La fotografia di cerimonia secondo Erika Orlandi
D. Quando e come ha scoperto la fotografia?
R. La fotografia mi ha sempre incuriosito, sin da bambina. A vent’anni ho iniziato a frequentare dei corsi e a lavorare con un fotografo nel tempo libero, frequentavo l’università.
D. Ricorda la sua prima foto?
R. Si. La prima foto fatta con una reflex analogica, tanti anni fa, mostrava in primo piano una rete di metallo arrugginita e sullo sfondo ombre di persone di passaggio. “Uomini in gabbia”.
D. Qual è stato il suo percorso di crescita e come si è avvicinato alla fotografia di cerimonia?
R. Mi sono avvicinata alla fotografia di cerimonia a vent’anni quando ho iniziato a fare reportage di matrimonio con un fotografo. Non smetto mai di cercare di migliorarmi, ogni giorno c’è sempre da imparare e tanto lavoro da fare. Pratica, studio, workshop.
D. E quali le tappe più significative del suo percorso professionale?
R. La tappa più importante è stata la decisione di aprire il mio studio fotografico e di rendere un lavoro la passione di anni.
D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi e pratici?
R. Fotografare mi rende felice. Quando guardo una scena, una persona, un paese, lo vedo come se fosse una fotografia. Non riesco a non fotografare. La fotografia di matrimonio mi appassiona perché mi piace raccontare il giorno speciale di una coppia e vedere la loro gioia quando guardano il reportage finito. Quelle fotografie rimarranno con loro per anni e anni, mi piace quest’idea.
D. Quali sono i problemi principali della fotografia di cerimonia in Italia attualmente?
R. Non tutti danno il giusto valore al servizio fotografico di Cerimonia, magari poi pentendosene in un secondo momento, quando è troppo tardi. Per fortuna ci sono sposi che realmente capiscono l’importanza dei loro ricordi.
D. C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua crescita professionale?
R. Gli incontri sono stati molteplici. Ci sono colleghi bravissimi con cui confrontarsi per crescere, sempre cercando di rielaborare spunti, idee, pensieri con la propria personalità.
Gli scatti di Erika Orlandi
D. Qual è il suo soggetto preferito nella cerimonia?
R. Le emozioni in generale. Il momento che amo di più è l’arrivo della sposa e lo sguardo pieno di gioia dello sposo che la vede arrivare.
D. Qual è il momento fotograficamente più cool nella cerimonia?
R. Non si può sapere a priori, ogni matrimonio è diverso e particolare. Ci saranno matrimoni in cui i preparativi saranno più cool, altri in cui lo sarà il ricevimento o la cerimonia. Bisogna sempre essere pronti, questo è il bello del reportage!
D. Che genere di fotografia preferisce per raccontare la cerimonia?
R. Il Reportage.
D. Ci spieghi il suo concetto di inquadratura per la cerimonia:
R. Non scelgo inquadrature a priori. Vivo l’attimo in cui fotografo e cerco di raccontarlo e rappresentarlo al meglio delle mie capacità.
D. Che tipo di luci preferisce usare?
R. Luce naturale.
D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se , ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.
R. Si, uso il bianco e nero. Scatto a colori e poi decido come procedere sui diversi file e quali post-produrre in bianco e nero.
D. Oltre alla cerimonia, cosa le piace fotografare?
R. Reportage di viaggio, persone, natura, boudoir, famiglie.
Erika Orlandi e la post-produzione
D. La sua opinione sulla post-produzione:
R. E’ una tappa fondamentale del lavoro.
D. Quali sono, secondo lei, i limiti etici alla post-produzione?
Ogni fotografo deve valutare ciò che desidera fare. Se si fa del reportage non trovo corretto alterare la realtà. Se invece si vogliono creare opere d’arte o si lavora per la pubblicità i limiti non esistono.
D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?
R. Si, è necessario.
D. Che software usa per la post-produzione?
R. Lightroom
D. Che tipo di interventi fa di solito?
R. Non amo la postproduzione eccessiva. Ottimizzo bilanciamento del bianco, luci, ombre, colori, contrasto, per far rendere al meglio una foto senza snaturare la realtà
Erika Orlandi: RAW, JPG e TIF
D. In che formato scatta di solito?
R. Raw
D. Se scatta in RAW, che software usa per gestire i file?
R. Adobe Lightroom
D. Ha mai provato con LightRoom? Se sì, cosa ne pensa?
R. Un software molto valido ed intuitivo. Utile per chi non stravolge le fotografie ma le vuole post-produrre senza eccessi.
Informazione
D. Legge riviste di fotografia?
R. Talvolta.
D. Consulta siti web di fotografia? Ne consulta alcuni in maniera abituale, considerandoli un punto di riferimento?
R. Sì, per esempio Magnum, National Geographic, World Press Photo.
D. Partecipa a workshop o seminari?
R. Si. Cerco sempre di tenermi aggiornata.
D. E fa parte di una associazione del settore?
R. Faccio parte di varie associazioni tra cui ANFM, WPS, FEARLESS, TAU
D. Va a fiere e saloni di fotografia?
R. Sì al Photoshow.
D. Cosa ne pensa, li trova utili?
R. Ci vado più che altro per curiosare o provare qualche prodotto nuovo non necessariamente legato alla mia attività.
Mostre di fotografia
D. Visita mostre di fotografia?
R. Sì, ogni volta che posso.
D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?
R. Ogni mostra ti lascia sempre qualche spunto, che si tratti dell’uso della luce, della scelta dei soggetti o del modo di interpretare la realtà.
D. Qual è stata l’ultima visitata?
R. Werner Bishof, Retrospettiva.
D. Ha realizzato sue mostre fotografiche? Se , dove e quando?
R. . Varie mostre in Piemonte dedicate al reportage di viaggio.
D. Ci racconti la più emozionante tra queste esperienze.
R. La mostra a cui sono più legata è “Piemonte e Cina: Sotto lo stesso Cielo” , inaugurata a Torino presso il Museo D’arte Orientale nel 2011.Le fotografie avevano come soggetto la comunità Cinese che vive in Piemonte. Ho avuto modo di conoscere queste persone durante la stesura della mia tesi di Laurea.
Le attrezzature di Erika Orlandi
D. Attualmente, quali fotocamere usa?
R. Due reflex professionali Canon.
D. E quali obiettivi?
R. 50 1.4, 85 1.8, 15 2.4, 24-70 2.8, 70-200 2.8
D. L’obiettivo che usa più spesso?
R. mi piace variare a seconda dei soggetti. Il più versatile è il 24-70.
D. Quali flash?
R. lo uso raramente
D. Qual è stata la sua prima macchina?
R. Una Reflex usata Pentax con un Vivitar
D. Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?
R. Sono passata dall’analogico al digitale.
D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca? Se , perché?
R. No.
D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?
R. Compro spesso online da negozi diversi.
Erika Orlandi e la nostalgia della pellicola
D. Lavora ancora in pellicola?
R. No. Le macchine analogiche però le ho conservate, non escludo di riusare la pellicola per foto personali. Mi piaceva molto la magia dell’attesa quando bisognava aspettare i tempi tecnici di sviluppo di una fotografia prima di poterla vedere.
PRO – Erika Orlandi in studio
D. Com’ è fatto il suo studio fotografico?
R. E’ un ambiente accogliente in cui ricevo le mie coppie di sposi. Alle pareti sono appese molte fotografie ed il caffè è sempre pronto.
Info di contatto
- Nome: Erika
- Cognome: Orlandi
- Indirizzo: Via Margari, 34
- Città: Piscina (Provincia di Torino)
- Telefoni: 331-4077103
- Email: photo@erikaorlandi.com
- Sito web: www.erikaorlandi.com
- FB: erika.orlandi.photographer.torino
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