Mark Leong fotografa Hong Kong

La prima cosa che salta all’occhio sfogliando le pagine di questo articolo, pubblicato su National Geographic Italia nel numero di giugno 2012, è che Mark Leong ha lavorato quasi sempre al buio o comunque in interni con luci artificiali, quindi in situazioni difficili in termini di luminosità della scena. Vi sono infatti solo due immagini scattate di giorno, ma comunque anch’esse in location scure e fuori dalla luce diretta.

Il secondo elemento che spicca è che egli ha utilizzato molto spesso ottiche ampie, quindi grandangoli, e solo una volta un tele.

La foto di apertura del servizio raffigura una folla in piazza durante una celebrazione, di notte.

L’inquadratura ha una suddivisione dello spazio in due fasce orizzontali, la folla compatta nella metà inferiore e il resto in quella superiore, quindi prevalentemente cielo buio e gli edifici; la linea di demarcazione tra le due è rappresentata dal filare di alberi e dalla linea delle luci che si intravede tra essi.

Il tempo di scatto è abbastanza lento, quasi certamente con fotocamera su cavalletto, perchè le strutture fisse come il palazzo sono perfettamente ferme e nitide, mentre le torce (forse accendini) in mano ai presenti seguono il movimento della mano disegnano un tratto luminoso.

L’elemento di interesse della foto, quello che attira l’occhio dell’osservatore è il soggetto singolo con camicia grigia che spicca esattamente al centro della foto, nella fascia inferiore. Peccato che nell’impaginazione a doppia pagina cada esattamente sul taglio.

La torre delle luci a sinistra e il palazzo illuminato a destra si equilibrano dando vita a una simmetria complessiva dell’immagine in senso orizzontale.

Questa foto raffigura la sede asiatica del gruppo bancario HSBC.

La forza dell’immagine, che è una composizione prevalentemente grafica, sta tutta nell’elemento umano al centro: senza di esso sarebbe stata assai più debole. Altro elemento da notare sono le due travi cilindriche verticali che sono state poste (grossomodo) sulle linee (verticali) dei terzi per creare una simmetria complessiva in senso orizzontale che aiuta la presenza centrale della figura umana.

Il problema di questa immagine, come di quella di apertura e di altre del servizio, sta nel fatto che hanno l’elemento chiave in posizione centrale, posto sulla linea di mezzo verticale, ossia esattamente dove passa il taglio del dorso di una rivista quando la foto viene usata a doppia pagina. Ciò nasconde inevitabilmente quello che è invece l’elemento più importante dell’inquadratura.

Foto notturna scattata sul tetto di un palazzo usato come dormitorio dai lavoratori immigrati.

Scatto con tempo non proprio breve e diaframma chiuso a sufficienza, quindi uso del cavalletto. L’inquadratura è suddivisa dalle linee orizzontali dei terzi in tre fasce:

  • bassa, scura con le poltrone
  • media, luminosa con i palazzi sullo sfondo e il bordo del terrazzo
  • alta, mediamente luminosa con il cielo nuvoloso che viene illuminato di giallo/arancio dalle luci della città

L’elemento visivo chiave della foto è la poltrona chiara tra quelle scure. In realtà non è chiara, ma di similpelle nera talmente consumata al punto che è rimasto solo il tessuto chiaro di base. La sua collocazione è sulla linea verticale dei terzi a destra. Questo rende la foto, a differenza delle prime due, perfettamente pubblicabile a doppia pagina.

Una veduta notturna di Mong Kok, il quartiere amato dai registi di Hong Kong, illuminato dalle mille di luci al neon delel insegne di centri massaggi e locali karaoke.

Qui Leong ha costruito una immagine che è solo apparentemente confusa; pur essendo densa di elementi variopinti, fondamentalmente essi risultano assai omogenei tra loro: sono tutte insegne accese. La più evidente, quella con la grande K, è stata collocata quasi al centro per diventare un punto di interesse visivo.

L’elemento chiave della foto è il volto, sfocato perchè non ne è il protagonista, della donna che si vede alla estrema sinistra. Senza di esso l’immagine sarebba stata comunque graficamente interessante, ma certamente molto più povera in termini espressivi.

Il tondino di presentazione dei cavalli all’ippodromo Happy Valley, luogo di privilegio dove sono ammessi solo i soci dell’esclusivo Hong Kong Jockey Club.

Foto notturna, come per molte altre. L’inquadratura, evidentemente grandagolare, è divisa in due verticalmente da una immaginaria linea di mezzo: a sinistra cavalli e inservienti, a destra i soci.

Uno degli inservienti ha la giacca gialla e crea un forte punto visivo di accesso alla foto, ma non è il protagonista; gli attori principali dell’immagine sono il cavallo e l’uomo di spalle in abito scuro, perchè la foto racconta il “privilegio del socio ammesso alla presentazione dei cavalli”, e infatti entrambi si trovano sulle linee dei terzi verticali.

Soggetto della foto è una prostituta ritratta nel suo alloggio, sul suo letto, in attesa dei clienti.

Ecco quindi che è protagonista assoluta dell’inquadratura, costruita dividendo l’immagine in tre fasce orizzontali grazie alle relative linee dei terzi.

  • fascia alta le luci
  • fascia media la tenda e la luce di sfondo
  • fascia bassa la donna distesa

Dettaglio interessante la minigonna rossa della donna, posta esattamente a metà della foto, che si raccorda verticalmente e graficamente con la linea di luce rossa che proviene dall’apertura tra le due tende socchiuse e in alto finisce con il condizionatore.

Una veduta del quartiere centrale di Kowloon.

Essendo una delle “aree più densamente edificate del pianeta” il fotografo ha scelto di raffigurarne questa caratteristica attraverso l’addensamento impressionante di grattacieli, aumentato visivamente con l’uso di un teleobietivo potente, che come sappiamo ha la capacità di “schiacciare la prospettiva”.

Anche in questo caso si tratta di una foto notturna, con cavalletto e diaframma ragionevolmente chiuso per avere profondità di campo. La costruzione dell’inquadratura sembra non esistere e tutto pare affidarsi solo a una ripetizione di elementi geometrici, quasi a creare una texture.

Questo è vero, ma non deve sfuggire l’attenta strutturazione a livelli (quasi per fasce orizzontali) e soprattutto l’aver posto al centro un complesso edilizio ben definito e riconoscibile.

Questa immagine di devoti davanti al tempio Wong Tai Sin intenti ad accendere incensi portafortuna è una delle poche scattate di giorno in questo servizio.

L’inquadratura si articola, come anche per altre foto del servizio, in tre fasce orizzontali:

  • bassa, con i bastoncini di incenso
  • media, con la folla scura
  • alta, con i palloncini di carta rossi

Elemento chiave della foto e punto di ingresso visivo è il volto della donna a destra (o meglio, il suo unico occhio visibile), seminascosto dal fumo, ma ben collocato sulla linea dei terzi di destra. Da notare il dettaglio dello sguardo rivolto al fotografo e quindi molto intenso in termini visivi.

Una delle poche altre foto fatte di giorno in questo servizio, ma anch’essa realizzata lontano dal sole, in una location oscura. Si tratta di un vicolo sul retro di una via commerciale (che si intravede sullo sfondo al centro). La costruzione dell’inquadratura si basa su una simmetria verticale: due ampie metà scure e omogenee a destra e sinistra, con al centro una sottile fascia colorata e più chiara di separazione.

All’apparenza una foto senza colore e senza interesse, di pura geometria, se non fosse per tre elementi rilevanti.

  • Il primo, di minore importanza ma sempre utile visivamente, è l’uomo che appare dal buio sulla destra, collocato sulla relativa linea dei terzi verticale.
  • Il secondo, più interessante, è l’uomo che avanza nel vicolo verso il fotografo, al centro in basso, quasi in un alone di luce.
  • Il terzo, davvero eclatante scenograficamente, è il volto che appare su sfondo rosso in un cartellone pubblicitario, che il fotografo ha collocato in posizione mediana, in alto, e che rappresenta il punto di ingresso visivo della foto.

Anche questa foto patisce purtroppo il problema di essere penalizzata dalla pubblicazione a doppia pagina, perchè il taglio del dorso della rivista, o libro, va a celare proprio gli elementi peculiari che si trovano sulla linea mediana verticale.

Articolo originale http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2012/06/13/foto/hong_kong_all_ombra_della_cina-1060317/1/#media