fotografo Vittore Buzzi

La fotografia secondo Vittore Buzzi

D. Quando e come ha scoperto la fotografia?

R. Ho iniziato a fotografare con gli occhi fin da bimbo, ho preso in mano la prima macchina fotografica relativamente tardi, a 23 anni.

D. Ci racconti il suo primo approccio a quest’arte:

R. Un approccio delicato e felice, mi permetteva di condensare in un rettangolo, sentimenti e sensazioni, di tenere un diario e di entrare in contatto con la gente.

D. Ricorda la sua prima foto?

R. La mia gatta” Bimba”, curiosa e indolente, era una modella perfetta.

D. Qual è stato il suo percorso di crescita e apprendimento dell’arte fotografica?

R. E’ stato un lungo “learning by doing” con l’importante guida del CFP Riccardo Bauer, scuola professionale storica di Milano, da cui sono passati tanti fotografi sia come studenti che come insegnanti. Continuo a crescere ancora oggi, guardo molto il lavoro degli altri fotografi.

D. E quali le sue tappe più significative?

R. Non me le ricordo tutte, cerco di continuare giorno per giorno, ci sono avventure interessanti. Mi ricordo quando ho deciso di intraprendere la strada del fotografo di matrimonio (http://www.fotografo-matrimonio.biz/ ). In Italia era allora sconveniente per un fotografo fare le fotografie di cerimonia, era come un marchio d’infamia, ma non me ne sono mai curato, anche se qualche collega mi additava come un matto.

D. Cosa rappresenta per lei la fotografia in termini emotivi?

R. Vivo per fotografare.

D. E pratici?

R. Fotografo per vivere.

D. Fotografa per lavoro o per diletto?

R. Entrambi.

Maestri e grandi fotografi per Vittore Buzzi

D. C’è stato un incontro con qualcuno che si rivelato importante per la sua crescita?

R. Tantissimi fotografi mi hanno aiutato e insegnato, ma preferisco non citarli per paura di dimenticarmene qualcuno. Però ho avuto l’occasione di lavorare con grandissimi professionisti e artisti affermati ed ognuno mi ha aiutato nella mia crescita. Dal punto di vista concettuale, gli anni del CFP Riccardo Bauer sono stati speciali, lì si è formata la mia visione, lì è fiorito in pieno il mio amore per la fotografia. Fra i curatori e gli storici della fotografia contemporanea devo molto a Roberta Valtorta.

D. Ha avuto un vero e proprio “maestro”?

R. No, sono sempre stato uno spirito critico “spinoso” e difficile.

D. Per lo stile, ha fatto riferimento a quale grande fotografo mondiale?

R. Nessuno in particolare, ho qualche grande amore: Robert Frank.

D. Chi sono i “grandi” di ogni epoca che ammira di più?

R. La lista sarebbe troppo lunga, amo la storia della fotografia e non potrei che fare un elenco interminabile.

D. Il preferito in assoluto?

R. Robert Frank.

Gli scatti di Vittore Buzzi

D. Cosa le piace fotografare?

R. L’uomo, anche se solo alluso. Amo il travaglio che ci accomuna tutti.

D. Qual è il suo soggetto preferito?

R. L’uomo.

D. E il genere?

R. Un reportage onirico e sociale mescolato alla Street Photography e all’espressione personale.

D. Ci racconti il suo concetto di inquadratura:

R. Deve esserci una tensione, una corrente elettrica che attraversa l’inquadratura, qualcosa che colpisca e che stimoli chi guarda. Ci sono milioni di foto “carine” e quelle interessano poco. L’immagine deve vibrare e far vibrare….

D. Che tipo di luci preferisce?

R. Quelle che ho nella testa. A parte gli scherzi, amo le luci delicate e profonde, leggermente calde.

D. Quale nuovo genere di fotografia vorrebbe esplorare?

R. Esplorare? Mi sono perso nel mio mondo e mi piace.

D. Usa tecniche fotografiche speciali, come il macro?

R. La tecnica non mi influenza, è l’espressione che conta.

D. Usa il bianco/nero con il digitale? Se si, ci parli di questa tecnica e di come la interpreta.

R. Sì, ho dei preset in Lightroom 4, pochi ma “buoni”. Amo il tono Seppia e caldo delle carte baritate WARM.

Vittore Buzzi e il fotoritocco

D. La sua opinione sul fotoritocco:

R. Lo uso, fa parte della mia fotografia.

D. Quali sono, secondo lei, i limiti etici al fotoritocco?

R. Nessuno, basta che sia dichiarato e funzionale all’espressione. Troppo spesso si vede solo tecnica e nessun contenuto.

D. E’ lecito intervenire per migliorare luci e toni di una foto?

R. Per me è irrilevante. Tutto è lecito se è dichiarato e ha uno scopo preciso.

D. E per rimuovere elementi di disturbo?

R. Preferisco fare tutto in macchina, non mi è mai capitato di rimuovere “cose” dalle foto.

D. E aggiungere elementi, cieli oppure oggetti?

R. Devo proprio essere costretto da scopi commerciali.

D. Che software usa per il fotoritocco?

R. Lightroom 4 e, ormai raramente, Photoshop 5.

D. Che tipo di interventi fa di solito?

R. Conversioni B/W, luci e Ombre. Ho tanti preset.

Vittore Buzzi: RAW, JPG e TIF

D. In che formato scatta di solito?

R. RAW.

D. Se scatta in RAW, che software usa per aprirle i file?

R. Lightroom 4.

D. Ha mai provato con LightRoom? Se sì, cosa ne pensa?

R. E’ il mio software preferito, lo insegno anche in corsi dedicati (http://www.corsifotografia.it/ ).

Informazione

D. Legge riviste di fotografia? Se sì, quali?

R. Sì, queste di seguito: http://www.viistories.com/, http://www.burnmagazine.org/.

D. Consulta siti web di fotografia?

R. Sì.

D. Ne consulta alcuni in maniera abituale, considerandoli un punto di riferimento?

R. Sì.

D. Quali sono quelli che consulta e cosa le offrono?

R. Questi di seguito: http://www.magnumphotos.com/ , http://www.viiphoto.com/

D. Partecipa a workshop o seminari?

R. Raramente, però se capita qualche grande autore che non conosco personalmente, prendo in considerazione l’idea.

D. Cosa pensa dei workshop?

R. Sono un momento di crescita e condivisione. Io ho una cerchia di colleghi professionisti con cui amo chiacchierare.

D. Fa parte di un circolo fotografico?

R. No.

D. E di una associazione del settore?

R. Sì.

D. Va a fiere e saloni di fotografia?

R. No.

D. Cosa ne pensa, li trova utili?

R. No. Molto marketing. Io sono più interessato a fare fotografia che a comprare apparecchi. Sono più interessato a viaggiare che a pagare le rate dell’attrezzatura.

Mostre

D. Visita mostre di fotografia?

R. Sì, molte.

D. Quali sono quelle che ha apprezzato di più in assoluto?

R. Nancy Burson ad Arles… 15 anni fa???

D. Qual è stata l’ultima visitata?

R. Documenta a Kassel.

D. La mostra che vorrebbe vedere?

R. Vorrei vedere una grande mostra di Robert Frank con gli ultimi lavori.

D. Ha realizzato sue mostre fotografiche?

R. Sì. Ad Arles, a Milano, a Lugano e a Firenze.

D. Ci racconti la più emozionante tra queste esperienze:

R. La proiezione in piazza al Festival Off ad Arles è stata sicuramente la più intensa.

Le attrezzature di Vittore Buzzi

D. Attualmente, quali fotocamere usa?

R. Olympus OM-D e Nikon D700

D. E quali obiettivi?

R. 14mm f 2.5 e 24-70mm f2.8

D. L’obiettivo che usa più spesso?

R. 14mm f 2.5

D. Quali flash?

R. SB 900

D. Quali cavalletti e teste?

R. Gitzo, Manfrotto

D. Quali altri attrezzature o accessori usa?

R. Think Tank bag

D. Utilizza filtri?

R. Raramente.

D. Qual è stata la sua prima macchina?

R. Una Konica.

D. Come si è evoluta nel tempo la sua attrezzatura?

R. Si va alleggerendo, gli anni passano.

D. Ha mai fatto un cambio integrale di marca?

R. Ho sempre gravitato intorno a Olympus e Nikon.

D. Dove acquista di solito le attrezzature? Fa spese online?

R. Da rivenditori fisici a Milano.

Vittore Buzzi e la nostalgia della pellicola

D. Lavora ancora in pellicola?

R. Raramente.

D. Con quali corpi macchina?

R. Rolleiflex.

D. Quali pellicole usa?

R. Fuji Neopan che tengo in freezer.

D. Per quali applicazione?

R. Per diletto.

D. Usa diapositive?

R. No.

PRO – Vittore Buzzi in studio

D. Come è fatto il suo studio fotografico?

R. Ho solo un ufficio noleggio, mentre lo studio lo uso solo quando mi serve.

D. Dove si trova?

R. A Milano.

D. Quali sono le attrezzature specifiche da studio?

R. Flash, Stativi e Fondali.

D. Che genere di fotografia vi realizza?

R. Still life e Indossato.

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