coprire la fotocamera contro la pioggia anche se, quando iniziate, non sta piovendo. Dopo non potrete più farlo.